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COSMETICANDO, casa e persona

Eco Remover – Levasmalto delicato per unghie

Per questo levasmalto delicato lo spunto principale come al solito viene da una delle formule de L’angolo di Lola.
Nei negozi biologici un tale solvente delicato ha un costo notevole.
Facendolo noi in casa in maniera semplicissima, riusciamo in contemporanea a dimezzare la spesa e a salvaguardare le nostre unghie.

Le mie piccole variazioni sono relative soltanto agli olii essenziali, che hanno tuttavia le stesse caratteristiche mirate per l’uso ottimale del prodotto.
Fase unica: 
Ethyl lactate 50 (nome commerciale qui, Eco Dissolvant)
Alcohol (buongusto per liquori) 95° 40
Glicerina 5
Olio di ricino 4
Olio essenziale di limone 0,50
Olio essenziale di arancio 0,25
Olio essenziale di bois de ho 0,25
il pH è 6 senza correzioni.

L’ethyl lactate nasce dalla esterificazione di acido lattico + etanolo e funziona come solvente. Viene utilizzato anche nell’indutria alimentare ed è biodegradabile (è a bollino giallo su skindeep).
In un documento di un organo di controllo americano è stato testato in patch semi-occlusivo al 49% e non ha dato irritazioni o sensibilizzazioni.
Dovrebbe essere più delicato dell’alcohol e in questo caso lavorano in sinergia.L’olio di ricino e la glicerina fungono da addolcenti, così come descritto in due levasmalto bio: quello della Sante e quello della Benecos.Inci levasmalto Sante
alcohol denat.*, ethyl lactate, ricinus communis seed oil, aqua, citrus aurantium dulcis*, limonene, linalool.Inci levasmalto Benecos
ethyl lactate, alcohol denat, glycerin, aqua, citrus aurantium dulcis (orange) peel oil, citrus limon (lemon) peel oil, limonene, citral.Secondo quanto confermato da Aroma-Zone, il venditore dell’Eco Dissolvant (e altri riscontri trovati in rete), gli oli essenziali con molto limonene aiutano la funzione solvente.
Io non sono una utilizzatrice frequente di smalto e dunque di levasmalto, un po’ perché l’odore dell’acetone mi dà molto fastidio, un po’ perché ho sempre mangiato le unghie, anche se sto cercando di smettere.E’ abbastanza semplice far venire via uno smalto normale anche se con questo remover impiego un po’ di più.
Ma questo levasmalto l’ho testato – armandomi di pazienza – su uno smalto molto difficile da togliere anche con altri solventi: il Candy Canes verde della Kiko – 43 Fizzy Peppermint.
Non senza difficoltà, ma alla fine ha funzionato, senza dare quella immediata sensazione di secchezza, ma anzi lasciando le unghie ben nutrite, grazie all’olio di ricino.
Rispetto ai levasmalto tradizionali quindi ci impiega un pochino di più, ma il gioco vale assolutamente la candela.
E’ sempre buona norma lavarsi le mani dopo.

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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COSMETICANDO, casa e persona

Vitamin C-E Serum Plus

Mi riaffaccio con un progetto perché un’amica mi ha chiesto espressamente di aiutarla con queste materie prime specifiche.
Le ho detto che ci avrei provato, con un inci più corto possibile.
Formula finale
Immagine
Acqua a 100
Idrolato Elicriso 15
Sospensione multipla di MgAlSi-Xanthan gum s.f.-Xanthan gum 5,30 (*)
Glicerina 4
Soluzione sodio ialuronato 5 KDa 1% 3
Magnesio Ascorbil Fosfato 2
Tetrasodio etidronato 0,10 (**)
Biosolv 0,20 (diminuire e se possibile omettere)
Tocoferolo 1,5
Olio Sacha Inchi 0,5
Ethylhexyl Stearate 1
Coco caprylate 1
Lisolecitina 1
Bisabololo 0,5
Oe lavanda 4 gtt
Cosgard 0,60
Idrossido di sodio soluzione 30% per pH 6,50
(*)
Ho preparato una sospensione con 5 gr di MgAlSi + 4,30 gr di xanthan s.f. + 1,5 gr di xanthan gum normale e acqua a 100.
Dopo 15 minuti di minipimer a 80° C il residuo si è ridotto a circa 80 grammi e su questo residuo ho inserito lo 0,60% di cosgard.
Dai miei calcoli i grammi inseriti in questa formula contengono all’incirca 0,35 gr di MgAlSi + 0,30 di xanthan s.f. + 0,10 di xanthan gum normale.
Con questa sospensione ho preparato il gel della fase acquosa.

Sopra, la sospensione di MgAlSi.

