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COSMETICANDO, casa e persona

Sgrassatore forte in due fasi … quasi ecologico

Avevo provato qualche sgrassatore che circola in rete, ma non sono rimasta soddisfatta in quanto troppo blandi, oppure con mix improponibili di componenti, tipo unione di sostanze acide (aceto) e alcaline (bicarbonato o sapone) che si neutralizzano a vicenda, portando ad una bassissima azione pulente e vanificando la nostra autoproduzione. Leggi qui!

Qui sopra due “ricariche” per delle amiche” 😉

 

Ho deciso pertanto di scendere ad un compromesso e di unire a questo pulitore vetri ecologico, un cucchiaio della PASTA BASE che trovate sotto, input preso in parte dalla ricetta “Sgrassatore Forte” del libro di Liliana Paoletti “Sapone e detersivi naturali”.

Per ragioni di copyright non posso descrivere nei minimi dettagli gli ingredienti della ricetta de La Regina del Sapone, ma d’altronde ho reso inedito questo prodotto, viste le mie necessarie modifiche dovute alla fusione delle due ricette. Inoltre la mia preparazione non prevede ebollizioni ripetute per far sciogliere il sapone, ma basterà polverizzare bene il tutto, mescolare coi liquidi previsti, ed aspettare circa 24 ore per avere la nostra PASTA BASE pronta!
Aggiungeremo quindi un cucchiaio di PASTA BASE quando vorremo uno sgrassatore veramente forte, da utilizzare di tanto in tanto per le cappe della nostra cucina e per le pulizie a fondo (questa non è esattamente una formula ecologica, ma nella maniera in cui l’ho pensata si riusciranno a limitare danni all’ambiente in quanto ne utilizzeremo un solo cucchiaio per spruzzino). Per le pulizie di tutti i giorni potremmo limitarci invece al pulitore che trovate linkato sopra ne “L’Angolo di Lola” (che a quanto pare viene utilizzato da molti in maniera abbastanza efficace come sgrassatore, oltre che come pulitore vetri).
I FASE – PASTA BASE (propedeutica alla preparazione dello SGRASSATORE della seconda fase)
(per 170 grammi di pasta che servirà per 12-14 spruzzini da 500 gr l’uno. Potrete rifornire tutto il parentado, oppure, volendo, dimezzare le dosi)
30 gr sapone autoprodotto
20 gr carbonato di sodio (Soda Solvay)
50 gr ammoniaca (ho usato quella profumata del supermercato)
70 gr lisciva di cenere autoprodotta (facoltativa)
1,5 gr olii essenziali (50 gocce a piacere – ho utilizzato tea tree oil)
Ho polverizzato nel Bimby  il sapone ridotto a scagliette e la Soda Solvay.
Attenzione a non respirare le polveri fini che si diffonderanno. In questi casi io utilizzo sempre una mascherina.
Quando la polvere si sarà depositata versarla in un barattolo di vetro e, mescolando, aggiungere lentamente l’ammoniaca, la lisciva e gli olii essenziali. Momentaneamente il prodotto si presenterà separato.

Il composto sarà pronto dopo circa 24 ore. Ogni tanto scuotere. Lo troveremo compattato, ma nel frattempo i granelli delle polveri si saranno ammorbiditi al punto di non ostruire lo spruzzino quando lo andremo ad aggiungere allo sgrassatore della seconda fase!
Ne metteremo ogni volta un cucchiaio – circa 12-15 grammi – in ogni spruzzino dello SGRASSATORE della seconda fase!
Il prodotto non contiene acqua e ha un pH molto alto (basico), per cui ritengo che la conservazione non sia un problema per almeno 6 mesi. Sarà nostra cura comunque monitorare cambiamenti di colore o odore del prodotto.
 
II FASE – SGRASSATORE
(per uno spruzzino da 500 gr)
100 gr alcool denaturato rosa (oppure alcool bianco da liquore) ***
1,5 gr detergente piatti commerciale o ecologico (1 cucchiaino da caffè)
400 gr circa di acqua demineralizzata o comunque fino a riempimento dello spruzzino (anche acqua di rubinetto va bene, se “dolce”)
10-12 gr di PASTA BASE (1 cucchiaio da minestra)
Quando necessario non dovremo far altro che aggiungere ai pochissimi ingredienti dello SGRASSATORE della seconda fase, un cucchiaio della PASTA BASE della prima fase, e avremo il nostro super-mega-sgrassatore-forte-ed-efficace!
Agitare prima di utilizzare.
*** se si conta di utilizzare in tempi relativamente brevi è possibile ridurre a 50 gr l’alcool ed aumentare l’acqua.
Ah! A volte l’ho usato anche per i pavimenti.

*******

Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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CONTORNI e verdure di ogni genere

Verdure ripiene in teglia


Ho solo aggiunto il basilico al posto del prezzemolo, e ho cercato di attenermi il piú possibile alla ricetta originale, ma ho voluto mettere del riso a crudo nelle verdure piuttosto che cuocerlo.
Ecco alcuni passaggi:

Ottimo piatto (meglio se consumato nella stagione delle verdure)!
Allora, ho servito questo come piatto principale per cena.
La volta successiva dietro richiesta dei familiari, ho rosolato della carne macinata e l’ho aggiunta ad un po’ del ripieno di verdure/riso che mi era avanzato e che avevo surgelato. Ne è risultato un saporiito piatto unico.

Ecco la ricetta originale con tutti i miei aggiornamenti e qualche variante, per rendere questo, un piatto completo.
Ingredienti (per 8 persone)
Verdure:
2 melanzane medie lunghe
2 pomodori maturi
2 zucchine rotonde
2 peperoni medi
Ripieno:
2 cipolle bianche
tutti i residui interni delle verdure pulite, e in più …
2 zucchine lunghe
1 melanzana piccola
2 spicchi d’aglio
1 ciuffo di basilico
1 cucchiaio di riso per ogni verdura da riempire
1 cucchiaio di passata di pomodoro per ogni verdura da riempire (oppure pomodorini freschi passati)
sale
zucchero
olio e.v.o.
Procedimento
Tagliare la calotta superiore delle verdure e svuotarle dai semi e la polpa che si recupererà.

