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DOLCI

Dolce al cacao dukan-style senza tollerati


E per non restare del tutto senza qualche dolcetto gratificante …
Ingredienti (doppia dose circa, rispetto alla ricetta originaria)

3 uova grandi (le avevo medie) + 2 albumi
1,5 cucchiaini dolcificante liquido tic (o meglio equivalente stevia)
20 g di cacao amaro
spolverata abbondante di cannella
ho aggiunto un pizzichino di sale rosa nel montare gli albumi

Separate i tuorli dagli albumi, sbattere i tuorli con dolcificante e cacao (è stata dura “disammalloppare” tutto 🙁 ).
Montare gli albumi a neve e incorporateli delicatamente al composto aggiungendo un pizzico di sale.
Aromatizzate con cannella.
Ho usato due stampini piuttosto che una tortiera come nella ricetta originaria..
Cotti in forno per 15 min a 180°C, poi 5 minuti a 160, poi 5 minuti a forno spento, poi 5 minuti a fessura… totale 30 minuti.


Ho suddiviso in più fette rispetto alle 6 dosi che avevo previsto, e ne ho gustata qualcuna con della ricotta di bufala e una spolverata di cacao amaro.
Fette morbide e leggermente spugnose. Mi hanno ricordato un pochino una chiffon-cake al cacao..
Buono, da ripetere!
Fonte 06.IV.2013

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DOLCI

Torta soffice dukan-style senza tollerati


E siamo addirittura ad una pseudo-tortina. Perché no?!! Dobbiamo pur coccolarci, nonostante le diete, giusto?!
INGREDIENTI
Per l’impasto
(fare solo due strati e non tre come in foto)
200 gr Latte scremato in polvere
2 Uova
70 gr Crusca d’ Avena
15 gr Crusca di Frumento
70 gr di Glutine
130 gr Albumi
150 gr Acqua
150 gr Latte scremato
buccia grattugiata di 1 arancia (ricordarsi che il mio estratto di vaniglia – alcolico – è meglio utilizzarlo in cottura, così evapora!!!!!!)
5 microdosatori rasi stevia pura
1 bustina di lievito in polvere
Per il ripieno
(1 strato e non 3 della foto)
500 gr ricotta
1 cucchiaino cardamomo polverizzato
3 microdosatori rasi stevia pura
Per la bagna
(1 strato e non 3 della foto):
200 g acqua
2 microdosatori di stevia
1 cucchiaino cardamomo polverizzato
Per la copertura
200 gr di latte in polvere scremato
40 gr di cacao magro Dukan (no tollerati)
5 microdosatori di stevia
200 ml acqua
PROCEDIMENTO
Preriscaldare il forno a 200 e infornare a 180° sopra/sotto (oppure verificare la cottura della chiffoncake, che mi sembra sia perfetta, e non tralasciare di poter utilizzare lo stampo da chiffoncake, senza cartaforno).
Mescolare tutti gli ingredienti secchi.
Aggiungere poi, i soli tuorli delle uova intere, l’acqua, il latte liquido, il dolcificante e l’aroma.
Lavorare il composto energicamente.
Montare tutti gli albumi a neve, aggiungendo un pizzico di lievito a metà lavorazione, e con l’ aiuto di una frusta aggiungere al composto.
Foderare con carta da forno una teglia a bordi alti del diametro di 27-28 cm.
Dopo aver fatto riposare 5 minuti l’impasto, incorporare il resto del lievito, spolverizzando, e continuare a mescolare delicatamente.
Versare nella tortiera e infornare coprendo con cartaforno, facendo attenzione che non tocchi l’impasto (la prima volta ho messo anche la griglia per una maggiore stabilità, ma provare col supporto dell’estense, oppure giocare con le griglie grandi, poggiandoci sopra la cartaforno o al limite una teglia piccola, ma penso vada meno bene).
Lasciare cuocere 45 minuti circa in un ripiano centrale (lasciar perdere la storia di togliere il foglio da sopra dopo 30 minuti, pena l’ammosciamento assicurato…)
Una volta cotta, lasciarla ancora 5 minuti dentro a forno spento, poi ancora 5 minuti a fessura, e poi speriamo che se la cava…
Quando la torta sarà fredda tagliarla a metà.
Foderare il fondo di uno stampo possibilmente a bordi svasati con carta da forno.
Tagliare delle sottili strisce non più larghe di un dito e ricoprire il fondo con questa pasta. Bagnare!
Amalgamare la ricotta con l’ aroma e il dolcificante.
Versare sulle strisce di pasta il ripieno e livellarlo (ma non arrivare proprio al bordo, altrimenti se fuoriesce, poi la copertura non si attacca).
Ricoprire con altre strisce di pasta, attappando i buchi.
Bagnare con la bagna tutta la pasta aiutandovi con un pennello e fare la prova “mano”.
Schiacciare leggermente e mettere in frigo con un piatto sopra dove metterete un peso.
Lasciate riposare per 4 ore circa.
Nel frattempo che la torta è in frigo preparate la copertura.
Lavorate energicamente il latte in polvere con il dolcificante, il cacao e l’ acqua.
Cuocere a bagnomaria per 5 minuti (o in microonde per 30/60 secondi)
Lavoratela ancora un pò e poi mettetela in frigo.
A questo punto – per evitare grumi – frullare col mixer, oppure lasciatela riposare e quando sarà fredda passate la crema in un setaccio o colino.
Togliete la torta dal frigo e capovolgetela su un piatto da portata.
Versarvi sopra la copertura al cioccolato e livellate .
Rimettete in frigo e lasciate asciugare la glassa.
Fonte 11.IV.2013