Sopra il Siero finale.
(**)
Grazie alle risposte del produttore, ho deciso di inserire il tetrasodio etidronato alle quantità minime trovate qui.
Il chelante così inserito ha la doppia valenza di salvaguardare la vitamina C e dà una mano ai conservanti inseriti in formula, specialmente quando le materie prime inserite sono molteplici.
Questa pubblicata è una seconda prova, leggermente migliorata.
Il procedimento
Ho messo tutta la fase oleosa (compresa la lisolecitina) in un becher.
Poi mescolando, ho aggiunto tanto emulsionante idrofilo (biosolv) da arrivare all’eliminazione delle gocce visibili di olio e allo sbiancamento.
Solo dopo ho incorporato questo mix in due o tre volte, nel gel preparato in precedenza e frullato col minipimer.
Infine ho conservato con cosgard ed alzato il pH a 6,5 con pochissime gocce di una soluzione al 30% di idrossido di sodio.
Ora trovo che si assorba meglio del primo siero, e lascia la pelle più setosa.
Dopo la pulizia del viso, e prima di questo siero, sarà ottimo applicare il tonico alla vitamina C per potenziare l’effetto di questa importante vitamina, già qui inserita in una forma stabile.
In seguito cercherò di “arricchire” questo siero, per ora così “minimal” destinato alla mia amica.

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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COSMETICANDO, casa e persona

4 Drops Serum – Antietà Bifasico

Sono arrivata al mio siero bifasico, pensato per la mia pelle matura, dopo aver letto la sezione relativa alla formulazione dei sieri ne “L’angolo di Lola”, dove lei stessa lo decanta cosi’ in un post della stessa discussione:
“… il bifasico è uno spignatto molto particolare, a dire il vero anche se non l’ho più rifatto mi era piaciuto molto.
Se metti poco olio ottieni un prodotto un po’ troppo acquoso, secondo me una quota più importante lo completa bene. Tieni conto che comunque se ne mette poco, quindi un 25% di grassi in un bifasico corrisponde ad una crema con il 10% di grassi….”
Proprio in quanto bifasico, questo prodotto non ha necessità di alte dosi di emulsionanti (e noi non vogliamo emulsionarci inutilmente i grassi della pelle, giusto?!!), e può contenere, al contrario di quanto si riesce a fare nelle creme, una “marea di attivi”.
Quindi per ora è il mio siero viso di elezione.
Una minima quantità di emulsionanti serve unicamente per il tempo necessario affinché il prodotto, una volta agitato, e con le due fasi ben miscelate, possa essere prelevato e applicato correttamente.

Sotto, nella nuova versione del 15 febbraio 2018 scorso, sempre anti-age, sempre molto idratante e con un occhio alla delicatezza del prodotto.
Lo “scheletro” è rimasto lo stesso del primo che pubblicai, ma ho voluto ridurre ulteriormente gli emulsionanti aiutandomi con la lisolecitina come co-emulsionante.
Fra l’altro la lecitina (in questo caso lisolecitina) e’ un attivo che alla mia pelle matura piace molto.
A questo punto mi ritrovo con un “nuovo prodotto” che dovrà essere nuovamente testato.

Fase A
Acqua Lauretana a 100 (circa 44)
Biosolv – emulsionante idrofilo (max 0,50% – qui 0,25)
Estratto fiori di malva bio (5-50% – qui 5) (*) 
Sk-influx (mix di 3 tipi di ceramidi – 3-5% – qui 5)
Sodio ialuronato 5kda soluz. 1% (1-3% – qui 5)
Sodio lattato soluz. 60% (1-3% – qui 5)
Estratto Vite Rossa bio (*) (5-50% – qui 3)
Pentavitin (**) (5-6% almeno – qui 3)
Pantenolo sol 75% (provitamina B5 – 2-4% – qui 2)
Glicerina (1-10% – qui 2)
Lisolecitina non ogm (0,5-1% – fino al 10% altro – qui 1)
Allantoina (max 0,35 emulsioni – 0,50 prodotti acquosi – qui 0,35)
Elastine booster (0,30-0,50% – qui 0,30)
(quando possibile aggiungo Sodium PCA 1-2%)
Multivit shuttle (max 5% – qui 3)
Fase B
Ewocream – emulsionante lipofilo 0,25 (max 0,50%)
Olio Sacha Inchi 5 (1-5%) (*)
Coco silicone 2 – lipide similsiliconico non derivante da petrolio
Ethylhexyl stearate 2
O. Avocado bio 2 (*)
O. Ribes Nero 2
O. Rosa Mosqueta bio 2 (*)
Tocoferolo – Vit. E 1,5 (0,1-3%)
C. Jojoba 1 (*) 
O. Argan 1 (*)
Pantenolo soluz. al 75% 1(max 2%)
Squalane vegetale 1 (almeno 5%)
Zanthalene 1 (0,5-2%) (**)
Bisabololo 0,5 (max 0,50%)
Herbalox O 1 gtt (max 0,1%)
Mix di olii essenziali di lotus, rosa damascena, gelsomino 3 gtt (0.5-1%) (*)
Cosgard (conservante) 0,60% (**)
pH 5,5-6
(*) da agricoltura biologica
(**) approvato Ecocert
Prodotti acquistati prevalentemente online presso Aroma-Zone e Farmacia Vernile.
Procedimento semplicissimo, tutto a freddo:
Ho preparato prima la fase A (acquosa), frullando tutti gli ingredienti tranne il Multivit Shuttle.
Poi ho preparato la fase B (grassa) e ho frullato.
Ho unito le due fasi, frullato; infine ho aggiunto il Mutivit Shuttle e ho solo mescolato.
Ho aggiunto il conservante in base al peso ottenuto e mescolato ancora.
Non c’é stato bisogno di correzione di pH visto che era già intorno al 5,5 – 6.