Per svuotare le melanzane ho inciso un po’ la parte superiore ed inferiore. Rotolandola poi,sotto la pressione della mano (come si fa per i limoni per far uscire più succo), sarà più semplice lo svuotamento della parte interna (anche questa si metterà da parte per il ripieno).
Per i peperoni sarà semplice: tagliare la calotta e pulirli dai filamenti interni bianchi e dai semi!
Per le zucchine sarà sufficiente togliere la parte interna col cavatorsoli.
Salare le verdure all’nterno e cospargerle anche con un pizzico di zucchero.
Lasciare riposare.
Nel frattempo tritare finemente la cipolle e farle rosolare in padella. Aggiungere la parte interna residua delle verdure svuotate più gli ingredienti per il ripieno indicati in ricetta, tranne il riso!
Aggiustare di sale e fare andare sempre mescolando a fuoco vivace per 10 minuti.
Solo ora aggiungiamo il riso e lasciamo assorbire il condimento per almeno un’oretta (o due)!

NOTA BENE: il composto deve rimanere un po’ acquoso, se si fosse ristretto troppo aggiungere un po’ di acqua e poi “inumidire” un po’ le verdure una volta riempite con un cucchiaio di acqua per ogni verdura!!!!!
Riempire le verdure con il composto (per circa 3/4, con la cottura il ripieno aumenta notevolmente!!)
Chiudere le verdure con la loro calotta.
Metterle in una teglia con un po’ d’olio d’oliva e passarle in forno a 180°/200° per circa un’ora – un’ora e un quarto!
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COSMETICANDO, casa e persona

No-talco piedi e corpo

NO TALCO PIEDI
e in fondo …
NO TALCO CORPO

Ho provato a realizzare una polvere assorbente senza talco, che mantenesse ben asciutti i piedi di tutta la famiglia e provasse ad allontanare anche piccoli problemi batterici.
In passato comprai in farmacia questo ottimo ma costoso prodotto:

Purtroppo non sono riuscita a trovare in Italia lo zinco undecilenato contenuto nella polvere in commercio, né mi va di comprarlo oltreoceano, quindi mi sono adattata a realizzare il mio prodotto senza questo componente (anche se è proprio questo il componente valido per piccoli problemi micotici).
Mi sono attenuta alla “scaletta” dei prodotti inseriti secondo l’I.N.C.I. (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) riportato in etichetta, e osservando le percentuali d’uso per ciascuna materia prima**, sono arrivata al mio NO-TALCO-PIEDI.

Ingredienti (a 100):
Amido di mais biologico 60 grammi (Zea Mays)
Argilla bianca 20 gr (Kaolin)
Magnesio stearato 10 gr (Magnesium Stearate)
Ossido di zinco 10 gr (Zinc Oxide)
Olio essenziale di Timo biologico 8 gocce (Thymus Vulgaris)
8 chiodi di garofano nei contenitori/dosatori
**
Percentuali d’uso materie prime da utilizzare in polveri libere – Fonte Aroma Zone:
Amido di mais –  da 1 a 80%
Argilla bianca – da 1 a 95%/
Magnesio stearato – da 1a 30%
Ossido di zinco – da 1 a 60%

Preparazione con il Bimby:
Innanzitutto … ATTENZIONE A NON RESPIRARE LA NUVOLETTA DI POLVERI CHE SI FORMA!!!
Per ovviare al problema ho indossato una mascherina!
Per lo stesso motivo ho imparato ad appoggiare un foglio di cartacasa sul boccale del bimby.
Poi delicatamente spingo su questo foglio il misurino che si va ad incastrare nel foro del boccale, chiudendolo (è assicurato che le polveri sono contenutissime).
Ho miscelato nel bimby i 100 grammi di polveri (immagino sia uguale nel grinder o macinacaffè, ma se lo avete piccolo, fate metà dose).
Ho messo tutte le polveri nel boccale, mandando gradualmente il turbo per 10 secondi.
Ho dato un’assestatina senza aprire e ho aspettato un po’ che si depositassero le polveri.
Poi ho aggiunto qua e là le gocce di olio essenziale di timo.
Ho riavviato il bimby per altri 30 secondi gradualmente a turbo e ho aspettato di nuovo che si depositassero le polveri prima di aprire.
Il risultato è una polvere profumata impalpabilissima!
Alla fine ho aggiunto nel contenitore/dosatore i chiodi di garofano (a volte li ho messi nelle farine lavanti: avena, cacao, ecc.).
In questo modo spero in una conservabilità maggiore soprattutto dell’amido utilizzato.
Per la conservabilità comunque – visto che si tratta solo di polveri e non di acqua/liquidi – si potrà fare riferimento alla scadenza dei singoli prodotti che si utilizzano.
A detta delle mie sorelle, che me la chiedono spesso, questa polvere assorbente ha risolto gli antipatici problemi di sudorazione dei piedi (evitando di conseguenza l’insorgenza batterica o di funghi) ed è riuscita a far “respirare” di nuovo sia scarpiere che scarpe da ginnastica dei loro ragazzi che giocano a pallone!
NO TALCO CORPO

Oltre che per i piedi ho preparato anche il no talco per il corpo, con opportune piccole modifiche come illustrato sotto.

Ingredienti a 100:
Amido di mais biologico 60 grammi (Zea Mays)
Argilla bianca 20 gr (Kaolin)
Magnesio stearato 10 gr (Magnesium Stearate)
Ossido di zinco 9,5 gr (Zinc Oxide)
Bisabololo (Bisabolol) 0,5
Olio essenziale di Lavanda (Lavandula Angustifolia) o Rosa 2 gocce
8 chiodi di garofano nei contenitori/dosatori

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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SALSE, sughi, condimenti, erbe

Salsa alla amatriciana … o quasi

VERSIONE IN INGLESE IN FONDO (ENGLISH VERSION AT THE BOTTOM)


Prima di ogni cosa mi sembra doveroso fornire il disciplinare della vera salsa alla amatriciana.
Sono romana, e non sempre riesco a reperire gli ingredienti amatriciani, ma senza nulla togliere a questo fantastico piatto della tradizione, posso dire che anche la versione che preparo di tanto in tanto è ottima. Provatele tutte e due!

