Tempo fa ebbi occasione di autoprodurre del latte di soia.
Il residuo di tale lavorazione – l’okara – l’ho messo in congelatore…
Stasera ho pensato di farci qualcosa…
Ho fatto delle ricerche dentro e fuori Cook e … questo è stato il risultato:
Il burger di patate è quello in basso
Ingredienti:
150 gr okara
150 gr patata lessa (1 patata media)
paprika dolce
aglio
basilico
sale
un giro d’olio e.v.o.
pangrattato o farina per infarinare
Ho messo nella pentola a pressione in basso tutta la okara che mi serviva per i tre tentativi che ho fatto stasera (circa 450 grammi in totale).
Ho aggiunto un bicchiere e mezzo d’acqua.
Nel cestello rialzato ho messo la patata tagliata a grossi cubotti (ma anche cavolo rosso e zucchina che mi servivano per altre ricette)
Ho calcolato 8 minuti di cottura dal fischio.
Poi ho frullato insieme le patate, la okara e tutti gli ingredienti previsti.
Ho dato la forma di burger e infarinato con della farina che avevo tostato.
Ho quindi cotto in forno per 25-30 minuti a 200°C, rigirando a 10 minuti da fine cottura aiutandomi delicatamente con una paletta.
16.IV.2012
Autore: admin
Devo dire che ho avuto una certa difficoltà a individuare una versione che si avvicinasse a quella che è la mia idea di gulasch ungherese….
Probabilmente ripeterò anche altre versioni…….
intanto partirei da questa che ho indicato… e che prevede alcuni punti fermi che condivido: moltissima cipolla, cumino, paprika, oltre naturalmente carne di manzo.
La ricetta originale – il Gulyás-leves (nome ungherese del piatto) – sembra che sia proprio la traduzione di “zuppa del mandriano”..
Infatti è ciò che i mandriani ungheresi si preparavano nei paioli, a mo’ di zuppa, durante il loro duro lavoro.
Quando andrete dal macellaio, meglio chiedere un taglio non magro, tipo la “guancia”.
Facendo questo eviteremo senza problemi di cuocere con lo strutto (grasso che si usava per cuocere il gulasch)..
Ieri sera – aiutandomi col mio bimby – ho quindi preparato questa ricetta (un pochino troppo elaborata, forse, ma buona).
Ingredienti per 5-6 persone:
mezzo cucchiaino di semi di cumino
3 spicchi d’aglio
foglioline di 3 rametti di prezzemolo
foglioline di 3 rametti di maggiorana
un pezzetto di scorza di limone (non è in foto, ma l’ho messo)
450 gr. cipolle tagliate a metà
30 gr. olio evo
1 kg. carne per spezzatino non magrissima
30 gr. concentrato di pomodoro (ho messo pochi pomodorini)
10 gr. senape (non è in foto, ma l’ho messa)
1 cucchiaio paprika dolce (ne ho messi 2)
1 cucchiaio paprika piccante (al suo posto ho messo un po’ di peperoncino verde fresco e ho aggiunto mezzo peperone nostrano. In realtà alcune ricette prevedono peperoni, ma quelli tipici, verdi, lunghi e dolci che si trovano in Ungheria)
2 foglie di alloro fresco (non è in foto, ma l’ho messo)
un dado di carne (ho messo un bel cucchiaio abbondante di dado bimby – non in foto)
400 gr. acqua
sale (alla fine non l’ho messo: non serviva)
(scusate ma molti ingredienti non li ho fotografati: sono tornata a casa tardissimo e .. giustamente in famiglia erano impazienti)
assolutamente indicato per chi ama, oltre la carne, anche la cipolla (in qualche ricetta ho trovato addirittura pari quantità cipolla/carne!!!!!)
Mettere nel boccale i semi di cumino, macinare: 1 min. vel. 10.
Aggiungere l’aglio, il prezzemolo, la maggiorana e la scorza di limone, tritare: 2 sec. vel.8.
Trasferire il composto in una terrina e tenere da parte.
Mettere la cipolla nel boccale, tritare 5 sec. vel.5
Unire l’olio, poco peperoncino verde fresco e stufare 8 min* Varoma antiorario vel.1
Aggiungere i cubetti di manzo, i pochissimi pomodorini, la senape, la paprika dolce, le foglie di alloro, il dado, i peperoni e 400 g di acqua.
Cuocere 22 min*100° antiorario, vel. soft.
Incorporare il composto aromatico messo da parte e cuocere: 60 min (io 80 min.)* 90° antiorario, vel. soft.
in alto il cumino polverizzato, a destra l’aglio, a sinistra il mix di prezzemolo, maggiorana, scorza di limone.
