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DOLCI

Profiterole – tips

Un mio parere sui bignè scongelati: perfetti, come mostra la foto dell’interno di un bignè che ho sacrificato.

Allora, calcolare che io non sono assolutamente esperta ed è la prima volta che li facevo, quindi non ho metro di paragone.. ma mi sono sembrati perfetti, sia la parte che ho scongelato a temperatura ambiente, che quella che ho passato per un attimo in forno caldo…
I secondi sono venuti leggermente più asciutti, ma visto che si riempiono di crema, credo siano perfetti in tutti e due i casi…
Per la crema allo zabaione che Tano (un amico cookino) mi aveva passato… che te lo dico a fare?!! Deliziosa, mannaggia!


… una cosa che ho trovato difficile: sapere a che punto mi dovevo fermare nel riempire il bigné…
Mi sono regolata andando a peso, con la mano…(se il bignè mi sembrava pesantino era sufficiente), oppure mi avvertiva la crema che strabordava da qualche punto qua e là
Altro piccolo problemino… verso la fine del riempimento dei bignè la crema cominciava ad essere più lentina… anche se fra un riempimento della sac-a-poche e l’altro, la rimettevo sempre in frigo…… e naturalmente ho provato a impapocchiare un mini-profiterole (più che altro quello che vedi, è un assaggino per un’amica)
Questa la favolosa crema “leggera” usata, suggerita da Tano dietro mia fervida richiesta:Crema zabaione con panna
4 tuorli
80gr zucchero
115gr marsala
12gr amido di mais
500gr panna montataMontare i tuorli con lo zucchero e poi aggiungere l’amido di mais e mescolare bene. Portare il marsala ad ebollizione, abbassare la fiamma ed aggiungere i tuorli montati, rialzare la fiamma ed appena affiorerà il marsala mescolare rapidamente con una frusta e in meno di un minuto lo zabaione sarà pronto, far raffreddare velocemente ed amalgamarlo con la panna montatadal mio archivio:
… . ho provato a impapocchiare un mini-profiterole per mettere in pratica quello che ho imparato da Tano in merito a pasta choux e crema allo zabaione (più che altro quello che vedete, è un assaggino per un’amica con una foto venuta molto chiara: la copertura era più scura)

mi chiedo: ma si deve seccare la copertura dei profiteroles??? (la risposta di Tano è … no!!)Salsa velante di copertura di Adriano Continisio – per circa 40 bignè
(altra copertura da provare di Cook con bimby)
120 g acqua
40 g burro
pizzichino di sale
200 g cioccolato al 50% di cacao (prossima volta provo con il 70%)
2 cucchiai di cointreau o grand marnier (non avendo questi liquori, ho messo l’equivalente in vodka dove ho lasciato macerare due cucchiaini di agrumi luxus)
Far bollire l’acqua con il burro a pezzetti e il sale.
Fuori dal fuoco unire il cioccolato a pezzi e 2 o 3 cucchiai di liquore. Coprire. Dopo 5′ mescolare con una frusta ed usarla fredda, calda non copre.Quindi… risultato .. lasciando perdere l’estetica che naturalmente lascia a desiderare:
TUTTO SUPERLATIVOOOO
Riporto con piacere, i commenti e i suggerimenti ulteriori di Tano e altre note che ritengo importanti:Come prima volta direi che è andata.
Solo tre piccoli suggerimenti:
1° – Cambia bocchetta oppure mettila ferma sul vassoio e fai un cumulo omogeneo di pasta senza girare come ho visto nelle foto, altrimenti rischi di avere i bignè deboli in qualche punto e quando li riempi si spaccano precisamente dove si sovrappone uno strato con l’altro;
2° – quando metti la quantità di pasta per il bignè, ti rimarrà sicuro la punta in sommità, a questo punto basta bagnare la punta del dito nell’acqua e pigiare sulla punta abbassandola a livello della sommità del bigne;
3° – riempi i bignè sempre dalla parte superiore che poi andrai a coprire con la finitura esterna di crema o glassa…. e ancora..io li tengo dentro una bustina anche 10 gg e vanno bene, si asciugano e diventano rigidi come quelli acquistati, poi si ammorbidiscono quando li riempi…..

