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Dado vegetale granulare biologico fatto in casa


E’ la prima volta che mi cimento col dado granulare, ma volevo prepararmi del dado magro, ed essiccato questa volta (in fondo il link dove troverete anche la versione non granulare), per le ricette imminenti delle festività .. e anche del “dopo festività”!
Oggi, nonostante il giorno festivo molti negozi erano aperti, e passando al mercato ortofrutticolo dove ho la fortuna di avere un banco di una Cooperativa biologica – “Agricoltura Nuova” – ho comprato un po’ di verdure bio, e ora sto rifacendo il dado, cambiando alcune cosine…. (le verdure bio si possono trovare anche nella catena Naturasì). Ho deciso di aggiungere il 15% circa di sale perché non lo metterò sottovuoto come il primo che feci, ma lo vorrei essiccare e lasciare a temperatura ambiente, e quindi per 1 Kg e mezzo di verdure pulite ho messo 225 gr di sale rosa dell’Himalaya. Anche questa volta ho deciso di omettere l’olio (nella ricetta originaria non granulare l’olio era previsto), perché voglio un dado completamente magro.
Ho utilizzato:
4 cipolle medio-grandi
5 carote medie
tutto il resto sedano, tanto sedano, con tutte le foglie (se non è un prodotto bio di solito evito le foglie per via degli anticrittogamici, ma in questo caso era bio e le ho lasciate tutte…)
una manciata di erbe aromatiche fresche (rosmarino, maggiorana e timo del mio balcone)
2 spicchi di aglio schiacciato, ma con la camicia, per poterlo togliere più facilmente alla fine (non mi piace l’idea dell’aglio cotto, anche se mi piace l’aroma che lascia).
225 g di sale grosso – pari al 15% (Avevo solo quello fino. Ho messo quello rosa dell’Himalaya. Da qualche parte ho letto che una buona “salagione” deve essere compresa fra il 6% e il 20% rispetto al totale degli ingredienti, di più è inutile…).
Da così:


… a così!!!!
Soddisfazione massima, ma non è stato indolore.. leggete sotto!
Ho messo tutto il sale a fare da letto alle verdure tagliate, all’interno di un pentolone, e ho coperto.
Ho impostato 2 h e mezza di cottura sul gas a fuoco basso fino a ebollizione, e poi bassissimo..


.. ogni tanto ho dato una mescolatina per vedere se si stesse attaccando, ma non c’è stato nessun problema, anzi, dopo 2 ore e mezza c’era ancora un po’ di acqua di cottura (frulleremo anche quella, se non vorremo diminuire la percentuale di sale e disperdere un po’ di sostanze..)

.. tolti i due spicchi di aglio, e aspettato un minimo che scendesse la temperatura (volendo frullare nel bimby è meglio usare il turbo intorno ai 60°C), ho frullato per 7″, vel. turbo (usare la velocità massima per gli altri frullatori)

.. dopo la breve frullatina, si presenterà così..

.. ho quindi spiattellato la pappetta (aiutandomi col dorso di un cucchiaio) in due teglie e ho infornato già caldo, con la funzione ventilato a 100°C fino a completa essiccazione… ci sono volute 5 ore circa, poi l’ho lasciato così, a sportello socchiuso fino al mattino successivo (preferisco un’essiccazione meno aggressiva anche se molti siti riportano 1 h a 150-160°C).. è un po’ come le meringhe.. serve solo per farlo asciugare…A metà asciugatura (dopo un paio d’ore almeno) ho dato una frullatina e l’ho spiattellato di nuovo: questa volta ho raggruppato tutto in una teglia, era molto più asciutto.Visto che stiamo facendo senza essiccatore, forse si potrebbe alternare 1 ora accensione del forno + 1 ora di spegnimento.. è da provare..