Gli ingredienti per la mia versione (4 persone):

500 g di spaghetti
125 g di pancetta tesa (ci vorrebbe guanciale)
1 barattolo di polpa di pomodoro o pelati
½ bicchiere di vino bianco secco
¼ cipolla (mia aggiunta)
1-2 spicchi aglio (mia aggiunta)
olio e.v.o.
peperoncino
sale
un pizzico di zucchero (facoltativo, per togliere acidità; mia aggiunta)
pecorino romano (ci vorrebbe pecorino tipico della zona di Amatrice)
Procedimento:
In una padella (meglio di ferro) ho versato un po’ di olio e ho messo a soffriggere del guanciale tagliato a listerelle non troppo sottili, la cipolla a pezzi piú o meno grossi in modo da poterla togliere dopo, lo spicchio d’aglio in camicia, in modo che non si spezzetti in cottura, il peperoncino.

Appena il tutto sará ben rosolato, sfumo con il vino e lascio evaporare

Nel momento in cui tutto sta di nuovo rosolando, tolgo tutti i pezzetti di guanciale, scolandoli dall´olio, e li metto da parte, in caldo

Verso il pomodoro nella padella e, a volte, aggiungo un pizzico di zucchero per togliere aciditá alla salsa

Aggiungo un pizzichino di sale (senza esagerare: la spolverata finale di pecorino aggiungerá molto sapore alla pastasciutta)

Faccio ritirare la salsa per circa ¼ d´ora
 
Ricordiamoci di togliere gli spicchi d´aglio e i grossi pezzi di cipolla

Nel frattempo ho cotto gli spaghetti al dente
 
Li ho scolati, conditi con la salsa, ho spolverato con pecorino grattugiato…

.

 

…e sopra ciascun piatto ho aggiunto i pezzetti di guanciale, che saranno rimasti belli croccanti

Buon appetito e un saluto fraterno ai vicini di Amatrice!

 
ENGLISH VERSION
First of all, it seems right to provide the specification of the true amatriciana sauce.
I am Roman, and I can not always find the amatrician ingredients, but without taking anything away from this fantastic dish of tradition, I can say that even the version that I prepare from time to time is excellent. Try them both!
The ingredients for my version (4 people):
500 g of spaghetti
125 g of stretched pancetta (it would take guanciale)
1 can of tomato pulp or peeled
½ glass of dry white wine
¼ onion (my addition)
1-2 garlic cloves (my addition)
extra virgin olive oil
chili pepper
salt
a pinch of sugar (optional, to remove acidity, my addition)
pecorino romano (it would take pecorino typical of the area of ​​Amatrice)
 
Method:
In a pan (better iron) I poured a little oil and I began to sauté the bacon cut into strips not too thin, the onion into pieces more or less thick so you can remove it later, the clove of garlic in shirt, so that it does not split into baking, the chili.
As soon as everything is well browned, I fry with the wine and let it evaporate.
When everything is browning again, I remove all the pieces of pork cheek, draining them from the oil, and put them aside, in hot.
I pour the tomato in the pan and, sometimes, add a pinch of sugar to remove acidity from the sauce.
I add a pinch of salt (without exaggeration: the final dusting of pecorino cheese will add a lot of flavor to the pasta).
I reduce the sauce for about ¼ hour.
Let’s remember to remove the garlic cloves and large pieces of onion.
In the meantime I cook spaghetti “al dente” (a little bit less than the instruction on the package!)
I drained them, season with the sauce, dusted with grated pecorino …
… and above each plate I add the pieces of bacon, which will remain crispy.
Good appetite and a fraternal greeting to the neighbors of Amatrice!

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COSMETICANDO, casa e persona

Acqua struccante ( simil acqua micellare )

Questa non è esattamente un’acqua micellare, ma è un’imitazione di un prodotto commerciale così denominato e condivide con questo buona parte degli ingredienti.

E’ una ricetta de “L’Angolo di Lola”.
L’ho realizzata in maniera più ecosostenibile possibile (non mi interessa se questo può penalizzare in minima parte l’efficacia del prodotto, che invece funziona benissimo, visto che amiche e parenti me la richiedono in continuazione).

Ecco i pochi ingredienti della formula:
acqua 95,30 (acqua depurata della farmacia o acqua Lauretana, a bassissimo residuo) **
PEG 6-caprylic capric glycerides 1.40
glicerina 2,70
cosgard 0,60

** A volte integro con il 10% circa di idrolato. Questo struccante va negli occhi: è meglio che non contenga olii essenziali o fragranze, né coloranti.

… e questo è l’inci del mio prodotto

Grazie anche al suggerimento di Lola per le eventuali sostituzioni possibili, ho reso questo prodotto più “verde” utilizzando soltanto glicerina, piuttosto che gli ingredienti che trovate linkati nella ricetta originale.

Sostituzioni
Il tensioattivo (PEG) non è sostituibile.

Preparazione
Mescolo assieme tutti gli ingredienti, tranne l’acqua (ed eventualmente l’idrolato), che aggiungo alla fine; mescolo ancora e imbottiglio.
A riposo il mio struccante è limpidissimo. Nell’agitarlo si opacizzerà (è normale).

Istruzioni
Da utilizzare sera e/o mattina per la pulizia del viso.
Agitare prima dell’uso.
Applicare con un dischetto di cotone o un panno morbido (io uso un panno multiuso in bambù, acquistato da Naturasì, che sciacquo e riutilizzo per moltissime volte dopo averlo diviso in quattro parti).
Eventualmente ripetere.
Sciacquare e procedere all’applicazione della propria crema o siero.