Sotto, con la separazione evidente prima di agitarlo, dopo essere stato agitato, e sulla mano(na).

Recensione d’uso
Ed eccomi dopo 10 giorni con la recensione del siero (tanto deve passare per il test d’uso del prodotto).
Anche questa versione di siero è apparentemente molto liquida, ma deve essere cosí.
Lascia la mia pelle setosa, idratata e nutrita (grazie all’alta percentuale di attivi delle due fasi acquosa e oleosa).
In inverno, dopo la sua applicazione, si potrebbe aggiungere un po’ di crema (io in genere non uso niente dopo).
Soprattutto in estate, quando si suda, l’applicazione di questo siero, per la mia pelle, è più che sufficiente.
E’ molto concentrato e quindi ne verso qualche goccia sulle mani umide per distribuirlo al meglio su viso e décolleté puliti con la mia acqua struccante simil-micellare, sia mattino che sera (solitamente di sera, dopo lo struccante, spruzzo sul viso  il mio tonico alla vitamina C e lo faccio asciugare per qualche minuto prima dell’applicazione del prodotto (siero o crema che sia).
Nota importante
A seconda dei prodotti che ho in casa, mi trovo di volta in volta a sostituirne qualcuno con altro analogo, altrettanto valido e compatibile col resto della preparazione.
Naturalmente ogni volta testo su di me il prodotto per una decina di giorni per notare eventuali intolleranze o allergie prima di darlo a sorelle e amiche.
Fermo restando che intolleranze e/o allergie possono insorgere in qualsiasi momento della nostra vita, per ciascun nuovo prodotto ad uso personale, consiglio di fare un piccolo test versandone un po’  nell’incavo del braccio (una goccia di siero in questo caso).
Ripetere dopo 24 ore.
Se dopo altre 24 ore non appaiono rossori in zona, dovrebbero essere escluse quasi totalmente allergie o intolleranze.

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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Tonico alla vitamina C

Se anche voi avete l’abitudine di usare il tonico, ma non volete spendere troppi soldini, volete un prodotto efficace, che non abbia conservanti, e avete la pazienza di farvi spesso da soli questo cosmetico, ecco un suggerimento su come lo faccio io in poche mosse.
La formuletta proviene dal solito forum, L’angolo di Lola e lì si parte dalla famigerata pasticca di C€bion o equivalente generico, come facevo qui.
Ora invece preferisco utilizzare l’acido L-ascorbico vero e proprio (lo riporto anche nella discussione di Lola, qui).
Vi ricordo che parliamo di acidi, quindi occorre fare molta attenzione e documentarsi prima di imbarcarsi in avventure poco piacevoli (peeling chimico, irritazioni, ecc.).
Io uso questo tonico in inverno, una sola volta al giorno, dopo la detersione serale del viso, su pelle non irritata.
Non mi ha mai dato problemi e mi sembra che l’incarnato migliori nei periodi in cui lo uso.
Se dovessi però avere qualche problemino, potrei utilizzarlo a giorni alterni!
Se al contrario si ha la pelle di “elefante” e si vuole aumentare la concentrazione di ascorbico, farlo con molta cautela e per gradi, ma sempre documentandosi!
L’importante per realizzare questo tonico alla vitamina C è avere una bilancia che pesi i centesimi di grammo (0,01) o almeno i decimi di grammo (0,10).
Ingredienti (per uno spruzzino da circa 22 grammi):
Acqua Lauretana (residuo fisso 14 mg/l)  22 grammi
Acido L-Ascorbico 0,10 grammi

Procedimento
Nella serata in cui decido di iniziare ad utilizzare questo tonico, lavo lo spruzzino e lo sterilizzo con qualche spruzzatina di acqua ossigenata, faccio agire qualche minuto e poi risciacquo.
Verso i miei 22 grammi di acqua Lauretana (o ancora meglio, acqua depurata di farmacia; non uso acqua demineralizzata del super, può essere contaminata microbiologicamente e gli stessi produttori scrivono sulle etichette di non utilizzare per la cosmesi!).
Con una micropalettina di plastica peso i miei 0,10 grammi di acido l-ascorbico e li verso nello spruzzino (la vitamina C disciolta in acqua deve stare più lontana possibile da metalli).

Agito la bottiglia, faccio sciogliere bene, spruzzo sul viso deterso, e infine metto il tonico in frigo.
Lascio agire e dopo circa 15 minuti applico una crema idratante.