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DOLCI

Ricotta al forno al limone dukan-style

Alla continua ricerca di dolcetti leggeri, ho reso questa ricotta dukan-style aromatizzata al limone, perfino più light dell’originale.
Eccola:

Ingredienti
gr. 500 di ricotta di bufala light (di solito la trovo al 6%, questa di bufala ha l’8% di grassi, ma è ottima).
ml 7,5 di dolcificante liquido (corrispondente a circa 100 gr di zucchero, leggermente maggiore della quantità prevista. Per un’alternativa più salutare, la prossima volta proverò con stevia).
il succo di un limone
5 ml di mio estratto di vaniglia
gr. 30 di amido di mais (due tollerati)
Procedimento
Ho spremuto il limone e filtrato, passata la ricotta con le fruste dello sbattitore e amalgamato tutto.
Prima ho mescolato la ricotta con il dolcificante, poi ho aggiunto il succo di limone e la vaniglia (non esagerare altrimenti prevale sul sapore del limone).
Ho frullato ancora e assaggiato per vedere com’era di sapore.
Ho continuato a frullare spolverando l’amido (qui la ricetta suggerisce di far venire una crema abbastanza liscia, ma la mia ricotta era già molto asciutta.
Se dovessi usare questa stessa ricotta, la prossima volta aggiungerò 1 o 2 cucchiai di latte scremato liquido.
Ho messo il composto in 6 stampini monoporzione di silicone, riempiendone ciascuno con 100 grammi circa del composto e ho livellato bene.
Cottura
Ho messo in forno caldo a 200°C finchè non ho visto colorarsi bene la ricotta. Dopo una 20ina di minuti i dolcetti erano emersi dagli stampi di buoni 2 cm, ma alla fine si sono rilivellati. Ho fatto stare ancora 10 minuti, ma forse si poteva evitare (proprio perché la ricotta era molto asciutta..)
Ho fatto freddare e poi messo in frigo (non sformare subito, altrimenti rischia di spatasciarsi).
Una volta freddi, ne ho guarnito uno con la mia marmellata di bacche di goji. Buonissimo!!!
Gli altri li ho congelati. .. vediamo come saranno una volta scongelati.

Meglio mangiarla appena pronta, ma pur se perde un pochino, è un dolce accettabile anche dopo scongelato.