Di quelle che hai fatto tu al formaggio ho trovato un sito dove ne parla
diariodicucina.myblog.it/arch…l#.T0NVFYcaO8Ae poi…Il punto di riempimento dei bignè è giusto quando senti il bignè che inizia a gonfiarsi in mano, almeno io faccio cosi, nella sinistra tengo il bignè e con la destra tengo la sacca a poche, buco la parte superiore, ruoto leggermente la sacca per assicurarmi che la crema non vada fuori e poi riempio, quando sento che il bignè inizia a gonfiarsi, vuol dire che è pieno. Logicamente è un operazione che devi fare con un pò di delicatezza, perchè i bignè rischiano di rompersi con la pressione.”
*Nota di Paoletta per unire la pasticciera alla panna montata (forse in questa maniera mi resterà soda fino alla fine…?):
Una volta pronta la pasticcera, l’ho aggiunta un cucchiaio alla volta alla panna precedentemente montata, non aggiungendo il secondo se il precedente non era stato amalgamato.
Da qui, estrapolare tre ricette per: pasta choux – salsa velante di copertura – crema allo zabaione (rivedere quella di Pietro)
Fonte 04.III.2012

 

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SALSE, sughi, condimenti, erbe

Sugo alle melanzane

Quando ci sono delle melanzane a portata di mano ripeto spesso questa pasta che ricorda una “pseudo-norma”.
Devo dire che in famiglia ci sembra più saporito e più “legato” questo sugo alle melanzane nostrano, rispetto alla “norma” tradizonale (catanesi, non me ne vogliate!).


Le melanzane, nella pasta alla norma, a parte farle a cubetti, andrebbero tagliate longitudinalmente, ma soprattutto andrebbero fritte e aggiunte successivamente nel piatto!
Quando faccio il mio contorno di melanzane a funghetto quindi, ormai ne preparo appositamente in abbondanza, per tenermene un po’ per questo ottimo primo piatto veloce.
Ad esempio oggi ho ri-fatto così:

Ingredienti
per 3 persone (per la pasta ho usato 270 gr di gigantoni della Garofalo)
1 megamelanzana di quelle nere lunghe
1 barattolo di polpa di pomodoro (o pomodori freschi)
aglio
olio e.v.o.
peperoncino
basilico
sale
ricotta salata (congelata sottovuoto in precedenza)
Premetto che, a meno che non siano troppo acquose (fuori stagione, ad esempio), è difficilissimo che io metta sotto sale le melanzane perché mi piace il loro sapore, amaro, dolce o piccante che sia!
Ho messo le melanzane in padella quando olio, aglio e peperoncino risultavano appena rosolati.
Ho coperto, e verso fine cottura ne ho lasciate una parte in caldo.
Ho aggiunto nella padella il pomodoro, il basilico, aggiustato di sale (poco).
Nel frattempo ho lessato la pasta e quando mancavano un paio di minuti a fine cottura l’ho scolata nella padella e l’ho saltata aggiungendo una cucchiaiata di ricotta salata prima di spadellare.

Ho impiattato versando sopra qualche melanzana che avevo in caldo,
spolverato con altra ricotta salata.

Se non siete siciliani non vi formalizzerete se vi dico che, qualora non fosse nei paraggi l’ottima ricotta salata, in casa spolveriamo la pastasciutta con abbondante pecorino romano 🙂
*********
E’ sottinteso che volendo mi avvicino di più al piatto tradizonale siciliano, ma come ho detto sopra gustiamo con molto piacere la “norma” nostrana.
Oggi ad esempio (26.IV.2018) ho fritto a listerelle delle melenzane (dai, voglio fare un omaggio alle amiche siciliane che chiamano così questo ortaggio) e ho proceduto in maniera quasi tradizionale! 😉
Fonte 24.VI.2012
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PANE, pizze, pizzelle e dintorni

Pane da toast


Con un mio prolungamento di 7 ore di lievitazione in frigo rispetto alla ricetta originaria, alle ore 12,00 ho iniziato questo pane facendo un poolish così:
1 cucchiaio di lilì di gd
200 gr di farina W300 circa (100 farina 00 bio Carrefour W circa 200-220 + 100 manitoba 0 bio il Frantoio W circa 400)
0.5 gr bicarbonato
20 gr circa okara (usata al posto della lecitina di soia – è un residuo di lavorazione che avevo congelato dopo l’autoproduzione del latte di soia)
1 minicucchiaino di miele (5 gr.)
240 gr. acqua
ho prima frullato nel bimby – velocità turbo – parte della farina e tutta la okara e poi ho fatto il poolish
(la prosssima volta fare un tentativo con la farina di semi di carrube anziché okara o lecitina).
In serata stava strabordando, allora ho messo un vaso di vetro sopra, a copertura. Praticamente è cresciuto anche all’interno della ciotola capovolta (per la prossima volta considerare un vaso almeno di capacità tripla o quadrupla rispetto al poolish).

