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COSMETICANDO, casa e persona

Oleolito alla lavanda

Ancora una preparazione del mio mini-angolo cosmetico: il lenitivo e rilassante Oleolito alla Lavanda.

 Circa un mese e mezzo fa, grazie ad un bel mazzetto di lavanda secca che un gentile collega ha regalato in ufficio a noi femminucce, ho avuto l’occasione di avviare il mio primo oleolito.
Qualche annotazione su cos’è un oleolito:
…non è altro che il risultato semplice ed economico di una macerazione di una o più piante in un olio vegetale per estrarre le proprietà delle piante stesse (notare che non tutte le piante sono adatte per fare oleoliti).
… proprietà della lavanda:
aromatiche, purificanti, antisettiche, sedative, antispasmodiche.
In giro in rete, ognuno troverà gli utilizzi che meglio crede, io vorrei farci dei massaggi post doccia o lo unirò al momento a creme massaggio corpo o lo userò come “attivo” in qualche crema viso.
Ma partiamo con il procedimento (non ci sono dosi precise da rispettare, dipende da quanti fiori riuscite ad avere).
Ho preferito il metodo al buio e al fresco che mi è sembrato più dolce e più “giusto”..
Fra l’altro ho letto che senza sole diretto, il nostro oleolito di fiori secchi si preserverà meglio da eventuali irrancidimenti.
1° giorno – 29 luglio 2013
Ho cominciato con lo sfilettare unicamente i fiori (o droga, come si dice) dagli steli della lavanda.
Li ho versati in un vasetto di vetro da mezzo chilo (tipo quelli del miele), e l’ho riempito di olio, facendo sì che la lavanda fosse del tutto coperta e che contemporaneamente non restasse spazio fra il materiale immesso e l’orlo del vasetto.
Ho usato olio di riso (ma vanno bene anche altri olii che resistono bene all’irrancidimento: girasole – deodorato direi – o oliva, ma è un po’ forte).
Visto che non avevo altri aiutini per la conservazione, ho pensato di aggiungere un cucchiaino di rosmarino secco e mescolare bene (sperando nel potere antisettico di questa pianta, anche se secondo me è meglio evitare, per l’odore pronunciato che rilascia).

Sarebbe stato meglio sostituire 1/3 o 1/4 dell’olio utilizzato con altrettanto olio di jojoba (che poi è una cera, e per le sue proprietà aiuta ad evitare irrancidimenti, ma non ne avevo disponibile, costa veramente tanto, e conto di usarlo quando sarò più esperta!!).
Quando lo acquisterò per le mie creme inoltre, vorrei aggiungere da subito uno 0,25% di tocoferolo puro (praticamente è vitamina E, e grazie al suo potere antiossidante, anche questa sostanza preserva il nostro oleolito, oltre ad essere prezioso per la nostra pelle).
Ho avvitato il coperchio, schermato il vasetto di vetro con fogli di alluminio, ho datato e riposto in un posto fresco di casa (in cantina sarebbe stato anche meglio, ma poi sarebbe stata difficile l’agitatina quotidiana che dovevo praticare all’olietto).

Ogni giorno ho agitato il vasetto (anche ogni 2 o 3 giorni va bene).
La prima volta ho mescolato con un cucchiaino, ma per il resto del periodo ho solo scosso ben bene.
Dopo 40-45 giorni si può procedere al primo filtraggio.
42° giorno – 8 settembre 2013.

A fine periodo ho versato il tutto in uno schiacciapatate, poggiato sopra ad un colino a maglie fitte, poggiato a sua volta sopra ad una terrina, tutto ben lavato e asciutato bene.
Lo schiacciapatate mi è servito a mo’ di torchietto per estrarre al meglio le proprietà dell’olietto migliore: quello ancora all’interno della droga ormai sfruttata.

Ho versato poi il ricavato non ancora limpido, in un vasetto di vetro pulito (schermando anche questa volta con carta di alluminio).

Dopo 24-48 ore si può procedere al II filtraggio
Non ho trovato notizie sulla possibilità o meno di agitare il vasetto anche in questo periodo, credo non serva più ormai, ma ho agitato ben bene dopo un giorno e ho filtrato il giorno successivo.
44° giorno – 10 settembre 2013
Questa volta ho proceduto al II filtraggio utilizzando un foglio di cartacasa, per rendere limpidissimo il mio oleolito.

Ho ricavato all’incirca 200 grammi di olio profumato.

Se non cambierà odore o diventerà rancido, immagino di poterlo utilizzare molto a lungo (ho letto anche fino a 3 anni), e comunque per quanto mi riguarda non oltre la scadenza naturale dell’olio utilizzato (in questo caso 30 settembre 2014).

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti a un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).
Fonte 11.IX.2013

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