Fonte  28.IV.2013

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DOLCI

Pasticcini di frolla all'olio

Grazie alla fantastica Monny di Cookaround che me li ha insegnati, vi propongo dei pasticcini/frollini deliziosi senza burro, velocissimi da realizzare.

Ingredienti per 35 biscotti:
100 gr olio di riso
1 uovo intero
75 gr zucchero a velo
225 gr di farina (175 gr tipo 00 + 50 gr fioretto di mais)
1/2 cucchiaino di lievito
un pizzico di sale
1 cucchiaino di estratto di vaniglia naturale in polvere o liquido
Accendere il forno al massimo un po’ prima di iniziare perchè fare l’impasto è velocissimo…
Mettere nel robot l’uovo intero, un pizzico di sale e un po’ di succo di limone.
Mettere in funzione aggiungendo l’olio a filo, ottenendo una maionese morbida e versarla in una ciotola.
Setacciare insieme la farina, lo zucchero a velo, il lievito e la vaniglia.
Aggiungere al composto a più riprese mescolando con un cucchiaio di legno.
Per lasciare meglio in forma i biscotti ho omesso qualche cucchiaiata di latte, previsto nella ricetta originaria.
L’impasto risulterà comunque abbastanza morbido, tanto da riuscire a essere spremuto con la sac-a-poche.
Una volta formati ho messo in freezer la teglia coi biscotti per 10 minuti.
Cottura in forno preriscaldato statico, così:
5′ a 250°C
10′ minuti a 190° C
Considerazioni:
Ottima variante per chi non può o non vuole usare il burro.
Naturalmente non sanno di burro ma sono molto friabili e direi proprio di essere soddisfatta.
E poi ci si può sbizzarrire con la fantasia e dare le forme più disparate.

Forme un po’ da dilettante le mie (quale sono io!), ma friabilissimi e belli gonfi.

La glassa al cioccolato l’ho presa da qui
Fonte 26.V.2013

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PASTAiola, primi e pasta fatta in casa

Gnocchi di amido (da lavorazione del seitan)

No.. non si parte da questo bel panetto di seitan fumante per fare i nostri gnocchi, ma tutto deriva da lui..



Si, perché nel fare il seitan si può recuperare molto amido, ed è peccato non utilizzarlo..
Ci si possono fare anche delle crocchette, ma io ho preferito cimentarmi negli gnocchi, come da input imparato dalla Regina del Sapone

Qui, il piatto finito con sughetto alle zucchine, pomodorini e parmigiano.

Questa la mia versione e gli ingredienti che ho utilizzato:
1200 grammi di pasta di amido
2 uova
200 g crusca fine di frumento
100 g farina tipo 0 (+ 50 g per lo spolvero)
poco sale

Procedimento
Per fare il seitan, questa volta non ho manipolato la palla sotto il filo d’acqua del rubinetto, ma ho utilizzato inizialmente due grandi terrine, 1 di acqua calda e 1 di acqua fredda.
Chiaramente quando sono andata avanti con la lavorazione, ho cambiato l’acqua nelle pentole, ma la prima – la più densa – l’ho recuperata, versandola tutta in un unico pentolone abbastanza largo.


Ho lasciato depositare l’amido sul fondo del pentolone.
Dopo un’oretta ho gettato via l’acqua più in superficie e ho messo il resto in una leccarda da forno, fino a formare uno spessore di 3 cm. circa.
Ho dato una mescolata delicata e ho infornato a 150°C statico per 1 ora circa, avendo l’accortezza di far fuoriuscire di tanto in tanto un po’ di umidità, lasciando lo sportello a fessura (con una paletta di legno o altro).

Una volta sfornata, ho fatto freddare la lastra gelatinosa che si era formata, e l’ho amalgamata nel bimby, ma potrete usare una planetaria o le mani.. come volete.

Ho aggiunto le due uova (la quantità era molta, altrimenti 1 uovo va bene), le farine, il sale e ho amalgamato bene.