h. 20,45 circa

h. 22,15 circa
Alle 23,30 – dopo 11 ore e mezza di fermentazione – ho proceduto all’impasto principale così:
tutto il poolish precedente
160 gr di farina W300 (come sopra)
7 gr sale
Ho cominiciato a impastare …prima 5 minuti, poi 2, poi 1 +1+1+1+1.. ogni tanto capovolgendo l’impasto per ossigenarlo, sempre a vel. 4 del Ken..
Era bello già dopo 7 minuti, ma ho proseguito per cercare il velo..
Purtroppo anche dopo 12 minuti si spezzava un pochino.. (non era elastico come quello famoso di TFL, per capirci), ma l’impasto l’ho trovato bellissimo..
Ho aspettato un pochino, ho fatto qualche piega..


e ho messo in frigo per 7 ore circa (dalle 00,30 alle 7,30)
Che impasto piccolooooo, 620 grammi circa!!
Ma ho voluto usare lo stampo 30x10x10 per cuocere col coperchio per simulare l’estense!
Alle ore 7,30 … Cotto dopo 7 ore di lievitazione in frigo a 180°C per 40 minuti coperto nello stampo (il pullman).
Finita la cottura ho tirato fuori, e fatto cuocere per qualche altro minuto ventilato e pennellando con latte…
Per la prossima volta considerare di mettere il miele nell’impasto piuttosto che nel poolish (credo che metterlo da subito, ha fatto sì che gli zuccheri fossero tutti esauriti in fase di lievitazione!! e non è rimasto niente per la reazione di Maillard!)
Insomma… assolutamente non male il piccolo..


Da 620 grammi da crudo, è diventato 560 gr da cotto (cuocendo al chiuso ha evaporato poco!!)
Ha riempito praticamente tutto lo stampone luuuuuungo…
Le sue misure (non poteva essere un gigante un impasto così piccolo in uno stampo 30x10x10):
28 di lunghezza x 9 di altezza nei punti massimi.
A stasera per la fetta, e ti saprò dire per la sofficità e il sapore……
(vediamo se lo possiamo promuovere.)
Non ce l’ho fatta ad aspettare.. dopo 3 ore circa è ben freddo (d’altronde è piccolino) e l’ho tagliato
A parte l’altezza (non altissimo, ma giustificato dallo stampo 30x10x10 con un impasto di appena 6 etti!!!!), l’alveolatura mi sembra perfetta .. e anche la sofficità…

Sofficissimo, non riuscivo ad affettarlo
Sapore neutro, giusto giusto per i nostri futuri tramezzini/toast.
Fonte 25.VI.2012

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DOLCI

Biscotti del soldato, Australia

Tutto parte da questa testimonianza, che ho riadattato, di un’antica ricetta di biscotti della tradizione Australiana e Neozelandese.
Basandomi anche sulla ricetta di una compagna del vecchio forum di Cookaround, vissuta in Australia, ho fatto delle prove che riporto.

Ho voluto risparmiare sul colesterolo, lasciando però invariate le percentuali di grassi della ricetta base.
Ho pensato infatti che nella dose minima di 115 grammi di burro di una ricetta di provenienza ci sono effettivamente “soltanto” circa 94 grammi di materia grassa allo stato puro (il burro è fatto dall’82% circa di materia grassa e dal 18% di acqua e proteine), gli altri 20 grammi circa sono composti da acqua***.
Ho deciso di scegliere di volta in volta se inserire burro chiarificato o normale, rifacendo qualche calcoletto per l’idratazione.
Per lasciare il profumo del burro comunque, ho deciso di “suddividere il male a metà” inserendo un burro chiarificato (100% di grassi) e un olio dal sapore poco invadente (anche l’olio ha il 100% di grassi).