A fine accensione, prima di andare a dormire, ho sbriciolato un po’ con le mani aiutandomi anche con una spatola, ormai ci stavamo quasi

ho preferito la foto senza flash per apprezzare meglio le .. briciole
ed ecco le mie bricioline, al mattino successivo..
bellissime vero? Sembrano vere e proprie zollette di terra appena arata..
.. ho frullato nel bimby per un paio di volte in successione:
prima 10 secondi, gradulamente a velocità turbo.
Poi di nuovo altri 20 secondi, gradualmente vel. turbo
a cose fatte, le percentuali di sale/verdure sui 350 grammi risultati, sono quelle che leggete nell’etichetta! E’ moltissimo, ma basta un cucchiaino o due per insaporire (e naturalmente si metterà al posto del sale negli alimenti da cuocere)

.. forse non è l’ultima prova che faccio, anche perché nel frattempo ho acquistato un essiccatore.
Non ometterei comunque la prima parte di cottura delle verdure con il sale. Mi dà l’idea che il sale penetra nelle verdure stesse (e pertanto conserva) molto meglio, piuttosto che aggiungerlo ad essiccazione effettuata.
Finora questo è il mio risultato migliore: calcolate che essiccandolo occupa poco spazio e si evitano molteplici vasetti di vetro, si evita il sottovuoto, e se proprio si volesse congelare, si potrebbe perfino omettere del tutto il sale, o quasi…
Altra cosa… leggete che schifezze può contenere un dado di carne commerciale:
“….dagli zoccoli alle carcasse, alle teste di pesce, è tollerato. Praticamente questi preparati risultano un composto indefinito di proteine.”
Qui ci sono approfondimenti interessanti su questo e altri argomenti
Ciao .. alla prossima, e ho trovato questo dado granulare dopo più di un anno a casa di mio figlio, ancora in “buona salute” 😉
08.XII.2012

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Senape da semi – FMD

A me la senape piace, e visto che in questo periodo sono intenzionata a condirci soprattutto i miei piatti di carne in modo leggero e gustoso (e per dare una scrollata al mio metabolismo con la FMD), mi vorrei orientare verso un prodotto senza zucchero né olio.

Senza avere la pretesa di arrivare alla tradizionale “moutarde a l’ancienne” (una delle quali è la famosa Senape o Mostarda di Digione) c’è da dire che è difficile trovare al supermercato un prodotto che corrisponda a quello che cerco nel gusto e nella composizione, e allora ho proceduto a cercare in rete qualche ricetta che mi soddisfacesse, oltre agli ingredienti necessari per realizzarla partendo dai semi.

Molto complicato farla venire gustosa? Ci ho voluto provare e il risultato mi ha soddisfatto.

Online ho trovato dei semi biologici di senape come segue: una confezione di semi gialli, da 400 grammi; l’altra di semi neri, da 50 grammi. Questo per mettere l’accento sul fatto che le percentuali che trovate sotto sono dettate unicamente dal fatto che vorrei finire le due confezioni di semi nello stesso momento 😉

Ho miscelato le due tipologie di semi secondo quanto mi ha dettato la testolina, e poi ho fatto due prove comparate: una con acqua, sale e anice; l’altra con aceto, sale e stevia.

… and the winner is …

Vista la presenza dell’aceto (della versione vincitrice 😉 ), la conservazione in frigorifero sarà almeno di un mese, ma ho voluto fare una prova minima di partenza. Ne monitorerò comunque la durata, ma voi potrete farne in proporzione quanta ne volete, e magari surgelarla.

Ecco la versione prescelta per 120 grammi di prodotto finale (io ne ho fatta metà):

5 g semi biologici di senape nera (sinapis nigra)
40 g semi biologici di senape bianca (sinapis alba)
aceto di mele bio q.b. per coprire i semi durante la marinatura + altro per la frullatura
1 g sale fino (mezzo cucchiaino raso)
0,02 gr di stevia pura Stevialia (due micromisurini) – in alternativa 2 cucchiaini di xilitolo di betulla.

Ho lasciato il mix di semi più gli altri ingredienti per 6 ore in ammollo in frigorifero, all’interno di un barattolino di vetro.

Dopo questo tempo ho frullato i semi con un minipimer direttamente nel barattolo, aggiungendo altro aceto, fino ad avere un composto granuloso e non troppo raffinato.

Assaggiare e, volendo, aggiungere del sale o del dolcificante naturale (stevia o xilitolo di betulla).