* Piccola nota sulla cottura:
Ho aggiunto 20 minuti di cottura alla fine (rispetto ai 60 minuti suggeriti), per far addensare un pochino di più il sugo (a nostro gusto) e intenerire/insaporire ancora meglio la carne… insomma, alla fine vanno via circa 2 ore fra rosolatura e cottura…
Se si volessero mantenere i 60 minuti di cottura, fare i pezzi di carne più piccoli e scendere a 300 grammi con l’acqua.
Questo perché ho aggiunto pomodorini e peperone che contengono già di per sé dell’acqua.
Se lo doveste fare, vi consiglio assolutamente di mangiarlo il giorno dopo: stasera era molto più “legato” nel sapore, insomma… migliore.
Guardate infatti come si presentava appena cotto, limitatamente ai primi 60 minuti di cottura suggeriti in ricetta:
…
e dopo altri 20 minuti di cottura che ho voluto aggiungere (le foto sotto sono del giorno dopo)
Mangiato con patate (versione più classica), ma anche con polenta o riso, più che un secondo piatto, può costituire un corposo piatto unico per queste ultime fresche serate primaverili
Fonte 19.IV.2012
Ho comprato un bel pezzo di rollè di vitella.
Avevo dei carciofi e della fesa di tacchino insaccata affettata.
Ho deciso quindi di fare una prova con quello che avevo e – pur volendo una cosa leggera – devo dire che il risultato è stato soddisfacente.
Per questa volta non ho neanche messo olio, ma solo cotto con vino rosso.. sarebbe stato meglio bianco ma non lo avevo…
Quindi, gli ingredienti facili facili per 4 persone, sono:
500 gr rollè di vitella (meglio più grande ma ho tolto 250 gr per farci degli hamburger.. sempre per la dieta!!)
3 fette di fesa di tacchino (io avevo questa, ma potete ometterla, oppure sostituirla con cotto)
3 carciofi piccoli tagliati a listerelle, lasciati crudi
2 spicchi d’aglio senza anima
sale (io ho messo il mio gomasio)
1 bicchiere vino rosso per cuocere
acqua calda da aggiungere all’occorrenza
la fesa di tacchino,
i carciofi crudi affettati finemente,
..l’aglio, e ho spolverato con le mie spezie
A metà cottura ho controllato e aggiunto di volta in volta un goccio di acqua calda all’occorrenza…
Si.. è venuto buono… e in famiglia lo rivogliono..
nel piatto anche il mio tian di verdure
Biscotti al riso venere
Ho realizzato col bimby questi biscotti che volevano ricordare i pandistelle.
Ho voluto utilizzare la farina ricavata da riso Venere, anziché da riso normale come da ricetta originaria. L’aspetto “scuro” che mi intrigava ha sopperito al risultato, che mi aspettavo superiore.
Sicuramente leggeri per via della farina di riso, sono però molto particolari.
Non li rifarei esattamente così, ma sono comunque da ripetere con qualche aggiustamento, perché li trovo ben equilibrati con grassi/uova e hanno un’ottima friabilità (credo dovuta all’ammoniaca per dolci e alla farina di riso)….
Ingredienti (sono venuti 51 biscottini):
90 g di zucchero di canna vanigliato da me
15 g di mandorle bianche fredde di frigo (comprensivi di 1-2 mandorle armelline amare)
200 g di farina di riso nero (mi raccomando di macinarla finissima!)
25 g di farina 00
un cucchiaino di ammoniaca per dolci
2 pizzichi di sale
90 g di burro
1 uovo
3 cucchiai di latte intero fresco
22 g cacao in polvere amaro del Guatelmala (facoltativo)
Dall’alto: burro
sotto: riso venere, mandorle, cacao
ancora sotto: zucchero di canna, uovo, farina 00
più in basso di tutti: ammoniaca per dolci, sale, latte
Per prima cosa ho macinato separatamente la farina di riso (quello nero, Venere) come da ricetta del Libro Base.
1′ e 10″, vel. 10, gradualmente (meglio arrivare ad 1 minuto e 30 o anche più, per farla finissima)
Poi lo zucchero di canna per renderlo a velo.
10′, vel. 9
Infine le mandorle: ripetutamente e brevemente (e mi raccomando, fredde di frigo, altrimenti potrebbero cacciare l’olio).
7-8 secondi, vel. 9 per 2 o 3 volte finché sono sfarinate.
(volendo frullare zucchero e mandorle insieme)
Come appaiono dopo la frullatura: ho rispettato le stesse “postazioni” 😉
Ho quindi inserito tutti gli ingredienti secchi (tranne l’ammoniaca) nel boccale, per fare una sorta di “sabbiatura”.