INGREDIENTI per 26 biscotti da circa 20-22 grammi l’uno dopo cotti (regolarsi nel distanziare i biscotti crudi perché si allargano in cottura):
150 g farina 0*
90 g di cruschello di avena*
120 g zucchero di canna*
85 gr scaglie di cocco frullate*
47 burro chiarificato + 47 olio di mais*
2 cucchiai di golden syrup (io 35 g di sciroppo d’acero*)
50 gr acqua bollente (2 cucchiai della ricetta + 2 cucchiai mancanti alla mia materia grassa***)
5 gr bicarbonato (1 cucchiaino)
pizzico di sale a velo

*da agricoltura biologica
Peso impasto crudo circa 600 grammi.
Peso impasto cotto circa 520 grammi.

In una ciotola capiente, ho versato prima gli ingredienti secchi (farina, avena, zucchero, cocco, sale).
In un pentolino ho mescolato insieme grassi/sciroppo.
Poi ho preparato una soluzione alcalina fatta con acqua bollente e bicarbonato (il bicarbonato qui funge da lievito).
Ho aggiunto questa soluzione alcalina al composto di grassi/sciroppo preparato in precedenza.
Si formerà un po’ di schiuma: va bene così!
Ho aggiunto questo ultimo composto agli ingredienti secchi preparati in precedenza amalgamando bene.
Ho formato delle palline schiacciando e appiattendole e poi via in forno a 160°C fino a completa doratura per 15-20 minuti!
Appena si tolgono sono fragili, perciò meglio non spostarli, ma attendere quei 10 minuti per farli freddare per bene!!
Durano moltissimo!
455 Kcal circa per 100 gr di prodotto crudo (non vorrei sbagliare ma cuocendo, e riducendosi di circa 80 grammi in cottura, saliamo a 525 Kcal di media per 100 grammi!).
Ne vale comunque la pena, ma considerarlo ai fini della propria dieta.
Trovo questi miei nuovi “digestive” ideali da mettere come base per eventuali cheesecake.

P.S. DEL 31 GENNAIO 2019

Rifatti ieri sera questi biscotti, questa volta in versione a basso i.g. (indice glicemico).
INGREDIENTI per 40 biscotti (peso dopo la cottura: 12-13 grammi) 
240 gr fiocchi di avena integrale ridotti in farina* (lasciarne un po’ interi per un effetto scenografico)
20 gr farina di tapioca* (aggiunta da me per “legare” la farina di fiocchi di avena, visto che non ho utilizzato farina normale)
120 gr zucchero di cocco* – basso i.g. – (a volte ho provato a ridurre del 20%, mettendo 95 g di zucchero semolato: alto i.g., ma buoni ugualmente!)
85 gr scaglie di cocco*
47 gr burro chiarificato (o
47 gr olio di girasole deodorato*
35 gr sciroppo di yacon* (2 cucchiai colmi) – basso i.g.
50 gr acqua bollente (2+2 cucchiai***)
5 gr bicarbonato (1 cucchiaino)
1 pizzico a due dita di sale a velo

*da agricoltura biologica
Il procedimento è analogo a quello spiegato sopra.
Ho tenuto lo spessore dei biscotti a circa 1 cm.


L’impasto come al solito è molto sbricioloso.
Ho compattato aiutandomi con il fondo di un barattolo e rifilando i bordi.

Ho preriscaldato il forno a 180°C e abbassato a 160 infornando.
Ho cotto 15 minuti in totale, inserendo la teglia in un binario medio-basso.
Dopo 10 minuti ho ruotato, alzato la teglia di un binario e terminato la cottura.
Distanziarli meglio di come ho fatto io perché dopo la cottura si allargano un po’.

Ottimi. Somigliano molto ai famosi Gr@ncereale, con in più un leggero sapore di cocco!

Ricetta del 3 marzo 2012

 

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SALSE, sughi, condimenti, erbe

Pesto pistacchi, basilico e noci

In questi giorni, dopo aver fatto i corzetti liguri alla mia maniera (trovate qui come ho preparato questa bellissima pasta ligure), mi è rivenuta voglia di pesto…
Cogliendo idee qua e là e unendo ingredienti che a mio gusto potevano andare, direi che il risultato ci ha soddisfatti pienamente…

Questa volta ho unito i pistacchi alle noci e al tradizionale basilico, col tocco finale della zucchina nell’acqua di cottura della pasta..