Nel momento di consumare la senape si potrà personalizzarla con aggiunta di miele o olio o yogurt (se consentiti) o altro.

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Salsa in bianco ai funghi porcini

La salsa ai funghi porcini “in bianco” è un must della cucina e, almeno nella nostra famiglia, piace a tutti.

Per timore di incappare in porcini freschi non “sicuri”, mi sono adattata ad acquistare quelli congelati (peraltro quando viene la voglia di prepararsi un bel piatto di pasta fatta in casa, saremo avvantaggiati nel trovarli subito a disposizione).

Di seguito gli ingredienti per questa salsa scelta come condimento per dei pici toscani fatti durante un “cucinare insieme” di Cookaround.

Ingredienti (per 8 persone):

circa 800 gr di porcini congelati
4/5 spicchi aglio
peperoncino fresco (o pepe, ma generalmente non lo uso)
1 bicchiere di buon vino bianco secco
brodo di funghi
spolverata di prezzemolo finale (quando possibile evito di cuocerlo; ricordo che diventa leggermente tossico in cottura)
8/10 cucchiai di olio extra vergine di oliva
sale q.b.

Procedimento:
– ho prima fatto scongelare per un po´ i funghi (io avevo comprato il tipo che occorre sciacquare; meglio scegliere quelli pronti da cuocere!!)
– li ho sciacquati bene e fatti a pezzi non troppo piccoli
– nell´olio, in una padella molto grande (ho utilizzato una paellera) ho fatto rosolare gli spicchi d´aglio togliendo l´anima interna, indigesta, e il peperoncino
– ho versato i funghi e fatti andare un pochino
– ho sfumato con il vino bianco e fatto evaporare a fuoco vivace
– ho salato, mescolato e aggiunto un po´di brodo di funghi (acqua calda se non si ha brodo)
– solo in questo momento ho coperto e fatto cuocere per 20 minuti circa.

Al momento di servire, ho aggiunto del prezzemolo tritato.

Questi i pici toscani che abbiamo gustato con questa salsa ai funghi porcini

Questa dritta ci aiuta:

… utile soprattutto quando fa freddo, per chi ha il micro-onde: ho messo i piatti dei commensali impilati, con un po´ d´acqua dentro ad ognuno, ho fatto stare nel microonde per una manciata di secondi alla massima potenza, ho scolato ben bene i piatti ormai bollenti, e ho impiattato.

La foto di apertura è di repertorio, fatta grosso modo alla stessa maniera, ma con funghi secchi rinvenuti.

Fonte 02.VI.2008

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Panna ad alta digeribilità (per gelati, ma anche piatti salati)

Questa ricetta nasce dall’esigenza di fare un gelato per chi ha qualche problema di intolleranza al lattosio, non grave, ma pur sempre da tenere sotto controllo.
Quando infatti non si riesce a trovare o non si vuole utilizzare la panna ad alta digeribilità commerciale, si può preparare questo prodotto, che consiglio di utilizzare per dei gusti di gelato decisi (ad esempio con una base “gialla”  piuttosto che con quella bianca, visto che le uova mascherano molto bene l’eventuale percezione di olio che si dovesse avvertire).

Naturalmente, visto che questa panna non è adatta ad essere montata, potremo utilizzarla anche per piatti salati.

Ho convertito una ricetta trovata in rete per il bimby (penso si possa utilizzare un buon minipimer) e ho ricavato le dosi anche in grammi, oltre che lasciare l’indicazione a bicchieri come suggerito originariamente.
Non ho cercato altre soluzioni vegetali, in quanto chi mi ha chiesto il gelato (che avrei fatto in seguito con questa panna) voleva proprio un gelato che sapesse di latte vaccino e non di latte di soia, o di riso.
Naturalmente ciascuno potrà fare le prove che riterrà opportune, non ultime quelle con vero buon latte intero.
Ho fatto così:
400 g di latte ad alta digeribilià fresco, parzialmente scremato (lattosio 0,5%)
520 g olio di germe di mais (lo uso non ogm, meglio ancora biologico), o di girasole deodorato, raffreddato da qualche ora prima in frigo
un pizzico di sale (reso a velo precedentemente)
Ho versato nel il latte con il sale – 30″ vel. 7.
Un po’ come si procede per la maionese, ho iniziato ad incorporare l’olio facendolo lentamente colare a filo dal coperchio dove avevo posizionato il misurino capovolto (ci ha impiegato un po’) – 3′ vel. 10.