.. e infine ho formato gli gnocchi in maniera classica, formando i cordoncini di pasta e spolverando la tavola di farina.

Ho usato la rigagnocchi, ma potete lasciarli lisci o usare i rebbi di una forchetta per lasciare i classici solchi che servono – oltre che per l’estetica – anche a far raccogliere meglio il sugo.
Sono molto neutri, quindi consiglio un sughetto deciso.. o anche provarli aggiungendo della polvere di spinaci se volete dare un po’ di colore/sapore 🙂

Fonte 27.III.2013

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DOLCI

Spumone al latte (e al caffè) dukan-style

Attirata dallo spumone al caffè fatto nel bimby in maniera convenzionale, ho voluto cimentarmi in questa versione al latte, “light”!

Ancora bimby quindi, anche per questo spumone adatto in periodi di dieta Dukan e non solo!

Ingredienti (per 6 coppette da circa 70 g l’una)
liquidi e congelati:
300 g latte scremato 0,1% mg congelato (18 cubetti) – 102 cal. – 34cal/100g
100 g latte scremato liquido freddo – 34 cal. – 34/100
3-4 g (1cc – cucchiaino da caffè) estratto vaniglia liquido freddo a base di vodka – 80 cal. – 240/10 cl
polveri (possibilmente fredde di frigo):
12-15 g latte scremato in polvere (1 cm – cucchiaio da minestra) – 50 cal. – 351/100
12-15 g maizena (1 cm) – 50 cal. – 351/100
4-5 g gomma di guar (1 cc) – 1 cal. – 19/100
12 micro-misurini stevia pura Stevialia (assaggiare) – cal. 0
1 pizzichino sale rosa a velo – cal. 0
qui, per capire le dimensioni

due cucchiaini da caffè (io ho usato il grandino per l’estratto e il piccolo per la gomma di guar; il microdosatore invece è per la stevia pura (Stevialia)
In un barattolino ho versato tutte le polveri;
ho aggiunto gradualmente i 100 g di latte freddo***
ho mescolato e messo in frigo coperto per un’oretta (ogni tanto andavo a rimescolare per bene)

15-20 minuti prima della breve lavorazione, ho messo in freezer il boccale del bimby
(il turbo del bimby è fenomenale; naturalmente si può comunque provare con un minipimer o frullatore o altro robot).
Una volta ben freddo il boccale, ci ho versato i cubetti di latte ghiacciato e avviato gradualmente per arrivare a vel. 10 (turbo).
Dopo qualche secondo ho stoppato, raccolto con una spatola verso le pareti, e avviato di nuovo.

Ho fermato di nuovo, ho versato dal foro il liquido del barattolino (ormai diventato cremosissimo: l’addensante aveva fatto il suo lavoro; non preoccuparsi se c’è rimasto qualche grumetto, con il turbo scompare tutto) e ho riavviato arrivando di nuovo gradualmente ad alta velocità, sempre senza farfalla (non volevo che si gonfiasse oltremodo, altrimenti poi sembra di mangiare bolle di aria..).

A ripetizione, ma velocemente, sono arrivata a questa cremosità!!

Ho riempito le mie 6 coppette, le ho coperte e ho messo in freezer.

Conclusioni
Mangiato dopo 30 minuti circa, ancora sofficissimo, ma sconsiglio di congelare per più tempo!

*** Per gustare solo un paio di coppette per volta potrebbe essere interessante in questa fase della lavorazione scaldare i 100 g di latte, amalgamarlo bene con le polveri; poi una volta freddato questo composto, mescolarlo ai restanti 300 g di latte e congelare tutto insieme, sempre in cubetti

Alternativa al gusto caffè: sostituire 30 grammi dei liquidi totali con altrettanto caffè dello studente multiplo..
Fonte 20.VII.2013

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LIQUORI, bevande, sciroppi, ecc.