I prodotti utili per realizzare questa ricetta possono essere acquistati presso i venditori online di materie prime cosmetiche.
Fra i molti, ne indico due italiani: Farmacia Vernile e Glamour Cosmetics
Uno francese: Aroma Zone

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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DOLCI

New York Cheesecake

VERSIONE IN INGLESE IN FONDO (ENGLISH VERSION AT THE BOTTOM)
Secondo l’autrice della ricetta dalla quale ho preso spunto, questo è il vero e tradizionale New York Cheesecake, e prevede cottura (a me, nonostante le elucubrazioni dei puristi della “crusca” piace declinare al maschile il nome di questo splendido dolce anglofono!).
Le è stato suggerito da un’amica di New York, e io – visto il successo che riscuote ogni volta che lo preparo – ve lo ripropongo!
Il primo che provammo fu in casa di amici a Chicago. Ottimo!
Tutta la famiglia si innamorò di quel dolce, e vi assicuro che questo cheesecake non ha nulla da invidiare a quello offerto dai nostri amici negli Stati Uniti!
Qui trovate anche una versione in barattolino, senza cottura e senza uova, da preparare e gustare in un baleno!

Sopra, il mio primo cheesecake (delizioso anche se troppo basso: le dosi della ricetta originale non erano adeguate al mio stampo)

Sopra una monoporzione con salsa di visciole

Qui, una fetta di cheesecake del giusto spessore.

Premetto che il dolce deve passare almeno una notte in frigorifero dopo la cottura; solo così infatti si sentirà la famosa “texture”.
Inoltre lo strato superiore di panna non si dovrebbe quasi notare, si dovrebbe compattare invece perfettamente con lo strato inferiore. 
E’ per questo che la cosa migliore sarebbe far riposare il cheesecake addirittura 24 ore in frigorifero (ma non credo di essere mai arrivata ad aspettare tanto!).

La salsa di fragole per accompagnare il dolce è un optional, ma anche se può essere sostituita con altro, la ritengo la soluzione migliore!
E passiamo agli ingredienti delle 3 fasi salienti del cheesecake:
Massa 1
800 grammi di formaggio spalmabile (ho utilizzato a volte il philadelphia tipo Yo al 13% di grassi, ma anche altri tipi di formaggio, e anche senza lattosio)
180 gr uova intere (3 uova grandi)
265 grammi di zucchero
40 gr di succo di limone (3 cucchiai)
Massa 2
220 gr biscotti tipo Grancereale (mie sostituzioni ai più tradizionali Graham Crackers o Digestive Mc Vities, ma vanno bene anche i Grancereale Digestive, o Galbusera Turco Digestive, o i frollini integrali Bio Conad, e in generale qualsiasi biscotto di proprio gradimento che riesca a sbriciolarsi e ricompattarsi col burro)
70 gr zucchero (3 cucchiai colmi)
105 grammi di burro sciolto dolcemente e poi raffreddato
1 pizzico di cannella in polvere (facoltativa, io la metto)
Massa 3
370 gr panna acida (o sour cream o crème fraîche: è un ingrediente che troviamo in molti altri piatti sia salati che dolci. Io l’ho realizzata anche lactose-free)
70 gr zucchero (3 cucchiai colmi)
1 cucchiaio di estratto di vaniglia (o un cucchiaino di vaniglia naturale in polvere, ma si vedranno i puntini)
Procedimento
Prepariamo prima la massa 2.

Ho tritato a intermittenza, non troppo finemente, i biscotti nel mixer e ho aggiunto burro fuso, zucchero e cannella.

A questo punto si potrà incastrare della cartaforno sul fondo della tortiera apribile, oppure foderare tutto lo stampo, aiutandosi ungendo le pareti con del burro.
Queste operazioni servono per agevolarci se dovremo sformare il dolce, altrimenti potremo ometterle.
Ho mescolato il tutto e versato nello stampo, ho pressato il composto con il dorso di un cucchiaio da minestra e rialzato un pochino il bordo di biscotti lungo le pareti della teglia per contenere meglio il composto cremoso.
Ho trasferito in frigorifero per ½ ora, in modo da far rassodare il burro.
Passiamo alla preparazione della massa 1
Inserisco tutti gli ingredienti a temperatura ambiente nel mixer (o in ciotola per lavorare a mano) e mescolo il tempo necessario per avere un composto abbastanza liquido (è normale), senza incamerare troppa aria.
Verso delicatamente questo composto sul fondo di biscotto tirato fuori dal frigo
Il dolce è pronto per andare in forno statico preriscaldato per circa 40-45 minuti a 150°C coprendo dall’inizio con un foglio di alluminio (non a contatto, mi raccomando), in quanto deve rimanere color avorio, non deve scurire troppo.
Una volta cotto il dolce lo lascio riposare per 30 minuti in forno spento prima di aggiungere il composto della massa 3.
Ora arriviamo alla massa 3.
Mescolo 370 grammi di panna acida, con lo zucchero e la vaniglia
Verso questa massa 3 sul dolce già cotto, e la stendo bene.
Riporto il forno alla temperatura di 150°C statico e inforno di nuovo il dolce per altri 20 minuti.
Una volta cotto, sforno e lascio raffreddare bene.
Poi lo metto almeno per tutta la notte in frigo (meglio 24 ore).
Il dolce sformato, guarnito con salsa di fragole. Si serve fresco, ma non gelato!