Infine ho trasferito il tutto in barattoli di vetro (meglio se già freddi) e conservati in frigorifero.
In frigo il prodotto è migliorato come densità e corposità.
Ritengo che la catena del freddo sia molto importante in queste preparazioni!
Ricordo che qualsiasi tipo di latte – una volta aperta la bottiglia – si conserva per soli 4-5 giorni, quindi la panna che abbiamo preparato ha conservabilità analoga alla scadenza del latte.
Fonte 11.VIII.2012

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Tzatziki




Stasera abbiamo mangiato un ottimo tzatziki… Le prime volte l’ho provato con yogurt, ma ormai lo faccio col mio kefir, ho alleggerito il sapore dell’aglio, e metto peperoncino al posto del pepe.

si dice che per togliere l’amaro dal cetriolo, si debba tagliare la sommità e rotearla sulla parte sottostante del cetriolo.
In questa maniera si formerebbe una sorta di schiumetta che, una volta eliminata, lascerebbe il cetriolo più dolce.
Io l’ho provato, non ho trovato grandi differenze.. ma .. per dovere di cronaca
Come l’ho fatto io:
Ingredienti
yogurt greco denso (nel mio caso kefir) circa 3-400 grammi
cetrioli (ai quali ho tolto la buccia verde – un paio)
aglio (se lo volete molto leggero, anche 1 solo spicchio, ma .. ce ne stanno bene molti di più: fino a 4 per queste dosi)
olio e.v.o. – qualche bel giro
sale – un pizzico prima per scolare il kefir col telo, e poi aggiustare di sale, alla fine
aceto – aromatizzato/fruttato o alle mele (non direi assolutamente quello balsamico, quanto meno perché lo tingerebbe!!)
pepe (ma più spesso uso peperoncino)

foto prima: cosa rimane nel telo doppio (formaggio molle tipo philadelphia)
foto successiva: cosa rimane nel barattolo di vetro (il siero giallo verdino.. forse si può usare per qualcosa.. io ho provato per fare pane, ma non mi ha entusiasmato)
Ho messo a colare per una giornata circa, nel frigorifero – con un pizzicotto di sale fino – in un telo doppio, quasi tutta la produzione di kefir di un paio di giorni (non mi andava di berlo tutto), per fargli perdere tutto il siero… sarà stato 3 o 400 grammi;

nel bimby ho frullato un pezzetto di peperoncino a lame in rotazione, 1 spicchio di aglio (ma fino a 4 va bene), 1 pizzico di sale e 1 cetriolo o 2…

ho messo a scolare questo frullato (si consiglia su un tagliere di legno, ma spesso faccio in un colino), e dopo una mezz’ora l’ho strizzato ancora delicatamente spingendolo nel colino dove si trova (o sul tagliere), per eliminare quanto più acqua possibile

ho unito il tutto al kefir scolato (sembrava ormai un formaggio tipo philadelphia), aggiungendo un bel giro d’olio buono, e una cucchiaiata di un ottimo aceto aromatizzato alla frutta (un buon aceto di mele o altro è uguale)
Qualcuno suggerisce di amalgamare a mano

Lasciar insaporire per un paio d’ore in frigo e gustare su pane tostato o … a cucchiaiate

Variante per chi non sopporta l’aglio: con erba cipollina e olive nere di Gaeta


Fonte 09.IV.2012

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Gomasio sia col bimby che col suribachi & surikogi