Potrò utilizzare il tonico per 48 ore al massimo, prima che possa ossidarsi ed eventualmente ingiallirsi, quindi quando lo preparo, mi limito a metterlo per 3 sere consecutive, o se voglio un’azione più lieve, lo metto, alternandolo, la prima e la terza sera.
Dalla quarta sera potrò proseguire il trattamento preparandolo ex novo.
Il mio preparato ha pH 3-3,5.
IMPORTANTE:
VA CONSERVATO IN FRIGORIFERO
LA VITAMINA C SI OSSIDA PRESTO, E SULLA NOSTRA PELLE FA MALISSIMO METTERE PRODOTTI OSSIDATI, QUINDI NON UTILIZZARE IL PRODOTTO PIU’ A LUNGO DI QUANTO SUGGERITO: AVREMMO L’EFFETTO CONTRARIO DI QUELLO CHE VORREMMO!!
*****
P.S. 08.VI.2018
Con lo stesso procedimento ho preparato un tonico all‘estratto secco di rosa canina, titolato al 70% in vitamina C (acquistato da Farmacia Vernile).
Anche questa forma di vitamina C è instabile e la preparazione del prodotto va ripetuta ogni 3 giorni.
Vista la diversa concentrazione di Vit. C le dosi sono leggermente diverse, come spiegato sotto (per adesso la mia pelle è contentissima e in futuro potrei provare ad aumentare gradualmente l’estratto secco di qualche decimo di grammo):
Acqua Lauretana (o acqua depurata della farmacia), 20 g
E.s. Rosa Canina tit. Vit.C 70%, 0,13 g
pH 4,5
Ho fatto il calcolo che con i 25 grammi di estratto secco che ho comprato avrò tonico alla vitamina C per oltre un anno e mezzo!

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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Sgrassatore forte in due fasi … quasi ecologico

Avevo provato qualche sgrassatore che circola in rete, ma non sono rimasta soddisfatta in quanto troppo blandi, oppure con mix improponibili di componenti, tipo unione di sostanze acide (aceto) e alcaline (bicarbonato o sapone) che si neutralizzano a vicenda, portando ad una bassissima azione pulente e vanificando la nostra autoproduzione. Leggi qui!

Qui sopra due “ricariche” per delle amiche” 😉

 

Ho deciso pertanto di scendere ad un compromesso e di unire a questo pulitore vetri ecologico, un cucchiaio della PASTA BASE che trovate sotto, input preso in parte dalla ricetta “Sgrassatore Forte” del libro di Liliana Paoletti “Sapone e detersivi naturali”.

Per ragioni di copyright non posso descrivere nei minimi dettagli gli ingredienti della ricetta de La Regina del Sapone, ma d’altronde ho reso inedito questo prodotto, viste le mie necessarie modifiche dovute alla fusione delle due ricette. Inoltre la mia preparazione non prevede ebollizioni ripetute per far sciogliere il sapone, ma basterà polverizzare bene il tutto, mescolare coi liquidi previsti, ed aspettare circa 24 ore per avere la nostra PASTA BASE pronta!
Aggiungeremo quindi un cucchiaio di PASTA BASE quando vorremo uno sgrassatore veramente forte, da utilizzare di tanto in tanto per le cappe della nostra cucina e per le pulizie a fondo (questa non è esattamente una formula ecologica, ma nella maniera in cui l’ho pensata si riusciranno a limitare danni all’ambiente in quanto ne utilizzeremo un solo cucchiaio per spruzzino). Per le pulizie di tutti i giorni potremmo limitarci invece al pulitore che trovate linkato sopra ne “L’Angolo di Lola” (che a quanto pare viene utilizzato da molti in maniera abbastanza efficace come sgrassatore, oltre che come pulitore vetri).
I FASE – PASTA BASE (propedeutica alla preparazione dello SGRASSATORE della seconda fase)
(per 170 grammi di pasta che servirà per 12-14 spruzzini da 500 gr l’uno. Potrete rifornire tutto il parentado, oppure, volendo, dimezzare le dosi)
30 gr sapone autoprodotto
20 gr carbonato di sodio (Soda Solvay)
50 gr ammoniaca (ho usato quella profumata del supermercato)
70 gr lisciva di cenere autoprodotta (facoltativa)
1,5 gr olii essenziali (50 gocce a piacere – ho utilizzato tea tree oil)
Ho polverizzato nel Bimby  il sapone ridotto a scagliette e la Soda Solvay.
Attenzione a non respirare le polveri fini che si diffonderanno. In questi casi io utilizzo sempre una mascherina.
Quando la polvere si sarà depositata versarla in un barattolo di vetro e, mescolando, aggiungere lentamente l’ammoniaca, la lisciva e gli olii essenziali. Momentaneamente il prodotto si presenterà separato.

Il composto sarà pronto dopo circa 24 ore. Ogni tanto scuotere. Lo troveremo compattato, ma nel frattempo i granelli delle polveri si saranno ammorbiditi al punto di non ostruire lo spruzzino quando lo andremo ad aggiungere allo sgrassatore della seconda fase!
Ne metteremo ogni volta un cucchiaio – circa 12-15 grammi – in ogni spruzzino dello SGRASSATORE della seconda fase!
Il prodotto non contiene acqua e ha un pH molto alto (basico), per cui ritengo che la conservazione non sia un problema per almeno 6 mesi. Sarà nostra cura comunque monitorare cambiamenti di colore o odore del prodotto.
 