ENGLISH VERSION
According to the author of the recipe from which I took inspiration, this is the real and traditional New York Cheesecake (I also like to decline this beautiful cake to the masculine!). It was suggested her by a friend of New York, and I – given the success that collects every time I prepare it – I propose it to you , increasing the doses for a cake tin of at least 26-28 cm in diameter!
The first one we tried was at a friend’s house in Chicago. Great!
The whole family fell in love with that spoon dessert, and I assure you that this cheesecake has nothing to envy to that offered by our friends in the United States!
Above, my first cheesecake (delicious even if too low: the doses of the original recipe were not enough for my mold).
Above a single portion with sour cherry sauce.
I state that the dessert must pass at least one night in the refrigerator; only in this way will the famous “texture” be felt.
In addition, the top layer of cream should almost not be noticed, but should be compacted perfectly with the bottom layer.
That’s why the best thing would be to let the cheesecake rest 24 hours in the fridge!
The strawberry sauce to accompany the dessert is an option, but even if it can be replaced with another, I consider it the best solution!
And let’s move on to the ingredients of the 3 major phases of the cheesecake:
Mass 1
800 grams of Philadelphia (I used the Yo type, 13% fat, but I also made excellent versions with high digestibility, with lactose free spreadable cheeses)
180 g whole eggs (3 large eggs)
265 grams of sugar
40 gr of lemon juice (3 tablespoons)
Mass 2
220 gr Digestive Mc Vities (my substitutions Grancereale type biscuits or Bio Conad wholemeal biscuits)
70 gr sugar (3 tablespoons full)
105 grams of butter melted gently and then cooled
1 pinch of cinnamon powder (optional, I put it)
Mass 3
370 gr sour cream (or panna acida or crème fraîche: is an ingredient that we find in many other dishes both salty and sweet. I have also made it on my own a lactose-free version)
70 gr sugar (3 tablespoons full)
1 tablespoon vanilla extract (or a teaspoon of natural vanilla powder, but you will see the dots)
Method
First prepare the mass 2.
I chopped intermittently, not too finely, the biscuits in the mixer and I added melted butter, sugar and cinnamon.
At this point, it is possible to fit the paper-scapes on the bottom of the opening cake-tin, or line the whole mold, helping the walls with some butter.
These operations are to facilitate us if we have to turn out the cake from the cake-tin, otherwise we will be able to omit it.
I mixed everything and poured into the mold, I pressed the mixture with the back of a soup spoon and raised a little bit the edge of biscuits along the sides of the pan to better contain the creamy mixture.
I moved in the fridge for ½ hour, so as to make the butter firm.
Let’s move on to the preparation of mass 1
I insert all the ingredients at room temperature in the mixer (or in a bowl to work by hand) and mix the time necessary to have a fairly liquid compound (it is normal), without taking too much air.
Gently pour this mixture on the bottom of biscuit pulled out of the fridge
The cake is ready to go in a preheated static oven for about 40-45 minutes at 150 ° C covering from the beginning with an aluminum foil (not in contact, I recommend), as it must remain ivory color, it should not darken too much.
Once cooked the cake let it rest for 30 minutes inside the oven “off” before adding the mixture of mass 3.
Now mix the mass 3, ie 370 grams of sour cream, with sugar and vanilla
I put this mass 3 on the already cooked cake, and spread it well.
Return the oven to a temperature of 150° C static and bake again the cake for another 20 minutes.
Once cooked, get out and let it cool well.
Then I put it at least for the whole night in the fridge (better 24 hours).

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DOLCI

Salsa di fragole (per cheesecake)

VERSIONE IN INGLESE IN FONDO (ENGLISH VERSION AT THE BOTTOM)
Probabilmente si potranno fare diverse preparazioni con questa fantastica salsa, ma io l’ho conosciuta in occasione dei miei primi cheesecake, e vi assicuro che ci sta divinamente!


 
Dopo aver visionato la ricetta di Reginette, (dove troverete anche il famigerato New York Cheesecake) proveniente dal famoso Lindy’s di Manhattan, ho estrapolato queste dosi:
750 grammi di fragole, peso netto, già lavate, asciugate e senza peduncolo
180 grammi di zucchero
70 grammi di acqua
1 pizzico di sale
1 cucchiaio e mezzo da minestra di maizena
2 cucchiai da thé di burro
1 cucchiaio da thé di succo fresco di limone
Procedimento:
Tenere qualche fragola da parte, le piu belle. Se sono piccole si lasciano così, se sono grandi, affettarle in modo di averne 200 grammi (io consiglio di lasciarle intere, verranno deliziose in quanto fuori si cuociono e dentro resterà il sapore fresco della fragola).
Mettere le restanti fragole in una pentola, e schiacciarle (ho dato una frullatina col mixer).
Aggiungere zucchero, acqua, sale, maizena.

Mescolare bene con la spatola, e portare a bollore a fuoco medio, mescolando sempre.
Ridure la fiamma, e continuare a cuocere mescolando sempre, fin quando la salsa si sarà addensata leggermente (ho fatto stare 10-15 minuti).
Togliere dal fuoco, aggiungere il burro, il succo di limone e le fragole messe da parte.
Raffreddare a temperatura ambiente, e mettere in frigo. Può essere preparata anche il giorno prima.
Si conserva al massimo 3-4 giorni. Quindi se se ne volesse fare in più, meglio congelare (solo la salsa però! Eviterei di congelare le fragole semicotte: peggiorerebbero la loro consistenza).
 
Nota:
ho nappato uno dei miei ultimi cheesecake con una salsa di “visciole al sole” realizzata da me nell’estate scorsa. Ho semplicemente filtrato il succo zuccherino delle visciole. Poi l’ho arricchito con burro, maizena e un po’ di succo di limone, prendendo come riferimento la ricetta sopra. Ottimo anche con la mia sour cherries sauce.
Annotarsi anche questa versione bimby:
300 gr. di fragole, 75 gr. di zucchero, succo di mezzo limone. Ho aggiunto un cucchiaino colmo di maizena e fatto cuocere 6 min. 80° vel. 3. A fine cottura ho aggiunto una nocciolina di burro e una manciata di fragole affettate sottilmente…

 
ENGLISH VERSION
Probably you can make different preparations with this fantastic sauce, but I met her on the occasion of my first cheesecake, and I assure you that it becomes divine with her!
After viewing the recipe for Reginette, (where you will also find the famous New York Cheesecake) from the famous Lindy’s in Manhattan, I extrapolate these doses:
750 grams of strawberries, net weight, already washed, dried and without stalk
180 grams of sugar
70 grams of water
1 pinch of salt
1 and a half tablespoons of cornstarch
2 teaspoons of butter
1 teaspoon of fresh lemon juice
Method:
Keep some strawberry aside, the most beautiful. If they are small, leave them in this way, if they are large, slice them in such a way as to have 200 grams (I advise you to leave them whole, they will be delicious as they are cooked and the fresh strawberry flavor will remain inside).
Put the remaining strawberries in a pot, and mash them (I mixed them a little bit).
Add sugar, water, salt, cornstarch.
Stir well with the spatula, and bring to a boil over medium heat, stirring constantly.
Reduce the heat, and continue to cook, stirring constantly, until the sauce has thickened slightly (10-15 minutes).
Remove from the heat, add the butter, the lemon juice and the strawberries put aside.
Cool to room temperature, and refrigerate. It can also be prepared the day before.
It is kept for a maximum of 3-4 days. So you can freeze (only the sauce, however!). I would avoid freezing semi-cooked strawberries: they would worsen their consistency).
Note:
I napped one of my last cheesecake with a sauce of “sour cherries” made by me last summer. I simply filtered the sugary juice of sour cherries. Then I enriched it with butter, cornstarch and a little ‘lemon juice, taking as a reference the recipe above. My sour cherries sauce is also excellent.