Qualche giorno fa curiosavo in un negozio di biologico e mi è tornato davanti agli occhi il gomasio…
ssscciorbole.. 3 o 4 euro per un po’ di sostituto di sale…E’ un pochino calorico se si esagera, ma la proporzione di sale è minima (si va da 1 parte di sale e 6 parti di sesamo, fino ad arrivare a 20 o 30 parti di sesamo) e aiuta in tutti quei casi in cui si vuole diminuire il famigerato sale per ragioni di dieta o di salute (ipertensione, cellulite, ecc….).. e poi il sesamo fa un gran bene.. quindi.. partiamo..
ho usato sesamo biologico e sale rosa dell’Himalaya (ma qualsiasi buon sale grosso può andare)
ho preferito iniziare dalla dose base, e cioè 1 parte di sale e 6 parti di sesamo
(potrete misurare in cucchiaini, anche perché le dosi non sono tassative e si va molto a gusto personale)
.. questa volta in tutto sono circa 35-40 grammi…
qualcuno dice che si può evitare, ma questa volta ho voluto “lavare” il sesamo per ridurre un po’ di acido fitico (qui un interessante articolo) …
ho asciugato bene con un telo il sesamo sciacquato…

l’ho quindi messo in un padellino a tostare a fiamma media per una decina di minuti, sempre mescolando con un utensile di legno..
Non dovrete arrivare a far “fumare” il sesamo.. fa male..
Sarà pronto quando sentirete i primi scoppiettii… (trovo poetica la pratica secondo la quale bisogna tostare i semi di sesamo finché non saranno scoppiati i primi 8 chicchi).
Non sapendo della consuetudine degli 8 scoppiettii, ho fatto stare ancora un paio di minuti abbassando la fiamma..
togliere e mettere da parte..

nello stesso padellino ho messo il sale e ho fatto tostare/asciugare per una decina di minuti anche lui (è bene che il sale tosti nello stesso pentolino dei semi in modo di impregnarsi degli olii rilasciati) …

a questo punto avrei dovuto pestare nel mortaio giapponese il tutto (suribachi).
… e invece ho usato il bimby: prima ho macinato il sale a vel. 8 per una decina di secondi, e poi ho aggiunto il sesamo e ho mandato 30″ vel. 8 (avevo letto questo in una ricetta bimby, ma la prossima volta diminuirò molto i secondi: sembra che qualche semino si debba sentire…).
Questo sopra è una versione leggermente diversa di gomasio alle alghe più granuloso, comprato da un’amica in un negozio di biologico.
Il gomasio si mantiene molto, ma dopo una settimana circa perde il suo aroma, quindi preferisco prepararlo più spesso – tanto è facile – e mantenerlo in un vasetto di vetro, al fresco, per una decina di giorni al massimo.. se dura… ha un profuminooo!!!
*****
Ma.. di ritorno dal Giappone, non potevo non provare anche il metodo originale: quello con suribachi e surikogi…

.. eh si, appena tornata dal Giappone, non potevo non fare di nuovo il gomasio col metodo “principe”: quello con suribachi e surikogi, rispettivamente mortaio e pestello ad hoc comprati sul posto

Eccoli… freschi freschi di ritorno dal viaggio

Questa volta ho utilizzato un rapporto 1/24, e cioè 1 grammo di sale rosa dell’Himalaya (mezzo cucchiaino raso) e 24 grammi di semi di sesamo (6-7 cucchiaini colmi)… sempre previa tostatura dolce degli ingredienti.

clicca per ingrandire le immagini

prima (meglio prima pestare il sale grosso e poi aggiungere il sesamo)

.. e dopo
In parte ho pestato i semi e il sale con l’attrezzo apposito, e in parte – senza macinare, ma con le stesse proporzioni – ho inserito semi interi e sale grosso in un macinino (anche lui dritto dritto dalla terra del sol levante.. l’ho visto nelle izakaya giapponesi e me ne sono subito innamorata)

Fonte 15.IV.2012

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Salsa al finocchietto, salsiccia e formaggio sardo