30″, vel. spiga
Ho poi aggiunto l’uovo e il poco latte tiepido con l’ammoniaca sciolta dentro (non c’è foto).
di nuovo 30″, vel. spiga
E’ venuto un bell’impasto abbastanza sodo, poco appiccicoso..
Ho unto col burro lo spiano, le mani e il matterello.
Ho tirato a circa mezzo cm. di spessore, ho formato i biscotti e li ho cotti a 180°C, ventilato, per 12 minuti.
Buoni
prima della cottura
… le due teglie, cotti e crudi
vicino ad un cucchiaino per apprezzare la dimensione… e decorati con un po’ della granella più grossolana, residua delle mandorle frullate nel bimby.
.. a freddare… ancora un po’ all’aria, tutti insieme, per far evaporare gli ultimi “miasmi” dell’ammoniaca, prima di mettere nella biscottiera di latta.
Fonte 26.IV.2012
Sorbetto cremoso al kefir
Scopiazzando-scopiazzando .. e in attesa di fare gelati “seri” con tutti i prodotti suggeriti dalla mia amica Daniela di Cookaround, mi sono divertita a riprodurre una sorta di gelato allo yogurt molto speciale, non è yogurt infatti, ma il mio kefir.
qui, con qualcuna delle amarene fatte dalla mia cara amica Silvana
L’ho fatto prima colare qualche ora in frigorifero in un telo di cotone, e poi l’ho usato come base per questo fresco gelato..
non si vede né il limone, aggiunto dopo, né il glucosio, già versato nella vaschetta del kefir…
Ingredienti:
240 g kefir colato per qualche ora (lo vedete in alto a destra nella foto)
240 g latte fresco intero
100 g panna liquida
140 g zucchero
40 g sciroppo di glucosio
semini di mezza bacca di vaniglia
succo di un limone
Procedimento:
Avevo del kefir che non avevo consumato da un paio di giorni, quindi un bel vaso pieno, e ho deciso di colarlo per qualche ora (mettendolo in frigo), per ricavarne una sorta di yogurt cremoso..
Forse inizialmente era circa il doppio, ma alla fine ho ricavato questi 240 grammi (se riuscite, provate a produrre molto kefir nel giro di una sola giornata: verrà sicuramente con pochissima acidità).
Una volta colato ho aggiunto lo sciroppo di glucosio e – sempre mescolando – la panna, il latte dove avevo messo da prima a sciogliere lo zucchero, e alla fine il succo del limone filtrato..
Se avessi aggiunto latte in polvere o farina di semi di carrube (o neutro) avrei messo a “maturare” (riposare) in frigo prima di fare il gelato .. e invece, questa volta ci sono ingredienti che non richiedono questa “maturazione”… quindi…
.. a questo punto potrete seguire 3 strade:
– 1 – mettere subito nella gelatiera
– 2 – mettere in freezer fino a congelamento in un contenitore basso e poi mantecarlo nel bimby
– 3 – oppure, come ho fatto io questa volta: mettere semplicemente in freezer e mescolare vigorosamente ogni ora per 2 o 3 volte per evitare al massimo la formazione dei cristalli di ghiaccio… lasciando poi ancora in congelatore per qualche ora prima di gustare..
Fresco, buonissimo e direi .. perfino salutare, visto che non ho cotto il latte e quindi i principi attivi del kefir dovrebbero essere rimasti intatti…
Quando lo riprendete dal congelatore non resta morbido, ma si può comunque affondare col cucchiaio per prenderlo e risulta un pochino come un sorbetto cremoso.. delizioso nel suo genere.
Fonte 06.V.2012
E da un altro “Cucinare Insieme” di Cookaround di qualche anno fa, ecco i miei busiati.
Ingredienti:
- 300 di semola viviverde
- 120 acqua (poca acqua, eh???.. un lavoraccio, ma la pasta viene ottima)
Lavorare bene l’impasto e ripetere per tre volte, ogni mezz’ora la lavorazione, lasciando ben coperto fra una pausa e l’altra.
Ho verificato che questo metodo serve a far venire meglio il prodotto finito (grazie alla mia amica abruzzese Silvana che me lo ha insegnato).
Questo un video per la lavorazione dell’impasto con la semola di grano duro, qualora non aveste idea di come partire, ma per dosi e procedimento vi consiglio di seguire i suggerimenti sopra!
Si prendono delle piccole parti di impasto, si rotolano sulla tavola fino a farle diventare dei lunghi cordoncini di diametro di 4-5 mm. Si tagliano questi cordoncini in pezzi di 4-5 cm e si lavorano finalmente con la busa (o ferretto).