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COSMETICANDO, casa e persona

Crema riparatrice mani

Ho realizzato questa versione di crema riparatrice mani con prodotti quasi totalmente a “bollino verde”.
E’ ispirata alla formula de L’angolo di Lola, ma dopo alcuni tentativi e relative sostituzioni, ritengo di essere arrivata (almeno per adesso) al prodotto eco-sostenibile che cercavo!
La trovo ottima, e ripara veramente.
Ormai è nella mia “to-do-list”: amiche, nuora, e anche le mie mani, me la chiedono in continuazione 😉
Sotto come realizzo generalmente la mia versione per 100 grammi di questa crema.
Fase A (o acquosa, o idrofila)
Acqua (Lauretana) a 100 (65,58: a questa quantità si arriva per differenza sottraendo a 100 grammi il totale degli ingredienti inseriti in formula)
Xanthan smooth flow 0,30 (se volessi una crema leggermente più corposa potrei aggiungere 0,10 di xanthan gum normale)
Allantoina 0,35
Glicerina 10
Fase B (o grassa, o lipofila)
Alginato 0,50 (prima di scaldare il tutto lo sciolgo preventivamente nel tocoferile a.)
Burro cacao 2 **
Burro karité 2 (lo aggiungo fuori fuoco) **
Caprilico caprico trigliceride 4
Olio Avocado 4 **
Tocoferile acetato 3 (oppure 1,5 tocoferolo + 1,5 altro olio)
Alcool cetilstearilico 50/50, 1
Olivem 3
Fase C (inserimento principi attivi)
Soluzione Sodio ialuronato 1%, 1,25
Pantenolo 75%, 2
Estratto CO2 calendula 0,3 (sciolto in un grammo di avocado preso dalla fase B e nelle gocce di olii essenziali) **
Salvacosm DB 0,6
Profumazione con olii essenziali – 3-4 gocce (quando e se profumo le mie creme, generalmente utilizzo olii essenziali, oppure mix di questi realizzati da me) **
** da agricoltura Biologica

Peso precedentemente tutti gli ingredienti per averli pronti per la lavorazione.
Fase A
Preparo prima il gel di xantana stemperandola nella glicerina.
Poi aggiungo quasi tutta l’acqua.
Se non ho tempo frullo da subito per alcuni minuti per far aprire il polimero (xanthan gum) e far formare bene il gel, altrimenti lascio riposare per un po’.
Dopo una mezz’ora trovo che il tempo ha fatto il lavoro per me, e il gel è quasi del tutto formato, ma io preferisco dare comunque una frullatina.
Aggiungo l’allantoina sciolta precedentemente in una piccola parte di acqua presa dal totale e finalmente scaldo il tutto a 70°C.
Se si è abbastanza padroni nelle emulsioni, si potrebbe lasciare una piccola parte di acqua fredda da aggiungere dopo (ad un corso mi è stato insegnato che questo è un ulteriore metodo per freddare l’emulsione prima di procedere all’inserimento degli attivi della fase C!).
Fase B
In contemporanea procedo al riscaldamento della fase lipofila fino ad un massimo di 70°C o comunque fino a scioglimento degli emulsionanti cerosi. Aggiungo fuori fuoco il burro di karatè e spesso do una frullatina con minipimer a questi grassi prima di inserirli nella fase idrofila.
Verso quindi la fase B nella fase A (le due fasi devono stare a temperatura analoga di circa 60-70°C; meglio che sia quella acquosa la fase più calda, che non il contrario) e procedo a creare l’emulsione, alternando l’utilizzo prima di minipimer e poi di spatola, fino a far quasi raffreddare la crema (aiutandomi se possibile, con un bagnomaria freddo).
Fase C
Una volta portata l’emulsione delle due fasi precedenti quasi a raffreddamento (25-30°C circa), aggiungo uno alla volta i vari attivi della fase C (facendo attenzione a non versare in stretta successione la soluzione di sodio ialuronato e il pantenolo: smonterebbero l’emulsione), la profumazione e il conservante.
Spesso, in questo momento, prima di aggiungere l’attivo, lo mescolo preventivamente con una piccola parte di crema presa dal totale.
Misuro il pH con le cartine al tornasole e se occorre procedo con poche gocce alla volta di soluzione al 20% di idrossido di sodio (per alzare il pH) oppure acido lattico o citrico (per abbassarlo). In questo caso il pH della mia crema risulta 5,5-6, quindi non tampono.
La crema ha una bellissima consistenza appena un po’ fluida e un colore giallino (dato dal fantastico e lenitivo estratto di calendula). Copro e metto in frigo il becher con la crema per poterla trasferire dopo qualche ora nei contenitori dedicati (in modo di far scomparire anche le eventuali microbollicine di aria incamerata).
Reggerebbe anche in vasetto, ma per igiene e praticità (si potrà trasportare in borsa), preferisco traferire la crema in dosatori airless.
Qui il video della ricetta realizzato dalla brava Shakarì

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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SALSE, sughi, condimenti, erbe

Panna acida – sour cream – crème fraîche … anche senza lattosio

VERSIONE IN INGLESE IN FONDO (ENGLISH VERSION AT THE BOTTOM)