Giorni fa mi è arrivata come al solito la rivista che arriva per un anno quando si acquista il bimby.
Ho approfittato del fatto che non faccia ancora caldo per fare un sughetto con salsiccia e finocchietto selvatico come da ricetta di questo numero.
Il piatto è questo
Ingredienti per 4 persone (secondo loro.. io dico che ci si mangia in 3…)
Per la salsa:
200 gr di finocchietto selvatico fresco (lo avevo comprato in quantità e surgelato: è difficile da reperire, comunque a nostro gusto, preferisco metterne molto meno… diciamo 50-100 grammi)
50 gr cipollotto
1 peperoncino piccante fresco piccolo
100 gr salsiccia di maiale, spellata (sono 2 piccoline)
20 gr olio extravergine di oliva
sale q.b.
30 gr vino bianco secco
Per la pasta:
320 gr di pasta di semola tipo cavatelli (ho usato questi miei andarinos)
Per condire:
40 gr di pecorino Fiore sardo (ho messo un po’ della grossa forma di questo casu sardu, comprato ad una fiera mesi fa e congelato, sottovuoto)
olio e.v.o. q.b.
Preparazione in 5 mosse:

1 – Preparare il sugo. Nel boccale tritare il finocchietto selvatico con il cipollotto: 10 sec., vel. 5-7, riunire sul fondo con la spatola
2 – Aggiungere il peperoncino, la salsiccia spellata, l’olio e il sale (io consiglio di salare poco sia sugo che pasta, visto che ci sono salsicce e formaggio saporito per condimento); cuocere: 8 min., 100°C, vel. 1
3 – Sfumare con il vino: 2 min., varoma, vel. 1, senza misurino. Togliere e mettere da parte.
4 – Cuocere la pasta in acqua bollente salata per il tempo indicato sulla confezione (fatti per la prima volta da me.. ho assaggiato e scolato gli andarinos, che ho versato da surgelati, dopo 7-8 minuti..)
5 – Scolare e condire con il sugo e il pecorino, in parte grattugiato e in parte a scagliette; irrorare con un filo d’olio e servire caldissima
Nota: per trovare il finocchietto occorre chiedere a qualche fruttivendolo di buona volontà o andare in qualche campo.. solo fino a metà primavera.. sembra che poi non lo si trovi facilmente..
Fonte Rivista Voi-Noi-Bimby maggio 2012

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Salsa worchestershire

Ricetta presa dal Volume “30 anni di Bimby”…


La ricerca della ricetta per questa salsa, nasce dall’esigenza di fare il roast-beef all’inglese che mi hanno insegnato ad una delle dimostrazioni bimby. .. e questo era uno degli ingredienti previsti.
Sembra che la versione commerciale classica di questa salsa (vedi foto sotto) sia a base di soia.
Infatti mi sembra diversa come consistenza rispetto alla ricetta proposta dal ricettario Bimby.

Questa versione non contiene soia.. magari può essere utile saperlo…
INGREDIENTI
(ma io ho fatto metà dose di prova…)

½ cucchiaino di cannella in polvere
3 chiodi di garofano
4 peperoncini rossi, piccanti
1 cipolla grossa, tagliata in quarti (100 g)
150 g di aqua
Sale q.b.
2 cucchiai di aceto
1 pizzico di noce moscata
10 g di marsala
ESECUZIONE
Mettere nel boccale la cannella, i chiodi di garofano, i peperoncini piccanti, tritare 1 min/vel 10 . raccogliere sul fondo con la spatola
Aggiungere la cipolla tagliata in quattro parti, tritare 4 sec/ vel 5
Versare acqua, sale, aceto, noce moscata, cuocere 10 min/ 100°/ vel 1
Unire il marsala, cuocere 20 min/ 100°/ vel 1
Imbottigliare la salsa ancora calda

CURIOSITA’ è una salsa inglese, agrodolce e leggermente piccante, che prende il nome dall’omonima città inglese di Worcester. Di color bruno scuro, è adatta con le carni, i sughi, le minestre ed è indispensabile per alcuni cocktail ( come il bloody mary). Nasce su richiesta nel 1835, quando un ex governatore inglese che aveva vissuto nel bengala commissionò a due farmacisti (john lea e william perrins) la riproduzione di una salsa indiana. Il risultato fu disastroso. Dopo qualche anno i due ripresero dalla cantina il barile di quella salsa e si accorsero che era deliziosa

Fonte 04.VI.2012

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PASTAiola, primi e pasta fatta in casa SALSE, sughi, condimenti, erbe

Gnocchi di patate

… e due versioni di condimento: al pomodoro, oppure burro e salvia!
Ce ne sono a centinaia di ricette simili, ma perché non pubblicare anche io un grande classico della nostra cucina? Semplici, semplici, e senza uovo nell’impasto (con qualche piccolo accorgimento ce lo possiamo risparmiare)…
Il risultato sono gnocchi morbidi. Se li volete duri aggiungete farina all’impasto. A noi piacciono così.