Caffè dello studente … multiplo

Caffè dello studente o caffè sul caffè, come lo chiama una mia amica.
Questa, che sembrava una ricetta che dovesse restare conservata gelosamente nelle cucine di qualche paesino dell’entroterra abruzzese, dove l’ho scoperta per la prima volta, e per la quale mi avevano chiesto di non divulgare il segreto, non è altro che il famigerato caffè dello studente ….
Mi sento quindi libera di “spiattellare” il “segreto” 🙂 e qualora non conosceste ancora questo sistema, è presto fatto.
Il procedimento è facilissimo, ma un po’ lungo e richiede molto caffè (si fa con la, anzi le, caffettiere moka).
Ingredienti:
1 pacchetto di caffè da 250 grammi

Attrezzatura:
2 caffettiere moka (io ne ho usata una da 12 e una da 6. Visto però che una volta fatto, ne basta veramente poco e che si consuma veramente tanto caffè in polvere, vi consiglio di partire con moka più piccole: esempio da 6 e da 3, oppure da 3 e da 1)

Procedimento:
Ho fatto così:

  • I volta – ho caricato una moka da 12 tazze

  • una volta uscito il caffè l’ho versato in un pentolino

  • II volta – invece dell’acqua, questa volta ho caricato la base della mokona da 12 con il caffè che avevo messo da parte

  • III volta – ancora nella moka da 12, ma comincia a ridursi il quantitativo di liquido, quindi per la volta successiva userò la moka da 6 tazze
  • IV volta – utilizzo quasi tutto il caffè uscito della mokona e comincio ad usare la moka da 6 (avanza un po’ di caffè: lo userò in seguito per i cappuccini della mattina)
  • V e ultima volta – sempre moka da 6 – avrei anche continuato, per farlo ancora più ristretto, ma….


… per questa volta non ho voluto continuare, ma volendo si può ripetere l’operazione per 8-10 volte (così mi ha assicurato la mia amica sul modo adottato dalle anziane del suo paesino)… insomma si può continuare fino a che il caffè viene pescato dal filtro, oppure cambiando di nuovo moka, utilizzandone una più piccola.
Da questa tornata ho ricavato 210 grammi di liquido denso e nero
Se dovesse avanzare, per conservarlo ho pensato di congelarlo con le bustine formaghiaccio, così:

Utilizzi:

  • qui una mia idea, per un gelato al caffè superlight!
  • per i gelati (in alternativa al caffè solubile, che non a tutti piace, e ne serve pochissimo per dare sapore senza aumentare di troppo i liquidi)
  • per il tiramisù
  • per le torte, biscotti, ecc.
  • per le creme al burro (mai fatte, ma la mia amica brava in pasticceria, lo usa prevalentemente per quelle: ne serve poco ed extra-forte, questo è il segreto)
  • naturalmente il caffè che dovesse restare per non essere entrato tutto durante il trasferimento alla moka più piccola, si potrà utilizzare con parsimonia per pochi giorni nei vostri cappuccini (vi consiglio però di zuccherarlo e metterlo in frigo, per evitare che inacidisca)
  • oltre che, naturalmente, prenderne un goccino prima di un esame universitario (ma attenzione, troppa caffeina è come una potente droga.. mai unirlo ad alcolici, ecc.)
  • senza contare che coi fondi che restano potrete fare moltissime cose… date un’occhiata qui

Fonte 22.VII.2013

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DOLCI

Spumone al caffè


Ingredienti per due-tre coppette
50 gr di zucchero
15 gr di caffè solubile 
250 gr di latte intero congelato a cubetti
Procedimento nel bimby
Nel boccale asciutto e pulito (che avremo precedentemente messo in congelatore per una 20ina di minuti) polverizziamo zucchero e caffè
10 sec. vel turbo.
Aggiungiamo il latte a cubetti e mantechiamo
30 sec. vel 10 spatolando se necessario.
Introduciamo la farfalla e montiamo il nostro spumone
3 min. vel 4.
Spolverizziamo due coppe (meglio se refrigerate in precedenza) con del cacao in polvere (o del cioccolato fondente freddo grattugiato), versiamo lo spumone e spolveriamo nuovamente con il cacao.
Cook 30.VII.2011