A parte il piacere dell’autoproduzione, ai tempi della realizzazione dei miei primi cheesecake (mi piace definire al maschile questo tipo di torta!), mi era alquanto difficile trovare la panna acida nei negozi; un prodotto cremoso adatto principalmente ai cheesecake, ma anche a svariati altri piatti, salati e non.
Quella presentata sotto è una ottima, normalissima panna acida, e questa è la ricetta dalla quale ho preso spunto.
Naturalmente se si vuole preparare la sour cream o crème fraîche ad alta digeribilità (molto più difficile da reperire) sarà possibile prepararsela facilmente in casa partendo da materie prime senza lattosio (yogurt e panna ad alta digeribilità ormai si trovano in tutti i banchi frigo).
Ho osservato le dosi sotto per utilizzarla una sola volta per il mio New York Cheesecake, ma naturalmente si potrà preparare la dose maggiore consigliata nel link sopra:

200 g di panna fresca del banco frigo, al 30% di grassi (quella da montare)
170 g yogurt greco naturale fage 0% grassi (cremosissimo, anche se magro)
succo di ½ limone piccolino spremuto e filtrato (circa 20 grammi)
Sono partita mescolando la panna, lo yogurt e il limone, e appena mescolata era già densa, quasi da far star dritto il cucchiaino.
Per ora, però, il sapore è ancora “slegato”.
Per una migliore maturazione lasciare la panna a temperatura ambiente, ma solo se le temperature lo permettono. Se fa troppo caldo direi di mettere direttamente in frigo.
Da considerare che i tempi di conservazione del prodotto possono essere assimilati a quelli dello yogurt, che una volta aperto dura 3-4 giorni.
Ho aspettato l’indomani mattina.

Eccola dopo 6 ore, al mattino prestissimo. Già faceva fatica a scendere dal cucchiaio ed il sapore era nettamente più “pieno”.
Sono andata a lavorare, e a Roma stava facendo calduccio, quindi dopo 6 ore di maturazione, l’ho passata in frigorifero.

Grazie a questa panna acida il mio cheesecake – già delizioso – ha raggiunto i suoi massimi livelli di libidine.
Fonte: 05.VI.2010
 
ENGLISH VERSION
Apart from the pleasure of self-production, at the time of the realization of my first cheesecake (I like to define this type of cake to the masculine!), It was very difficult to find the sour cream in the shops; a creamy product suitable mainly for cheesecake, but also for various other dishes, savory and not.
The one presented below is a very good, normal sour cream, and this is the recipe from which I got inspiration.
Of course if you want to prepare the sour cream or crème fraîche with high digestibility (much more difficult to find) it will be possible to prepare it easily at home starting from raw materials lactose-free (yogurt and high digestibility cream now found in all the refrigerated counters).
I have observed the doses below to use it only once for my cheesecake, but of course you can prepare the recommended maximum dose in the link above:
200 g of fresh cream from the refrigerated counter, 30% fat (to be assembled)
170 g natural Greek yogurt fage 0% fat (creamy, even if thin)
juice of ½ small lemon juice squeezed and filtered (about 20 grams)
I started mixing the cream, yogurt and lemon, and just mixed was already thick, almost to make the spoon straight.
For now, however, the taste is still “untied”.
For a better maturation, leave the cream at room temperature, but only if the temperatures allow it. If it’s too hot I would say to put directly in the fridge.
To consider that the storage times of the product can be assimilated to those of yogurt, which once opened lasts 3-4 days.
I waited for the next morning.
Here it is after 6 hours, early in the morning. It was already hard to get off the spoon and the taste was much more “full”.
I went to work, and in Rome was warm, so after 6 hours of maturation, I passed in the refrigerator.
Thanks to this sour cream my cheesecake – already delicious – has reached its highest levels of libido.

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DOLCI

Ciambelline al vino … a bicchierate

VERSIONE IN INGLESE IN FONDO (ENGLISH VERSION AT THE BOTTOM)

Queste ciambelline me le regalava una mia amica di Palestrina (sono famosissime a Roma, nei Castelli Romani e dintorni), nei saltuari incontri che rubavamo alle nostre famiglie, magari per dedicarci ad una passeggiata al centro di Roma, oppure ad una visita ad un museo. Lei arrivava sempre con un vassoio di queste delizie e, quando la sera tornavo a casa, si faceva festa perché erano arrivate le “ciambelline di Carla”.
Ora la mia amica è diventata nonna, è più indaffarata che mai, ci vediamo meno spesso, e le ciambelline me le faccio da me, seguendo più o meno la sua antica ricetta.
Però, oltre ai bicchieri come dosatori, con un po’ di lavorìo sono riuscita a ricavare anche le dosi in grammi. Lo trovo utile qualora volessi verificare le percentuali di zuccheri o grassi della ricetta!

Partiamo con i miei bicchieri colmi colmi per due teglie da forno 43 x 32, per circa 70 ciambelline da 20 gr l’una (ma naturalmente potrete diminuire le dosi, utilizzando vasetti di yogurt o tazzine da caffè):
1 bicchiere di vino bianco secco* (se si usa il frizzante si potrebbe omettere il lievito) – in alternativa vino rosso, ma verranno ciambelline più scure – 230 g
1 bicchiere di olio e.v.o. – 220 g (noi preferiamo così, ma se volete potete mettere olio di girasole deodorato o di arachide, più delicati di sapore e gli unici con un punto di fumo alto simile all’olio e.v.o.)
1 bicchiere zucchero di canna bio – 230 g (o zucchero semolato)
5 bicchieri di farina 00 bio debole per biscotti (o meglio 4 bicchieri di farina + 1 di maizena) – 675 g (135 x 5)
4 cucchiaini di semi di finocchio o di anice – 10 g (facoltativi – io li ho polverizzati nel macinino, perchè non tutti li vogliono fra i denti)
1 piccolo cucchiaino di lievito per dolci autoprodotto – 4,8 g (fatto solo con cremor tartaro e bicarbonato – equivalente a mezza bustina – molti lo evitano, specialmente se si usa vino frizzante o spumante brut)
1 pizzico di sale
60 g zucchero di canna per immergere i cordoncini crudi per un aspetto più rustico.
* … e se vorrete far mangiare queste ottime ciambelline anche ai vostri nipotini di pochi anni, sarà possibile provarle con questo ottimo vino dealcolato fermo, o con le bollicine 😉
 
Procedimento
Direttamente sulla tavola (oppure in una terrina, o nell’impastatrice) ho mescolato tutti gli ingredienti tranne 1 bicchiere di farina e il lievito.
Finito di amalgamare gli ingredienti ho aggiunto il lievito (se ho deciso di metterlo) setacciato insieme al 5° bicchiere di farina (se non metto lievito, metterò da subito tutti i 5 bicchieri di farina/amido).
Ho terminato di lavorare la palla.
Nel frattempo ho preparato una ciotola con dello zucchero per immergere le ciambelline crude (dal conteggio finale è risultato che ho usato 60 grammi).
Con l’impasto utile per una teglia, pronto davanti a me (e coperto da cellophane), ho staccato tanti pezzi e ho formato tanti cordoncini appena abbozzati del peso di circa 20 grammi ciascuno.

