Categorie
DOLCI

Canditi più facili più buoni

Tre giorni al massimo e avrete i vostri ottimi canditi (o semi-canditi, ma ottimi ugualmente!).

Ed ecco un’altra ricettina, anzi, ricettona, regalatami tanti anni fa da una cara amica che usava prepararli anche in occasione di matrimoni, nel suo paese natìo.

Massimo rispetto per le ricette di canditura alla FRANCESE, all’ITALIANA, ma questa la chiamerò alla PAESANA!
Che bontà ragazzi … e i canditi non si appiccicano alle dita 😉

Oggi (03.01.2021) ho solamente apportato una piccoola modifica sulla bucherellatura delle bucce, che aggiungo sotto.

Si tratta di un metodo “veloce” senza bollitura che lascia i canditi croccanti e profumati, ottimi da aggiungere a dolci tradizionali come colomba pasquale o panettone se si vorranno tagliuzzare, ma anche per qualche stuzzichino dolce (come gli stick canditi al cioccolato).

Fidatevi, uno tira l’altro, e non vi faranno rimpiangere i canditi tradizionali a 70°Bx.

Ecco la ricetta (in particolare per le arance; per altri agrumi il procedimento è leggermente diverso) a seconda delle dosi che si vorranno seguire, sempre nelle stesse proporzioni.

INGREDIENTI
250 g bucce pesate già bagnate e strizzate
250 g zucchero semolato
125 g acqua

PROCEDIMENTO
Prendo delle arance biologiche non trattate e le lavo per bene;
se pur essendo biologiche non trovo la scritta “buccia edibile”, procedo a spazzolarle bene con bicarbonato (io faccio con l’aiuto di una comoda spazzolina da unghie destinata a uso alimentare).
La modifica importante apportata è quella di bucherellare tutta la buccia con degli spilli (questo farà sì che si cuociano meglio e che in cottura assorbano meglio lo zucchero).
Procedo a sciacquare le arance e inciderle in verticale nelle quattro canoniche sezioni; in questo modo sarà semplice togliere la buccia senza rovinarla.

Lascio tutto a bagno per almeno 2, meglio se 3 giorni (metto in frigorifero), in un vaso di vetro coperto, cambiando spesso l´acqua (almeno 3 – 4, anche 5 volte al giorno) per far perdere l´amaro.

Passato il periodo di deamarizzazione, scolo e strizzo molto energicamente le bucce senza rovinarle; le asciugo ulteriormente premendo la parte bianca della buccia su un canovaccio; taglio a listerelle sottili (tipo le patatine alla julienne ma molto piú piccole e sottili), e peso il tutto.

Peso tanto zucchero quanto è il peso delle bucce, in questo caso 250 g zucchero; in una padella antiaderente verso lo zucchero e mezzo bicchiere abbondante d’acqua (circa 125 g);

– faccio sobbollire mescolando con una paletta di legno fino a che lo sciroppo di zucchero non è ben liquefatto;

– appena lo zucchero sarà diventato trasparente verso le bucce tagliate sottilissime e continuo a mescolare; poi copro e lascio a fuoco medio-basso, mescolando di tanto in tanto fino a che non vedo che stanno diventanto traslucide;
infine scopro la padella fino a che lo zucchero è tutto rappreso e le bucce sono tutte “glassate” (una volta “sbiancato”, attenzione a togliere dal fuoco e non far riliquefare e caramellare lo zucchero o i canditi non saranno buonissimi);
– verso tutto dalla padella su un vassoio capiente (o direttamente sul tavolo di marmo se le bucce sono in gran quantità) per freddare/asciugare il tutto abbastanza velocemente.

Quando si trasferiranno i canditi nei barattoli per la conservazione, recuperare l’eventuale profumatissimo zucchero residuo per le future ricette di dolci.

Sono buonissimi da subito, ma il giorno dopo migliorano, asciugandosi meglio e diventando più croccanti.
Si conservano per qualche tempo (non so quanto, finiscono sempre abbastanza in fretta) in un barattolo di vetro in frigorifero, oppure li metto sottovuoto per preparazioni future o addirittura li congelo e li uso anche per due o tre anni.