Gli ingredienti per 3 o 4 persone
(ho deciso successivamente di eliminare l’ingrediente che vedete nella ciotolina con lo smile):
100 gr pistacchi sgusciati (se avete pazienza pelateli proprio; io ho pelato solo quelli per la guarnizione)
25 gr gherigli di noci (era prevista metà dose rispetto ai pistacchi, ma non ne avevo..)
1 – 2 spicchi d’aglio
peperoncino
parmigiano reggiano q.b.
olio extra vergine di oliva
sale (pochissimo.. io a volte non lo metto proprio, visto che c’è il formaggio)
1 o 2 zucchine (facoltative, in cottura con la pasta)

se non avete il mortaio o la pazienza per pestare a mano…
tutti gli ingredienti nel mixer, o bimby.. una frullatina .. e via..
(certo le antiche usanze non prevedevano l’uso di un attrezzo di questo genere ma quello di un solido mortaio di marmo.. ma .. tant’è!!!…)

il pesto nel bimby

.. e nel barattolino ..

Ho messo a lessare le zucchine tagliate a listerelle nell’acqua in ebollizione, contemporaneamente alla pasta e le ho successivamente scolate insieme.
Meglio togliere la parte spugnosa centrale delle zucchine, prima di affettarle..

Per la composizione del tortino dei corzetti, ho unito e mescolato un pochino di acqua di cottura della pasta alle zucchine e a un po’ di pesto.
Gli strati dovranno essere almeno 4 o 5.
Per ogni signora direi che vanno bene le 3 torrette che vedete nella foto sopra, per i giovanotti anche 4!!!

in questa versione ho messo anche delle patate nell’acqua di cottura della pasta, ma ritengo che sia meglio solo la zucchina: ingentilisce e alleggerisce di più il piatto.. ma fate pure a vostro gusto, male non ci sta!!
Fonte 30.VI.2012

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SALSE, sughi, condimenti, erbe

Salsa ligure alle noci

Cercando un condimento per i miei pseudo corzetti (trovate qui come ho preparato questa bellissima pasta ligure), ho voluto adattare questo nuovo pesto col mio bimby, ed ecco che un’altra specialità ligure entra a far parte dei pesti che amo..

Secondo l’autore questa salsa si sposa benissimo con trofie paglia e fieno, pansoti alle erbe, reginette (oltre che, secondo me, ai miei pseudo-corzetti della foto)
Ingredienti per 4-5 persone:
150 gr. gherigli di noci (andrebbero spellati… ma)
150 gr latte intero
2 spicchi di aglio piccoli senza anima
mezzo peperoncino secco
1 rametto maggiorana fresca del mio balcone
mollica di due fette di pane (60 gr.)
sale fino
olio extra vergine di oliva
30-40 gr parmigiano reggiano

Ho fatto così (volutamente e ripetutamente per non surriscaldare gli ingredienti):

– ho messo insieme parmigiano, aglio, peperoncino, maggiorana – 10″, vel. 9,
– ho aggiunto i gherigli di noci e il sale fino (non volevo che le noci si disintegrassero del tutto) – 5″, vel. 9, (prossima volta anche meno)
– infine ho aggiunto la mollica e tutto il latte che la stava ammorbidendo – 5″, vel. 5.
Risultato


Fonte 28.VII.2012

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GELATI

Gelato Fiordilatte col bimby – Base bianca

Dosi per un gelato al fiordilatte partendo dalla base bianca di Cioccogolosa, ma utilizzando il bimby per la lavorazione, e soltanto 1 busta di panna fresca da 250 ml, che è di solito il formato che si trova al super.

Fiordilatte con variegatura topping al cioccolato

Quindi, ho riadattato le dosi così (badate che i millilitri per la panna, non sono esattamente equivalentii ai grammi, ma tanto possiamo spaziare dai 50 ai 100 grammi in più consigliati per il fiordilatte!!!):
830 g latte fresco intero
250 ml panna
200 g zucchero (io di canna greggio)
40 g destrosio
40 g latte scremato in polvere
5 g farina semi carrube
3 g semini bacca vaniglia
Vengono poco più di 1350 grammi di base da suddividere in due vaschette…
Ho prima portato i liquidi a temperatura fin quando non si è fissata la spia luminosa, così:
7′, 90°C, vel. 2
Una volta a temperatura, ho fatto stare ancora due minuti versando a pioggia i solidi e i semi di vaniglia dal foro del boccale, mentre le lame erano in movimento così:
2′, 80°C, vel. 2
Una volta spento e abbassata un minimo la temperatura, ho omogeneizzato così:
1′, gradualmente a vel. massima
Come al solito ho poi versato in un bagnomaria di acqua fredda per un’oretta, fatto maturare in frigo per la nottata (io di solito faccio 6 ore circa) e poi ho congelato.
Quando avrò voglia di gelato prenderò metà o tutta la dose, la farò a cubetti per mantecarla, e ci aggiungerò del topping al cioccolato o amarene sciroppate, ecc.
Fonte 22.VII.2012