Per la formatura, regolarsi come in questo video.
Vediamo se si riesce a busiare tutto l’impasto in un paio d’ore (che ricordo, sono solo 420 gr in totale).
Ecco il ventaglio delle stecche da usare in mancanza delle vere buse….. opportunamente lavate e amuchinizzate 😉
An-ghin-gò..
quale stecca userò?
Ho optato per quelle subito a destra del ferro da lana rosa (sono delle sommità di canne: basta trovare un cespuglio e prenderne la sommità… sono perfette).
Ecco i miei buchiatiniiiiiii 😉 – A me piacciono molto fini!
Si noti il busiatino lungo-lungo per il “fortunato” del giorno, e – qua e là – le mezze maniche De Cecco, per capire la dimensione della pasta
p.s.
ecco il piatto che ho deciso di accostare ad un ottimo pesto alla trapanese (ma va?!?)
Fonte 21.XI.2010
Muffin dietetici alla farina di carrube
Questa è la mia versione di questi muffin “senza”.
Dosi per 12 muffin (circa 770 grammi):
200 gr di crusca d’avena rimacinata finissima (ho usato cruschello e l’ho macinato col bimby), ma si può utilizzare anche senza macinare
400 gr d’acqua
2 uova
50 gr farina di polpa di carrube (oppure cacao magro – 2 cucchiai colmi)
2 cucchiai di dolcificante liquido (ho usato la mia stevia – oppure il tic)
1 pizzico di sale
aromi (questa volta vaniglia e cannella. Provare eventualmente con caffè solubile)
lasciare che la crusca assorba il liquido per 15-20 minuti
aggiungere un po’ di bicarbonato, o lievito per torte (ho usato mezza bustina di cremor tartaro).
Il lievito l’ho aggiunto subito (ma provare ad inserirlo dopo l’attesa per una maggiore efficacia)
mescolare bene
versare in 12 stampi da muffin (meglio utilizzare i supportini di carta leggerissimamente unti con olio o paraffina, oppure aspettare il giorno dopo per “svestirli” e la carta si toglierà bene: parola di Diana) e cuocere per 14-15 min. a 180°C (forno preriscaldato a 200 gradi. Per il mio forno sono necessari questi tempi di cottura altrimenti restano liquidi al centro)
Non si gonfiano molto. Con l’avena e’ impossibile, non lega, ma e’ molto sana.
Non bisogna cuocerli troppo altrimenti diventano gommosi… ma sfornati al momento giusto rimangono umidi e cioccolatosi…anche se molto pastosi al morso…
il giorno dopo migliorano per cui vale la pena farne almeno questo quantitativo
(meglio conservare in frigo)
Anche se diventano leggermente più calorici, si potrebbero provare con la crema più ricca, suggerita.
Fonte 20.III.2012
Questa è la mia prima e credo unica prova fatta per questa pasta regionale sarda, difficilissima se non si impara la tecnica.
Non ci sono le doppie righine canoniche carinissime, ma ho trovato il modo di farla velocissimamente e ritengo sia altrettanto gradevole.
D’altronde non si può per ogni cosa cercare pedantemente la perfezione!
Come per altre paste regionali del Sud e delle Isole, ho usato queste dosi/proporzioni:
50 grammi di semola rimacinata (sicula!! 😉 ),
20-25 gr di acqua tiepida calda
1 micropizzichino di sale
Ho fatto riposare una mezz’oretta e ho proceduto come spiegato sotto…
– faccio una pallina della dimensione di una nocciola piccola
– la arrotolo nei palmi delle mani per formare un cordoncino piccolo di 2 o 3 cm (poi tanto si allunga, rotolandolo come vi dirò)
– avevo provato prima ad arrotolare questo cordoncino sulle righe del rigagnocchi, ma è un passaggio che ritengo inutile, visto che poi le righe scompaiono, quando procedo…..
– quindi, accarezzando con il palmo della mano il cordoncino, dall’alto verso il basso, e da sinistra verso destra, man mano esco dal rigagnocchi … automaticamente si formeranno quelle belle volute .. liscie!!
– il gioco è fatto e credo che ne farò molti altri così.
– unico neo, a detta della signora del video linkato in fondo, per fare 1 Kg. di andarini, ci vogliono circa 8 ore (a noi forse il doppio!).
Senza grandissimi risultati, ma la foto sopra è il frutto di una prova successiva, dopo aver anche comprato appositamente un vetro rigato ad hoc. Direi che il miglioramento c’è stato.
Sotto, gli originali in primo piano (anche se nel link in fondo all’articolo la signora li gira in maniera inversa rispetto a questa foto).
li trovo stupendi!