II FASE – SGRASSATORE
(per uno spruzzino da 500 gr)
100 gr alcool denaturato rosa (oppure alcool bianco da liquore) ***
1,5 gr detergente piatti commerciale o ecologico (1 cucchiaino da caffè)
400 gr circa di acqua demineralizzata o comunque fino a riempimento dello spruzzino (anche acqua di rubinetto va bene, se “dolce”)
10-12 gr di PASTA BASE (1 cucchiaio da minestra)
Quando necessario non dovremo far altro che aggiungere ai pochissimi ingredienti dello SGRASSATORE della seconda fase, un cucchiaio della PASTA BASE della prima fase, e avremo il nostro super-mega-sgrassatore-forte-ed-efficace!
Agitare prima di utilizzare.
*** se si conta di utilizzare in tempi relativamente brevi è possibile ridurre a 50 gr l’alcool ed aumentare l’acqua.
Ah! A volte l’ho usato anche per i pavimenti.

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– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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COSMETICANDO, casa e persona

No-talco piedi e corpo

NO TALCO PIEDI
e in fondo …
NO TALCO CORPO

Ho provato a realizzare una polvere assorbente senza talco, che mantenesse ben asciutti i piedi di tutta la famiglia e provasse ad allontanare anche piccoli problemi batterici.
In passato comprai in farmacia questo ottimo ma costoso prodotto:

Purtroppo non sono riuscita a trovare in Italia lo zinco undecilenato contenuto nella polvere in commercio, né mi va di comprarlo oltreoceano, quindi mi sono adattata a realizzare il mio prodotto senza questo componente (anche se è proprio questo il componente valido per piccoli problemi micotici).
Mi sono attenuta alla “scaletta” dei prodotti inseriti secondo l’I.N.C.I. (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) riportato in etichetta, e osservando le percentuali d’uso per ciascuna materia prima**, sono arrivata al mio NO-TALCO-PIEDI.

Ingredienti (a 100):
Amido di mais biologico 60 grammi (Zea Mays)
Argilla bianca 20 gr (Kaolin)
Magnesio stearato 10 gr (Magnesium Stearate)
Ossido di zinco 10 gr (Zinc Oxide)
Olio essenziale di Timo biologico 8 gocce (Thymus Vulgaris)
8 chiodi di garofano nei contenitori/dosatori
**
Percentuali d’uso materie prime da utilizzare in polveri libere – Fonte Aroma Zone:
Amido di mais –  da 1 a 80%
Argilla bianca – da 1 a 95%/
Magnesio stearato – da 1a 30%
Ossido di zinco – da 1 a 60%

Preparazione con il Bimby:
Innanzitutto … ATTENZIONE A NON RESPIRARE LA NUVOLETTA DI POLVERI CHE SI FORMA!!!
Per ovviare al problema ho indossato una mascherina!
Per lo stesso motivo ho imparato ad appoggiare un foglio di cartacasa sul boccale del bimby.
Poi delicatamente spingo su questo foglio il misurino che si va ad incastrare nel foro del boccale, chiudendolo (è assicurato che le polveri sono contenutissime).
Ho miscelato nel bimby i 100 grammi di polveri (immagino sia uguale nel grinder o macinacaffè, ma se lo avete piccolo, fate metà dose).
Ho messo tutte le polveri nel boccale, mandando gradualmente il turbo per 10 secondi.
Ho dato un’assestatina senza aprire e ho aspettato un po’ che si depositassero le polveri.
Poi ho aggiunto qua e là le gocce di olio essenziale di timo.
Ho riavviato il bimby per altri 30 secondi gradualmente a turbo e ho aspettato di nuovo che si depositassero le polveri prima di aprire.
Il risultato è una polvere profumata impalpabilissima!
Alla fine ho aggiunto nel contenitore/dosatore i chiodi di garofano (a volte li ho messi nelle farine lavanti: avena, cacao, ecc.).
In questo modo spero in una conservabilità maggiore soprattutto dell’amido utilizzato.
Per la conservabilità comunque – visto che si tratta solo di polveri e non di acqua/liquidi – si potrà fare riferimento alla scadenza dei singoli prodotti che si utilizzano.
A detta delle mie sorelle, che me la chiedono spesso, questa polvere assorbente ha risolto gli antipatici problemi di sudorazione dei piedi (evitando di conseguenza l’insorgenza batterica o di funghi) ed è riuscita a far “respirare” di nuovo sia scarpiere che scarpe da ginnastica dei loro ragazzi che giocano a pallone!
NO TALCO CORPO

Oltre che per i piedi ho preparato anche il no talco per il corpo, con opportune piccole modifiche come illustrato sotto.

Ingredienti a 100:
Amido di mais biologico 60 grammi (Zea Mays)
Argilla bianca 20 gr (Kaolin)
Magnesio stearato 10 gr (Magnesium Stearate)
Ossido di zinco 9,5 gr (Zinc Oxide)
Bisabololo (Bisabolol) 0,5
Olio essenziale di Lavanda (Lavandula Angustifolia) o Rosa 2 gocce
8 chiodi di garofano nei contenitori/dosatori

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Acqua struccante ( simil acqua micellare )

Questa non è esattamente un’acqua micellare, ma è un’imitazione di un prodotto commerciale così denominato e condivide con questo buona parte degli ingredienti.