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PASTAiola, primi e pasta fatta in casa

Ingannapreti (o finti cappelletti)

Ecco i miei Inganna-Prit o Finti Cappelletti.
Tanto per variare è un formato di pasta povera tradizionale che ci arriva dall’Emilia Romagna.
Questo un video di questa pasta più difficile da spiegare che da realizzare.



Ho fatto 5 uova, 750 gr di farina (00 e un po’ di semola) e qualche guscio di latte…
In tutto 1.050 grammi…
Lato: 5 cm circa
Li volevo belli grandini per una pastasciutta; se si vogliono per brodo si fanno più piccolini.
Dopo aver fatto l’impasto e averlo fatto riposare 30 minuti, ho tirato delle strisce alla penultima tacca della mia Titania  (in tutto 6 spessori).
Si taglia la sfoglia a quadratini come per i tortellini, si appoggia il quadratino sull’indice in diagonale e si stringono le due punte inferiori, bagnando le estremità; poi si ricongiungono le altre due punte sopra al dito (anche qui meglio bagnare gli angolini da far aderire).
Generalmente si condiscono con sugo semplice senza carne, ma con il ragu’ prendono il sapore di veri tortellini!

Fonte 14.VII.2012

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GELATI

Ghiaccioli alla liquirizia

Come mi ero ripromessa – dedicato a chi ama la liquirizia – ecco i conteggi per il bilanciamento degli ingredienti che mi sono inventata per fare qualche ghiacciolo.

Sono venuti mooolto liquiriziosi, morbidi e dolci; se si vogliono più leggeri, occorrerà partire con un 20-25% di sciroppo di liquirizia, ma occorrerà rifare tutti i calcoli…
Ingredienti per 450 grammi di ghiaccioli
Per 6 ghiaccioli da poco più di 70 grammi ciascuno, ho fatto così:
180 g sciroppo di liquirizia (il mio) – 40%
39 g zuccheri (33 g zucchero di canna integrale bio + 6 g destrosio) – 28% compresi gli zuccheri dello sciroppo
5- 6 g succo di limone bio (1 cucchiaino) – 1,2%
2 g farina di semi di carruba bio – circa 4‰
223 g acqua – quantitativo per arrivare ai 450 grammi decisi inizialmente


Procedimento (eseguito come al solito, parzialmente a caldo, per poter usare unicamente farina di semi di carruba biologica anziché altri addensanti)
Portare l’acqua a quasi ebollizione
3′, 90°C, vel. 2
Intanto ho mescolato in una terrina i solidi (zuccheri, e f.s.c.)

Giunto a temperatura, con le lame in movimento, ho versato a pioggia i solidi
2′, 80°C, vel. 2
Alla fine, facendo scendere la temperatura a circa 60-70°C ho dato una breve omogeneizzata a turbo
(ho letto che è meglio non far lavorare il turbo a temperature altissime…)
Ho fatto raffreddare velocemente col mio solito sistema

Ho aggiunto quindi lo sciroppo preso dal frigorifero e il cucchiaino di succo di limone.
Ho trasferito quindi in frigorifero per un paio d’ore per dar modo alla farina di semi di carruba di esplicare il suo potere addensante…
Passate le due ore ho rimescolato vigorosamente e ho versato nelle formine per ghiaccioli (Tupperware).

La grossa differenza che si nota fra i due tipi di preparazione, è che nel sorbetto c’è la mantecatura,
nel ghiacciolo no!!!
Da qui il risultato che nel ghiacciolo (amatissimo dai bambini), sono “volutamente” presenti i cristalli di ghiaccio .
Ho letto infatti che i tipici cristalli si presentano soprattutto per il congelamento “costretto” nella classica formina per ghiaccioli stretta e alta.