 Anche voi volete la versione superclassica con solo patate, farina e un pizzico di sale?

Ingredienti per 5 – 6 persone:
1 Kg. di patate, meglio se vecchie
300 gr di farina 0 (avevo 00), meglio se debole, è più digeribile (per indebolirla a volte la integro con il 20% di fecola di patate o altro amido)
un pizzicotto di sale (a 3 dita)
Procedimento
Uno dei modi per lessare le patate e farle restare belle asciutte, è cuocere a vapore
(purtroppo col tempo ho scoperto che cuocendo con la buccia – soprattutto se questa è verde – resta più solanina all’interno della patata, per cui ora lesso a vapore, a pezzi e senza buccia).
Lavate le patate le ho quindi disposte sul cestello rialzato, all’interno della mia pentola a pressione.
Dal sibilo, 20 minuti (10 minuti se patate a pezzi).
Si possono lessare anche al microonde, ma non amo il microonde e preferisco cuocerle alla mia maniera.
Le ho schiacciate ancora bollenti, con tutta la buccia (ma ora le sbuccio da prima, leggi qui), tagliando in due ciascuna patata.
La parte sezionata l’ho adagiata a contatto coi forellini dello schiacciapatate (il cimelio di circa 50 anni fa che vedete sopra nella foto) e ho premuto.
Vi assicuro che la buccia fina fina resta attaccata alla pala che fa pressione, senza il minimo sforzo, senza spreco, e senza lasciare tracce di buccia nel purè.

Ho messo un paio di pizzichi di sale in questo purè e ho aspettato che si freddasse (sembra che così le patate assorbano meno farina, per cui gli gnocchi restano più morbidi. Se li voleste più duri regolatevi aggiungendo un pochino di farina in più).

 

Appena fredde ho aggiunto parte della farina sul purè, e ho amalgamato.
Aiutandomi con una spatola ho aggiunto infine il resto della farina, lasciandone indietro un paio di pugni (mi serviranno per la tavola di legno per non far attaccare i cordoncini di patate).
a questo punto formiamo i cordoncini di impasto e, aiutandoci con una spatola, tagliamoli nella classica forma (2 o 3 cm, a vostro gusto).

Se volete, potrete passarli sulla rigagnocchi lasciando anche l’impronta del vostro dito (servirà per raccogliere meglio il sugo), o su una semplice forchetta per dare la classica rigatura, oppure lasciarli lisci.

Quadro d’insieme di come si presenta il nostro banco di lavoro!!

 

Per la salsa
Ho usato un condimento semplice, così (ottimi anche burro e salvia**):
2 barattoli polpa di pomodoro
un paio di giri di olio e.v.o.
1 o 2 spicchi d’aglio
mezza cipolla,
qualche foglia di basilico
un pezzetto piccolo di peperoncino
sale grosso q.b. (poco è meglio)
pecorino romano per spolverare sopra alla fine (in alternativa parmigiano reggiano, ma con gli gnocchi va a gusto: io preferisco il sapido del pecorino)
Ho rosolato aglio, olio, cipolla, peperoncino, aggiunto il pomodoro, il basilico e il sale.
Fatto cuocere per una 20ina di minuti, max mezz’ora, prima coperto, poi scoperto.
** Alternativa burro e salvia: metto in un padellino qualche fogliolina di salvia, grani di pepe misto – meglio verde, più delicato – burro e un pochino di acqua, per far rilasciare meglio il sapore alla salvia, senza arrivare a soffriggere troppo.
Opzionale, ma ci sta benissimo: la spolverata finale di parmigiano reggiano!