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PASTAiola, primi e pasta fatta in casa SALSE, sughi, condimenti, erbe

Gnocchi di patate vitelotte ai funghi e frutti di bosco

Questa volta, grazie al Cucinare insieme di Francesca/Ipertesa di Cookaround, ho lanciato l’idea di un piatto viola, e queste patate, dette anche patate nere o patate tartufo (da non confondere con le patate viola che hanno solo la buccia di questo colore), grazie al loro colore e al vago sentore di castagna, mi hanno intrigato da subito.

Sembra che contengano antocianine (potenti antiossidanti).. tipo i frutti di bosco per intenderci, ma sono più economiche… oddio.. economiche proprio no!!.. ma sicuramente più di lamponi, ribes, mirtilli, ecc.
Sono originarie dell’America Meridionale (Perù – Cile), ma ormai largamente coltivate anche in Europa (Francia).
Mi sono messa pertanto alla ricerca, e ricordandomi di una frutteria particolarmente fornita vicino al mio ufficio (è difficile reperirle), ne ho trovate pochissime e ci ho fatto questi gnocchi inusuali, con una salsetta ancora più curiosa.. ma andiamo con ordine….

Ingredienti per 2 persone
Per gli gnocchi
425 g di patate vitelotte con la buccia (dopo le chips di patate aliene del C.I. mi era rimasta questa dose)
50 g di farina 0
1 tuorlo (di solito non lo metto negli gnocchi, ma queste patate non le avevo mai utilizzate, quindi….)
1 pizzico di sale

Cottura delle patate, sollevandole in un cestello, all’interno della pentola a pressione, per 16 minuti dal sibilo.
Schiacciate con tutta la buccia nello schiacciapatate (naturalmente la buccia resta nello schiacciapatate e si toglie di volta in volta…!!;-)
Ho fatto freddare e impastato un po’ per uniformare bene tutti gli ingredienti previsti.
Trovo che questo piatto sia molto più leggero degli gnocchi tradizionali, visto che contiene meno farina…
Ho constatato infatti che quello che si dice sull’assorbenza della patata vitelotte è esatto: questa patata assorbe pochissima farina e l’impasto si maneggia bene.


..un po di frutti di bosco che avevo nel congelatore (quando li ho congelati ho pensato che ci avrei fatto dolci o gelati!!! Eh!! Le sorprese della vita 🙂 )
… e ora passiamo alla seconda parte del piatto …. “antiossidante” … la salsa!!
Per la salsa
Non volendo coprire troppo il colore viola degli gnocchi, ma non volendo neanche limitarmi al classico pur se buono burro&salvia, ho trovato questa soluzione che ho leggermente modificato così:
2 cucchiai colmi di funghi porcini secchi bio spezzettati (circa 10-12 grammi)
100 grammi di frutti di bosco misti
1 spicchio di aglio
2 cucchiai di olio e.v.o.
2 cucchiai di vino rosso
prezzemolo
sale
peperoncino (o pepe)


foto fatte col flash :/


… e visto che queste patate mi piacciono, ho provato a piantarne un paio (tagliate in pezzi).
Sia mai che ne volesse nascere qualcuna 😉
Fonte 10.V.2013

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COSMETICANDO, casa e persona

Doccia all'avena

Non ho alcuna pretesa di trovare il nirvana della cosmetica ecosostenibile… mi voglio solo spalmare un po’ di quello che mi piace e che va bene per la mia pelle, in alternativa ai costosi e sicuramente meno salutari cosmetici in vendita nei super/farmacie/erboristerie/online, ecc.
Non si tratta di cucina, ma questa volta ho deciso per la versione golosa di un preparato a base di avena per la detersione della mia pelle secca (pur potendo provare altro – farina di riso, di soia, ecc. – questa farina dovrebbe essere la più indicata per me).
Ho estrapolato questo metodo dal forum di Promiseland e, vedete sotto il risultato – immerso nel mio basilichino greco…