I ghiaccioli risultano molto saporiti e si addentano bene.. sembrano quasi una caramella morbida tipo le vecchie morositas o giù di lì… le ricordate? Non so se esistono ancora…
Alla prossima con i ghiaccioli … alleggeriti…e vi dirò se ci piacciono anche i prossimi…
Altro tentativo, per farli venire più “duretti”, a chi non dovessero piacere così caramellosi e belli morbidi, potrebbe essere quello di aggiungere più acqua alla composizione di base, ma sono tutte prove successive che mi riprometto di fare…
p.s. di FERRAGOSTO
Perfetti per i bambini
Provati anche i ghiaccioli alla liquirizia con il solo 20% di sciroppo di partenza anzhiché il 40, ma lasciando invariate le percentuali di tutti gli altri ingredienti…
Deliziosi per chi li ama e molto saporiti, non hanno perso il gusto pronunciato della liquirizia.
Non secondo i bambini, ma secondo il parere di marito e una sorella, risultano comunque un po’ troppo dolci.
Purtroppo per risultare abbastanza cremosi questa è la dose media degli zuccheri da impiegare, ma la mia prossima prova sarà quella di diminuire drasticamente lo zucchero dal 28 al 20% circa o anche meno (?)… vediamo se ne esce una liquirizia più… “da grandi” …
Fonte 07.VIII.2012

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GELATI

Sorbetto all'anguria

Questa, più che una ricetta, vuole essere la descrizione per poter fare qualsiasi sorbetto alla frutta che ci piaccia…
ecco a chi mi sono ispirata per questa condivisione:

 

  • … Al “Martinetti di Grom” di qualche tempo fa (ora ha lasciato, ma in un video era comprensibile la sua spiegazione), per “giostrarmi” fra quelle che lui riteneva le percentuali esatte da applicare.
  • poi c’è il Corriere della Sera, ancora da approfondire. Interessante, perché prevede la preparazione di uno sciroppo a base di acqua e zuccheri – valido per qualsiasi sorbetto vogliamo preparare. Questa, denominata “Base di frutta”, si conserverà per circa una settimana nel frigo. Però vorrei prima cercare di capire se la composizione finale del sorbetto suggerito si differenzia molto da quelli suggeriti da Martinetti.
  • e infine Cioccogolosa – che mi ha dato il là con le sue basi x gelato trasmettendomi la curiosità per i gelati artigianali veri (materia dove ho tutto da imparare), alla quale mi rifaccio per avviare questa discussione che però parlerà prettamente di sorbetti, fatti quasi esclusivamente di frutta fresca, zuccheri e acqua…

Si lascia comunque un po’ di spazio alla libera iniziativa, siamo infatti noi che possiamo decidere con quanta frutta vogliamo partire, anche se di solito si cita un generico 50%, che però non è tassativo per tutti i frutti…
e ne è uscito questo mio primo sorbetto all’anguria …
Si.. alla fin fine la ricetta è mia, perché mia è stata la decisione di inserire una dose ics di anguria, e sulla base di questo ho calcolato tutto quello che avrei voluto utilizzare, e come….

 

Gli ingredienti x circa 500 grammi (4 sorbetti)
350 g anguria già pulita (orientativamente si usa il 50% di frutta rispetto al totale degli ingredienti, ma per l’anguria si può aumentare… Io ho deciso il 70% di polpa)
120 g zuccheri – qui zucchero canna integrale bio 100 g + destrosio 20 g (max 28% di zuccheri compresi quelli contenuti nella frutta)
22 g acqua (tolti tutti gli altri ingredienti, si dovrà arrivare al 100%)
6 g succo limone bio – un cucchiaio scarso (max 1,2%)
2 g farina semi carrube bio (max 4‰, ma in alcune soluzioni si diminuisce fino al 3‰ se in combinazione con altri addensanti, forse farò altre prove)

Procedimento
Visto che in questo caso l’acqua prevista da inserire era veramente pochissima, ho pensato di separare parte del succo dell’anguria e utilizzare quello da scaldare, per far sciogliere gli zuccheri e l’addensante (il mio – la farina di semi di carrube biologica – lavora solo a caldo).
Ho frullato brevemente la polpa di anguria e ho filtrato il succo.
Ho messo da parte la polpa restante, da aggiungere dopo il raffreddamento della base, e ci ho versato da subito le poche gocce di limone.
Ho versato il liquido ricavato dalla polpa di anguria, l’acqua, gli zuccheri e la farina di semi di carrube nel boccale,
portato per
4′, 80°C, vel 3 (più 2′ una volta giunti a temperatura)