E’ una ricetta de “L’Angolo di Lola”.
L’ho realizzata in maniera più ecosostenibile possibile (non mi interessa se questo può penalizzare in minima parte l’efficacia del prodotto, che invece funziona benissimo, visto che amiche e parenti me la richiedono in continuazione).

Ecco i pochi ingredienti della formula:
acqua 95,30 (acqua depurata della farmacia o acqua Lauretana, a bassissimo residuo) **
PEG 6-caprylic capric glycerides 1.40
glicerina 2,70
cosgard 0,60

** A volte integro con il 10% circa di idrolato. Questo struccante va negli occhi: è meglio che non contenga olii essenziali o fragranze, né coloranti.

… e questo è l’inci del mio prodotto

Grazie anche al suggerimento di Lola per le eventuali sostituzioni possibili, ho reso questo prodotto più “verde” utilizzando soltanto glicerina, piuttosto che gli ingredienti che trovate linkati nella ricetta originale.

Sostituzioni
Il tensioattivo (PEG) non è sostituibile.

Preparazione
Mescolo assieme tutti gli ingredienti, tranne l’acqua (ed eventualmente l’idrolato), che aggiungo alla fine; mescolo ancora e imbottiglio.
A riposo il mio struccante è limpidissimo. Nell’agitarlo si opacizzerà (è normale).

Istruzioni
Da utilizzare sera e/o mattina per la pulizia del viso.
Agitare prima dell’uso.
Applicare con un dischetto di cotone o un panno morbido (io uso un panno multiuso in bambù, acquistato da Naturasì, che sciacquo e riutilizzo per moltissime volte dopo averlo diviso in quattro parti).
Eventualmente ripetere.
Sciacquare e procedere all’applicazione della propria crema o siero.

I prodotti utili per realizzare questa ricetta possono essere acquistati presso i venditori online di materie prime cosmetiche.
Fra i molti, ne indico due italiani: Farmacia Vernile e Glamour Cosmetics
Uno francese: Aroma Zone

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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COSMETICANDO, casa e persona

Crema riparatrice mani

Ho realizzato questa versione di crema riparatrice mani con prodotti quasi totalmente a “bollino verde”.
E’ ispirata alla formula de L’angolo di Lola, ma dopo alcuni tentativi e relative sostituzioni, ritengo di essere arrivata (almeno per adesso) al prodotto eco-sostenibile che cercavo!
La trovo ottima, e ripara veramente.
Ormai è nella mia “to-do-list”: amiche, nuora, e anche le mie mani, me la chiedono in continuazione 😉
Sotto come realizzo generalmente la mia versione per 100 grammi di questa crema.
Fase A (o acquosa, o idrofila)
Acqua (Lauretana) a 100 (65,58: a questa quantità si arriva per differenza sottraendo a 100 grammi il totale degli ingredienti inseriti in formula)
Xanthan smooth flow 0,30 (se volessi una crema leggermente più corposa potrei aggiungere 0,10 di xanthan gum normale)
Allantoina 0,35
Glicerina 10
Fase B (o grassa, o lipofila)
Alginato 0,50 (prima di scaldare il tutto lo sciolgo preventivamente nel tocoferile a.)
Burro cacao 2 **
Burro karité 2 (lo aggiungo fuori fuoco) **
Caprilico caprico trigliceride 4
Olio Avocado 4 **
Tocoferile acetato 3 (oppure 1,5 tocoferolo + 1,5 altro olio)
Alcool cetilstearilico 50/50, 1
Olivem 3
Fase C (inserimento principi attivi)
Soluzione Sodio ialuronato 1%, 1,25
Pantenolo 75%, 2
Estratto CO2 calendula 0,3 (sciolto in un grammo di avocado preso dalla fase B e nelle gocce di olii essenziali) **
Salvacosm DB 0,6
Profumazione con olii essenziali – 3-4 gocce (quando e se profumo le mie creme, generalmente utilizzo olii essenziali, oppure mix di questi realizzati da me) **
** da agricoltura Biologica