19 ottobre 2008

Categorie
DOLCI

Canditi allo zenzero

Avevo utilizzato lo zenzero in passato, ma saltuariamente.

 


 

Da quando su Cook ho trovato anche un primo piatto profumato con lo zenzero fresco e da quando delle amiche mi hanno fatto provare i canditi della stessa radice dalle molteplici proprietà, sono rimasta definitivamente conquistata, mi sono voluta cimentare ed ecco i miei canditi..
Un po’ lunghi da fare, ma meno di altri procedimenti, secondo me vale la pena e li ho già ripetuti più volte, sia a chips che a cubetti (che preferisco).
Nella maggior parte delle foto vedete dello zenzero dello Sri Lanka (più costoso e difficile da reperire, ma più piccolo, tenero e profumatissimo).

Successivamente ho fatto anche canditi col più comune zenzero cinese, più grande, ma sempre buono. Ho cercato di reperirlo sempre biologico.
Soprattutto se già conoscete la bontà di queste “caramelline”, vista la lavorazione lunghetta e gli amici che svuoteranno i barattoli davanti ai vostri occhi, come è capitato a me, consiglio di farvi una buona scorta.
 
Ingredienti per 800 grammi finali circa di canditi di zenzero:
1 Kg di zenzero bio da pulire (da Naturasì costo sui 9€/Kg, io l’ho comprato bio, tornando dall’Olanda, pagandolo 4€/Kg)
650-700g di zucchero semolato o di canna (ma secondo me, il semolato per i canditi è migliore)
acqua per la cottura dei cubetti di zenzero
un paio di spicchi di limone non trattato (facoltativo)
Ho pulito la radice con un pelapatate, poi con un coltellino affilato (serve per trinciare di netto l’eventuale fibra se prendete lo zenzero più grosso) ho tagliato a cubettini regolari e molto piccolini … Mi raccomando: NON VI FATE MALE!
Mettetevi su un tagliere di legno, così che i pezzi non scivolino via facilmente dalle mani.

Ho cotto in pentola a pressione (ma va bene anche una pentola normale) con acqua che appena copre i cubetti.
Dal fischio 15 minuti (o 40 minuti in pentola normale).

Poi scolare (non gettate via l’acqua di cottura) e mettere in una padella capiente, aggiungere pari peso di zucchero (i miei cubetti scolati erano intorno ai 660 grammi, quindi ho aggiunto 660 gr di zucchero).

Far cuocere a fuoco medio, eventualmente abbassando per non far bruciare, per 45-60 minuti o più, a seconda della quantità (assaggiare se fossero ancora troppo duretti).
Mescolare di tanto in tanto, ma soprattutto verso la fine.

Solo se serve, aggiungere un paio di cucchiai di acqua di cottura dello zenzero.
Io a questo punto invece, nell’ultima versione fatta, ho voluto provare ad aggiungere un paio di spicchi di limone per schiarirli (ma non cambia granché).
Quando sta per caramellare lo zucchero, togliere dal fuoco e allargare su cartaforno.


Appena è possibile toccare i canditi bollenti, io li separo uno a uno, e aggiungo solitamente una spolverata di zucchero semolato.
Li lascio asciugare sotto a un telo rialzato per una giornata circa.
Sembreranno delle pepite d’oro.
Nell’ultima versione ho invece voluto recuperare lo zucchero staccato dai canditi (che altre volte ho invece aggiunto all’acqua di cottura dello zenzero successivamente congelata), l’ho reso a velo e l’ho spolverato sopra (molto carini anche così chiari e ancora più saporiti col loro zucchero di recupero).

Come da suggerimenti trovati in rete, ho recuperato lo zucchero rimasto attaccato alla padella di cottura dei canditi, versandoci la preziosa acqua di cottura dello zenzero fresco tenuta da parte.
Ho fatto sciogliere e ho versato nei sacchetti formaghiaccio.
Al momento, qualche cubetto andrà ad aromatizzare il té pomeridiano o qualche tisana digestiva e piccantina.
Conservazione: ho letto che fino a un paio di mesi non ci sono problemi (chiusi in un barattolino di vetro o tipo tupperware.
Altrimenti c’è sempre il fidato congelatore (molte volte ho congelato i miei canditi più facili più buoni senza alcun problema).
Fonte 23.III.2015