Una volta arrivata a temperatura, ho continuato per almeno altri 2 minuti per poter far sciogliere bene la farina di semi di carruba

Ho messo la base di sciroppo in una ciotola larga a freddare velocemente.
Appena fredda ho aggiunto la polpa, ho riversato il tutto nel boccale (o potete fare con un mixer) e ho omogeneizzato per
1′, vel 8-10
Ho messo a maturare per almeno 2 ore in frigorifero
(a questo punto chi ha la gelatiera .. la usi
Io ho trasferito in congelatore.
Dopo un adeguato periodo di congelazione (6-8 ore.. dipende anche dalla quantità), ho tagliato a cubetti la lastra, ho mantecato per
20″ vel. 7
e
20″ vel. 4

Rimettere un paio d’ore in freezer per mangiarlo abbatanza sodo.
Il cucchiaino affonda molto bene, anche dopo diverse ore.

Ho usato il bimby, ma come si vede in video potrete utilizzare la gelatiera.
In mancanza di questa, frullare il composto in un contenitore mantenuto in freezer ogni 45 minuti per 2 – 3 o più volte e aspettare che si solidifichi prima di gustare.
Qualche perché
D: Perché queste percentuali?
R: Perché ho voluto rifarmi quasi esclusivamente a quanto suggerito nel video linkato, e cioé:

  • Fatto 100 il totale degli ingredienti del sorbetto
  • generalmente si impiega il 50% di frutta fresca (ma per qualche frutto si può aumentare o diminuire a piacimento)

 

  • bisogna poi arrivare ad un 28% di zucchero (decurtando però lo zucchero naturalmente contenuto nella frutta fresca)
  • anche se non previsto nel video, ho deciso di mettere sempre l’1,2% circa di succo di limone per mantenere più vivo il colore della frutta (il Corriere lo prevede..)
  • la restante parte per arrivare a 100, dovrà essere di acqua.

D: Perché partire da 350 grammi di anguria anziché il 50% rispetto al totale degli ingredienti, che di solito si suggerisce per la frutta?
R: Perché ne avevo molta da consumare e – a differenza di altri frutti (il limone), che devono essere usati in dosi minori rispetto al classico 50% – l’anguria si può/deve aumentare… e qui ho voluto portarla al 70%…
D: Quanti zuccheri contiene all’incirca l’anguria
R: Orientativamente, il 6,4%. Ho consultato questo sito
D: Perché l’utilizzo di zucchero di canna integrale biologico anziché comune zucchero da cucina (saccarosio), o zucchero di canna greggio, o zucchero di canna bianco?
R: Per quanto possibile lo preferisco, perché è il meno raffinato che si trova in commercio …
Chi volesse approfondire qualcosa sugli zuccheri, può guardare qui.
Ero molto titubante, e avevo paura di una cattiva riuscita (una volta mi sono venuti malissimo i canditi, e da allora ci vado cauta)…infatti per i gelati alla crema, fiordilatte, ecc. a base bianca, ho sempre usato il greggio, ma questa volta non serviva che il gelato restasse bianco candido, quindi ho deciso diversamente!!
D: Perché integrare la dose di zucchero con destrosio?
R: Ho imparato, leggendo anche qui, che si può usare fino al 20% circa di destrosio sul totale dello zucchero di una ricetta, per rallentare il processo di cristallizzazione dell’acqua presente nel gelato
D: Come fare, nel caso in cui l’acqua prevista non sia sufficiente per essere scaldata e far sciogliere gli zuccheri e la farina di semi di carrube?
R: Per evitare addensanti non biologici che funzionano anche a freddo, ho pensato di utilizzare parte del liquido contenuto naturalmente nella frutta, portare anche quello alla giusta temperatura per sciogliere zuccheri e addensante, e aggiungere successivamente la purea più asciutta.
Per gli addensanti guardare anche qui e qui
E’ solo il primo di una lunga serie di sorbetti.. man mano aggiungerò in prima pagina quelli che faccio, ma ritengo che sia venuto veramente bene, e quindi mi ha fatto piacere mettervi a parte di tutto quello che ho imparato in questo periodo..
Fonte 30.VII.2012