Peso precedentemente tutti gli ingredienti per averli pronti per la lavorazione.
Fase A
Preparo prima il gel di xantana stemperandola nella glicerina.
Poi aggiungo quasi tutta l’acqua.
Se non ho tempo frullo da subito per alcuni minuti per far aprire il polimero (xanthan gum) e far formare bene il gel, altrimenti lascio riposare per un po’.
Dopo una mezz’ora trovo che il tempo ha fatto il lavoro per me, e il gel è quasi del tutto formato, ma io preferisco dare comunque una frullatina.
Aggiungo l’allantoina sciolta precedentemente in una piccola parte di acqua presa dal totale e finalmente scaldo il tutto a 70°C.
Se si è abbastanza padroni nelle emulsioni, si potrebbe lasciare una piccola parte di acqua fredda da aggiungere dopo (ad un corso mi è stato insegnato che questo è un ulteriore metodo per freddare l’emulsione prima di procedere all’inserimento degli attivi della fase C!).
Fase B
In contemporanea procedo al riscaldamento della fase lipofila fino ad un massimo di 70°C o comunque fino a scioglimento degli emulsionanti cerosi. Aggiungo fuori fuoco il burro di karatè e spesso do una frullatina con minipimer a questi grassi prima di inserirli nella fase idrofila.
Verso quindi la fase B nella fase A (le due fasi devono stare a temperatura analoga di circa 60-70°C; meglio che sia quella acquosa la fase più calda, che non il contrario) e procedo a creare l’emulsione, alternando l’utilizzo prima di minipimer e poi di spatola, fino a far quasi raffreddare la crema (aiutandomi se possibile, con un bagnomaria freddo).
Fase C
Una volta portata l’emulsione delle due fasi precedenti quasi a raffreddamento (25-30°C circa), aggiungo uno alla volta i vari attivi della fase C (facendo attenzione a non versare in stretta successione la soluzione di sodio ialuronato e il pantenolo: smonterebbero l’emulsione), la profumazione e il conservante.
Spesso, in questo momento, prima di aggiungere l’attivo, lo mescolo preventivamente con una piccola parte di crema presa dal totale.
Misuro il pH con le cartine al tornasole e se occorre procedo con poche gocce alla volta di soluzione al 20% di idrossido di sodio (per alzare il pH) oppure acido lattico o citrico (per abbassarlo). In questo caso il pH della mia crema risulta 5,5-6, quindi non tampono.
La crema ha una bellissima consistenza appena un po’ fluida e un colore giallino (dato dal fantastico e lenitivo estratto di calendula). Copro e metto in frigo il becher con la crema per poterla trasferire dopo qualche ora nei contenitori dedicati (in modo di far scomparire anche le eventuali microbollicine di aria incamerata).
Reggerebbe anche in vasetto, ma per igiene e praticità (si potrà trasportare in borsa), preferisco traferire la crema in dosatori airless.
Qui il video della ricetta realizzato dalla brava Shakarì

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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COSMETICANDO, casa e persona VARIE - Quel che resta, e non è poco

Aloe arborescens – efficace doposole e non solo

Incuriosita dalle decantate virtù di questa pianta, tempo fa mi sono convinta a comprare un’ Aloe Arborescens Miller di circa 5 anni, per averla sul balcone.

Per guarigioni miracolose non so, ma da mia testimonianza diretta vi assicuro che per un’estate intera, prendendo qualche foglia qua e là (l’isola greca dove soggiornavo ne era piena), e spalmandomi sul corpo dopo la doccia l’interno gelatinoso di una foglia spellata, mi sono salvata non solo dalle ustioni, ma addirittura non ho avuto neanche la classica spellatura alle spalle di fine stagione!
Ne ho fatto anche un gel cosmetico (sembra che anche in questo caso l’aloe arborescens abbia molte più proprietà rispetto all’aloe vera)  ma è da tenere in considerazione che, a prescindere dai conservanti che ho utilizzato, analogamente a qualsiasi altro infuso da pianta fresca anche l’aloe è soggetta a ossidazione, quindi problematica da utilizzare in tal senso.
Se può essere utile, ho comprato qui la pianta, ma ci sono altri posti certificati in Italia dove viene coltivata biologicamente.
Per chi fosse interessato poi, c’è questa ricetta dello sciroppo di P. Zago.
Io l’ho preparato per un periodo, diciamo senza nessuna pretesa di guarigioni mirabolanti per qualche malattia particolare (oddio, se mi ringiovaniva di una 30ina d’anni  sarei stata contenta, eh?!) ma solo perché appunto, sono curiosa di fare nuove esperienze.
INGREDIENTI
350∼500g miele d’api biologico (meglio se di castagno o comunque non millefiori)- minimo 46,66%
40-50ml di distillato (circa 6 cucchiai monocultivar di grappa, cognac, whisky, ecc.) – minimo 5,33%
350g Foglie di Aloe Arborescens bio: 3-5 foglie o più, fino a raggiungere il peso – minimo 46,66%
PREPARAZIONE
Raccogliere le foglie necessarie di sera, nell’oscurità, avendo avuto cura di innaffiare la pianta qualche giorno prima, e non a ridosso della raccolta.
Lavorare tutto in penombra (ad esempio con la sola luce della tv, onde evitare di avviare velocemente l’ossidazione delle foglie tagliate).
Togliere le spine dai bordi delle foglie e la polvere depositatasi, utilizzando uno straccio strizzatissimo-appena umido o una spugna.
Tagliare a pezzi le foglie (senza togliere la buccia) e metterle nel frullatore assieme al miele e al distillato prescelto.
Frullare bene e il preparato è pronto per il consumo (l’ho fatto nel bimby).
Non filtrare, né cuocere.
Il frullato ottenuto deve essere messo in frigorifero in un barattolo scuro, ben chiuso (ho schermato il barattolo di vetro con un foglio di alluminio).

Rifatta di recente 1/4 della dose consigliata (preferisco rifarlo spesso!)