Fonte youtube
1 – Preparare il sugo. Nel boccale tritare il finocchietto selvatico con il cipollotto: 10 sec., vel. 5-7, riunire sul fondo con la spatola
2 – Aggiungere il peperoncino, la salsiccia spellata, l’olio e il sale (io consiglio di salare poco sia sugo che pasta, visto che ci sono salsicce e formaggio saporito per condimento); cuocere: 8 min., 100°C, vel. 1
3 – Sfumare con il vino: 2 min., varoma, vel. 1, senza misurino. Togliere e mettere da parte.
4 – Cuocere la pasta in acqua bollente salata per il tempo indicato sulla confezione (fatti per la prima volta da me.. ho assaggiato e scolato gli andarinos, che ho versato da surgelati, dopo 7-8 minuti..)
5 – Scolare e condire con il sugo e il pecorino, in parte grattugiato e in parte a scagliette; irrorare con un filo d’olio e servire caldissima
Nota: per trovare il finocchietto occorre chiedere a qualche fruttivendolo di buona volontà o andare in qualche campo.. solo fino a metà primavera.. sembra che poi non lo si trovi facilmente..
Fonte Rivista Voi-Noi-Bimby maggio 2012
Topping al cioccolato
Una crema che non indurisce neanche mettendola in freezer, da utilizzare come variegato nel gelato,
e che si mantiene benissimo in frigo fino a 3 mesi (a detta di chi l’ha provata) …
.. e io ci credo!!! Visto che non ha latte, non ha uova, ma solo limone e zucchero che fungono da ottimo conservante!
E non abbiate timore, con queste dosi, ai 3 mesi non ci arriva sicuro!!!
Praticamente … questa favolosa crema l’ho “incontrata” l’anno scorso ad una dimostrazione bimby in casa di una signora, che seguiva il procedimento che segue..
Ecco quindi la mia versione di topping al cioccolato per i miei gelatoni estivi e non solo… (infatti grazie alla sua composizione, non gela all’intero dei gelati, al contrario della famosa sempreverde nutella, che indurisce!!!)
Ingredienti (praticamente tutti bio … o quasi)
300 gr. di zucchero grezzo di canna
200 gr. di acqua di rubinetto (qualcuno dice di mettere acqua di bottiglia, ma tanto quella di Roma è ottima: sono di parte )
20-25 gr succo limone*** (è tanto, ma non si sente!)
1 bacca di vaniglia (per me, i pezzi esterni residui, che lascio sempre nello zucchero per aromatizzarlo, dopo aver prelevato i semini per i dolci più importanti…)
100 gr. cacao amaro magro
immancabile pizzichino di sale (per me, quello rosa dell’Himalaya)
Inserire nel boccale lo zucchero, il sale, l’acqua, il succo di limone e la bacca di vaniglia a pezzi, 6 min, varoma vel. 1 antiorario (per chi mette la vaniglia in bacche, per non farla tritare)
Togliere i pezzi di vaniglia, unire il cacao,
frullare prima 10 sec., vel 4-6,
poi 5 min, 70°C, vel. 3
(se volete rimettete i pezzi di vaniglia e rimandate l’antiorario: io l’ho fatto).
Invasare subito e mettere in frigo, raffreddando velocemente (anche se non è una vera e propria crema, preferisco farlo in maniera veloce.. qualche siberino vicino, ecc.).
qui sopra, appena fatto: guardate com’è fluido, ma già molto invitante…
Chi lo ha già fatto, asserisce che si conserva fino a 3 mesi, ben chiuso, in frigorifero (e in barattolo di vetro, aggiungo io)
qui, come si presenta il topping dopo un giorno di frigorifero
***Nota sul perché del limone:
ma vi siete mai chiesti il perché del cucchiaio di limone nello sciroppo di acqua e zucchero per fare un preparato al cioccolato?
Le ricette che ho trovato non ne fanno cenno…
Mumble – mumble… ho rimuginato un po’ e ho trovato un paio di spiegazioni:
1- visto che nel frattempo ho imparato a fare qualche ottima confettura di visciole, amarene, prugne, more, ecc. – lampo di genio….. ma la pectina, no?!!!!!!! Il limone contiene pectina, e nelle confetture questa serve per addensarle. Te capì?????? Non che ci volesse tanto, infatti è l”‘uovo di colombo”, ma sono contenta ad esserci arrivata da sola!!
2- altro motivo importante dell’impiego del limone in questo preparato è perché questo – un po’ come lo zucchero invertito – ne evita la cristallizzazione. L’ho trovato qui
Fonte 23.V.2012