Cottura

Versare gli gnocchi in acqua bollente salata.
Per evitare che gli gnocchi si attacchino l’un l’altro, ho dato una mescolata veloce all’acqua bollente di cottura, ma senza toccarli.
Appena vengono a galla, li lascio ancora qualche decina di secondi
e li tiro su con la schiumarola (o “ragnetto”) o direttamente con la “pastaiola”.
Verso prima un po’ di sugo nel piatto di portata.
Aggiungo gli gnocchi.
Ricopro con altro sugo e spolvero con pecorino romano.


Note per la conservazione e il consumo

  • Ho infarinato bene un vassoio, li ho distesi senza farli toccare e ne ho congelata una parte: si cuoceranno bene versandoli da congelati, direttamente in acqua bollente;
  • oppure, possiamo prima farli cuocere un paio di minutini e poi congelarli dopo averli distesi su un vassoio;
  • o ancora, se si vogliono preparare in anticipo, ad esempio per il giorno dopo, assicurano che è un buon metodo buttarli da subito in acqua bollente salata, scolarli appena vengono a galla e raffreddarli immediatamente immergendoli in acqua e ghiaccio.
    Scolarli e condirli con un filo d’olio allargandoli in una placca. Si conservano in frigo per 4-5 giorni.
    Quando servono, rigenerarli rimettendoli in acqua bollente: come appena fatti!!!!!

Naturalmente, per praticità e per occupare meno spazio, se congelati si potranno versare tutti insieme in una bustina di cellophane.
Fonte 17.II.2015

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Sugo alle melanzane

Quando ci sono delle melanzane a portata di mano ripeto spesso questa pasta che ricorda una “pseudo-norma”.
Devo dire che in famiglia ci sembra più saporito e più “legato” questo sugo alle melanzane nostrano, rispetto alla “norma” tradizonale (catanesi, non me ne vogliate!).


Le melanzane, nella pasta alla norma, a parte farle a cubetti, andrebbero tagliate longitudinalmente, ma soprattutto andrebbero fritte e aggiunte successivamente nel piatto!
Quando faccio il mio contorno di melanzane a funghetto quindi, ormai ne preparo appositamente in abbondanza, per tenermene un po’ per questo ottimo primo piatto veloce.
Ad esempio oggi ho ri-fatto così:

Ingredienti
per 3 persone (per la pasta ho usato 270 gr di gigantoni della Garofalo)
1 megamelanzana di quelle nere lunghe
1 barattolo di polpa di pomodoro (o pomodori freschi)
aglio
olio e.v.o.
peperoncino
basilico
sale
ricotta salata (congelata sottovuoto in precedenza)
Premetto che, a meno che non siano troppo acquose (fuori stagione, ad esempio), è difficilissimo che io metta sotto sale le melanzane perché mi piace il loro sapore, amaro, dolce o piccante che sia!
Ho messo le melanzane in padella quando olio, aglio e peperoncino risultavano appena rosolati.
Ho coperto, e verso fine cottura ne ho lasciate una parte in caldo.
Ho aggiunto nella padella il pomodoro, il basilico, aggiustato di sale (poco).
Nel frattempo ho lessato la pasta e quando mancavano un paio di minuti a fine cottura l’ho scolata nella padella e l’ho saltata aggiungendo una cucchiaiata di ricotta salata prima di spadellare.

Ho impiattato versando sopra qualche melanzana che avevo in caldo,
spolverato con altra ricotta salata.

Se non siete siciliani non vi formalizzerete se vi dico che, qualora non fosse nei paraggi l’ottima ricotta salata, in casa spolveriamo la pastasciutta con abbondante pecorino romano 🙂
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E’ sottinteso che volendo mi avvicino di più al piatto tradizonale siciliano, ma come ho detto sopra gustiamo con molto piacere la “norma” nostrana.
Oggi ad esempio (26.IV.2018) ho fritto a listerelle delle melenzane (dai, voglio fare un omaggio alle amiche siciliane che chiamano così questo ortaggio) e ho proceduto in maniera quasi tradizionale! 😉
Fonte 24.VI.2012