DOSI E MODALITA’ CONSIGLIATE SECONDO PADRE ROMANO ZAGO
Agitare bene prima dell’uso.
Avendo cura di aprire il barattolo in zona buia, prendere un cucchiaio da tavola 20 o 30 minuti prima dei tre pasti principali (colazione, pranzo e cena).
Una volta iniziato il trattamento è importante assumere tutto il contenuto del barattolo.
Appena finito, è consigliabile sottoporsi a una visita medica per verificare eventuali miglioramenti.
Il risultato delle analisi offrirà indicazioni sugli effetti ottenuti e suggerirà la procedura da seguire.
Se i risultati dovessero dimostrare che non ci sono stati miglioramenti con il primo barattolo, è necessario ripetere l’operazione dopo una pausa di 5-10 giorni. Tale ciclo dovrà ripetersi tante volte quante sono necessarie per eliminare il male.
Soltanto dopo i primi quattro tentativi senza esito positivo si deve ricorrere ad una dose doppia, cioè due cucchiai prima di ogni pasto.
– Dal canto mio posso dirvi che per fare lo sciroppo ho letto che il miele migliore (biologico), sia quello di montagna di castagno… e comunque mai il millefiori.
– La grappa (meglio se biologica) da usare è meglio quella proveniente da un solo tipo di uva…
– La raccolta e lavorazione va fatta quanto più possibile al buio o quasi, e si deve anche bere al buio!
– Le foglie vanno raccolte quando non si innaffia da almeno qualche giorno, altrimenti si “annacquano” anche le proprietà (accidenti quante ne vuole ‘sta pianta eh?!!!)
Per altre notizie si rimanda – oltre che alle informazioni della rete – soprattutto ai consigli dei propri medici prima di intraprendere qualsiasi iniziativa.

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).
Fonte 16.VII.2012

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COSMETICANDO, casa e persona

Come mi coloro i capelli

Eh, sí! L’etá c´è, qualche capello bianco pure. Devo dire che sono una fortunata, e per gli annetti che ho, fra i miei capelli castano scuro naturali, di capelli bianchi ne ho relativamente pochi.
Peró sono antipatici no?
Visto che sono pochi e che ci tengo alla salute (da buona aficionada di Cookaround e anche dell’Angolo di Lola), me li coloro in maniera ecosostenibile, cosí:

Ogni riccio un capriccio!

Ingredienti della ricettina attuale (dosi per una testina con capelli di lunghezza media):
– succo di 1 limone
– 1 yogurt naturale, magro o intero è uguale
– un paio di cucchiai colmi di henné rosso naturale (lawsonia inermis – le polveri delle erbe di Janas sono considerate ottime o lo potete comprare in erboristeria a peso, ma accertarsi che non contenga picramato)
– 30 grammi di henné nero o indigo bio – stesso discorso come sopra (Janas)
– 1 cucchiaino di olio di mandorle (facoltativo, per capelli secchi)
– 5 gocce di olio essenziale di lavanda (facoltativo)
– un paio di guanti di lattice, per non annerirsi le mani
– un po´ di acqua calda da aggiungere all’occorrenza alla pappetta, subito prima di colorarsi

Procedimento:
– in un vaso capiente di vetro versare lo yogurt
– versarci dentro le due polveri di henné e mescolare
– spremere il limone e versarlo sull´impiastrino e mescolare ancora
– volendo, aggiungere olio di mandorle e olio essenziale di lavanda (io solitamente mi comporto diversamente; vedi sotto)

– chiudere avvitando bene il coperchio e lasciar macerare per qualche ora (in teoria l’indigo non si dovrebbe acidificare, anzi, ma io faccio da anni questo lavoro e la chioma non ne risente, e poi – diciamocelo – non farei mai un doppio passaggio di “tinteggiatura”, uno acidificato e uno basificato).
– al momento di colorarsi, se occorresse, aggiungere un po´ di acqua calda e mescolare (in inverno la pappetta è troppo fredda)

– lo applico con le mani, protette da guanti di lattice, spalmandolo con le dita
– tengo l´impiastro per minimo 1, ma anche fino a 3 ore, intanto che faccio le faccende di casa
– naturalmente dopo aver ben chiuso la testa fra due cuffie di nylon ed una fascia che non faccia colare l´henné quando si scalda, con la temperatura corporea
– dopo circa 3 ore, in mancanza dell’olio da inserire nell’impastino, metto un po’ di balsamo autoprodotto e sciacquo via ripetutamente tutto il terriccio senza usare shampoo (vi consiglio di raccogliere il grosso della fanghiglia in un catino capiente, se non volete che la vostra vasca si intasi nel giro di breve tempo)
– faccio lo shampoo dopo un paio di giorni (questo dà modo all’henné di non “scaricare” troppo da subito e attecchire meglio)
– consiglio in piú: per la prima notte dopo l´henné, dormite con una federa scura o un asciugamano sulla federa (potrebbe tingere ancora per un po’)
– sembra che l´henné sia anche un ricostituente del capello.
Difetti:
– dovete sopportare l´odore non esattamente piacevole che ha l´henné
– Ad una cookina che aveva già una tinta chimica precedente ha “inverdito” i capelli, quindi assolutamente da evitare sui capelli tinti.
Ciao a tutte e buon colore salutare
Ah! Dimenticavo:
prima

e dopo

ecco i fili di rame al posto di quelli d´argento

appena asciugati a testa in giú

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

Fonte 19.IV.2009