Per la mia pelle secca e matura, l’ho fatto così:
– ho preso della farina di avena integrale che avevo (ma se la trovate raffinata è anche meglio per evitare che vi scrubbi troppo, se avete la pellaccia pareccho delicata o secca come la mia) – diciamo 4-5 cucchiai colmi
– ho aggiunto 1 cucchiaio di cacao amaro in polvere
– ho frullato tutto per bene per raffinare ulteriormente la farina integrale (col bimby)
– ho setacciato il tutto
– ho invasettato la parte più fine della setacciatura (il resto – meno raffinato – l’ho tenuto per me), ho aggiunto 4-5 chiodi di garofano per l’azione antibatterica che hanno, e ho chiuso ben bene il coperchio
– l’ho vestito a festa e lo regalerò ad un’amica..
Naturalmente l’ho fatto anche per me (il mio preparato sarà più scrubboso) … ma… manca qualcosa??????
Yesssssss: manca il liquido, cosa essenziale per potersi lavare con la pappetta che verrà fuori.
Visto che ho imparato che nei cosmetici, se c’è una base acquosa, c’è proliferazione batterica, a meno che non mettiamo conservanti, pur se ecocompatibili – e io non li uso ancora – meglio preparare la biodoccia al momento.
Quindi domattina preparerò la pappetta così:
– un’oretta prima di docciarmi, per dar modo all’avena di tirare fuori il suo lato migliore, prenderò l’equivalente di una tazzina di questa polvere (togliendo chiaramente i chiodi di garofano) e la mescolerò con del latte tiepido-caldo (o anche acqua)
– con questa pappetta mi impiastriccerò ben bene la pelle precedentemente bagnata, massaggiando, e poi la laverò via.

Ed ecco la pappa golosa:

Volendo fare le cose al meglio, potremmo spingerci a fine doccia, a riacidificare la pelle con un ultimo risciacquo mirato.. così:
ci prepariamo 1 litro di acqua minerale naturale (o di rubinetto se non troppo clorata), ci versiamo dentro 1 cucchiaio di aceto balsamico e una goccia di profumo..
Sembra garantito che l’odore di aceto sarà pressoché nullo.
L’acqua così preparata si conserva in frigo per pochi giorni.
Una variante .. sempre delicata (fate scegliere alla vostra pelle per questo… quello che piace a lei, dovrà stare bene a voi):
– un’oretta prima della doccia fare la pappetta di sola farina di avena usando acqua calda (anziché latte)
– prima di entrare nella doccia massaggiarsi con poco olio (mandorle o oliva o riso, ecc… )
– procedere quindi a docciarsi come sopra…
Variante per pelli grasse:
– provare un cucchiaio di argilla verde al posto del cacao.
ok.. ciao e buone docce…
Conclusioni del durante e dopo doccia:
– vi ricordo che per prima cosa potrete passare il pastrocchio anche sul viso: molto meglio di molti detergenti in commercio;
– preparatevi una “lavetta” (asciugamanino per lavarsi) o una spazzola morbida per distribuire la pappa anche dietro.. o la schiena resterà fuori dal massaggio;
– il piatto doccia diventa color cioccolata se non state attenti… ma con un attimo si sciacqua via il tutto (per ovviare la prossima volta potrei fare la base lavante senza cacao.. magari aggiungendo 1 cucchiaio di farina di soia, altrettanto grassa al pari del cacao.. all’incirca..);
– dopo l’asciugatura, la pelle del corpo stava benissimo… sul viso invece ho sentito leggerissimamente “tirare” .. non so se è un effetto buono.. nel senso che un po’ di tensione rassodante alla mia pellaccia non fa mica male, no?! Naturalmente ho subito messo il tonico (che ancora non mi sono mai fatta, ma proverò anche quello), e una cremina da giorno che hanno risolto all’istante…

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).
Fonte 09.VIII.2013