Ho rotolato ciascun pezzetto di impasto fra le mani, simulando l’azione di quando le sfreghiamo perché abbiamo freddo.

Ho adagiato questi rotolini grossolani in successione sullo spiano, in modo che alla fine della lavorazione potessi ricominciare dal primo.
Ora non ho fatto altro che portare alla dimensione di circa 15 cm ciascun cordoncino per formare le ciambelline e chiuderlo sovrapponendo i lembi (se si vogliono ciambelline più sottili si potranno fare cordoncini fino a 18-20 cm di lunghezza, ma fare attenzione alla cottura, cuoceranno più velocemente) .
Grazie alla farina debole e a questo riposo i rotolini non opporranno resistenza, saranno più gestibili e l’impasto non si sfalderà.
Un ulteriore metodo che ho scoperto per non far sfaldare l’impasto (soprattutto se non si utilizza amido):

invece di poggiare le mani sulla tavola perpendicolari al cordoncino, le muovo avanti e indietro tenendole parallele a questo. Non so perché, ma funziona!
Ho quindi immerso da una sola parte ogni ciambella nello zucchero, premendo delicatamente per farlo aderire, e le ho adagiate nella teglia con la parte zuccherata rivolta in alto, distanziandole leggermente.
 
Ho infornato a 180°C funzione statica per 25 minuti circa, binario centrale, ruotando la teglia dopo 20 minuti, e alzando di un binario (così si coloriranno anche sopra).
Ho cotto una teglia alla volta, ma se fate dose intera e volete cuocere le due teglie insieme, consiglio di usare il ventilato e abbassare a 160°C, cambiando posizione alle teglie a metà cottura, e ruotandole.

Saranno cotte quando saranno dorate, ma attenzione, bruciano velocemente!


Sopra, più paffutelle di quelle della mia amica,
sotto, più fine; deliziose in entrambi i casi!

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Una bella variante molto simile a quelle realizzate da Claudia!
Se non si fanno le ciambelline, ma si vogliono dare forme più spesse come questa sotto, occorrerà fare cordoncini più sottili, altrimenti non si cuoceranno bene o saranno meno friabili.

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ENGLISH RECIPE
These donuts were a gift of a friend of mine of Palestrina (they are very famous in Rome, in the Castelli Romani area), in the occasional meetings that we stole from our families, maybe to dedicate ourselves to a walk in the center of Rome, or for a visit to a museum. She always came with a tray of these delights and, when I came home in the evening, it was a party because the “Carla donuts” had arrived.
Now my friend has become a grandmother, she is busier than ever, we see each other less often, and  I prepare the donuts by myself, following more or less her ancient recipe.
However, in addition to the glasses as dosers, with a little work I managed to get even the doses in grams. I find it useful if I want to check the percentage of sugars or fats in the recipe!
Let’s start with my glasses filled for two baking trays 43 x 32, and about 70 donuts of 20 gr each (but of course you can reduce the doses, using jars of yogurt or coffee cups):
1 glass of dry white wine (if you use the sparkling you could omit the yeast) – alternatively red wine, but darker donuts will come – 230 g
1 glass of oil e.v.o. – 220 g (we prefer it so, but if you want you can put deodorized sunflower oil or peanut oil, more delicate flavor and the only ones with a high smoke point similar to the oil e.v.o.)
1 glass organic brown sugar – 230 g (or granulated sugar)
5 glasses of flour 00 bio weak for biscuits (or better 4 glasses of flour + 1 of cornstarch) – 675 g (135 x 5)
4 teaspoons of fennel seeds or aniseed – 10 g (optional – I sprayed them in the grinder, because not everyone wants them between their teeth)
1 teaspoon of my baking powder – 4,8 g (half a bag-like, but many avoid it, especially if you use sparkling wine or “spumante brut”)
1 pinch of salt
60 gr brown sugar to dip the raw cords for a more rustic look
Method
Directly on the table (or in a bowl, or kneader) I mixed all the ingredients except 1 glass of flour and baking powder.
After mixing the ingredients I added the yeast (if I decided to put it) together with the 5th glass of flour (if I do not put yeast, I will immediately put all 5 glasses of flour / starch).
I finished working the dough.
I prepared a bowl with sugar to dip the raw donuts (from the final count it turned out I used 60 grams).
With the dough useful for a pan, ready in front of me (and covered by cellophane), I detached many pieces of 20 gr each.
I rolled each piece of dough in my hands, simulating the action of when we rub it because we are cold.
I placed these coarse rolls in succession on the spiano, so that at the end of the pieces processing I could start again from the first one.
Now I have done nothing but bring to the size of about 15 cm each cord to form the donuts and close it by overlapping the flaps.
Thanks to the weak flour and to this rest the rolls will not resist, they will be more manageable and the dough will not fall out (but up to 18-20 cm in length are fine if you want thinner donuts. In this case pay attention. The donuts could burn).
A further method that I have discovered to avoid breaking up the dough:
instead of resting your hands on the table perpendicular to the cord, I move them back and forth keeping them parallel to this. I do not know why, but it works!
So I dipped each donut in sugar, pressing gently to make it adhere, and I placed them in the pan with the sugared side up, slightly apart.
I bake at 180 ° C static function for about 25 minutes, central track, turning the pan after 20 minutes, and raising a track (so they will also color above).
I cooked a pan at a time, but if you make a full dose and you want to cook the two pans together, I recommend using the ventilated and lower to 160 °C, changing position to the trays, and rotating halfway through cooking.
They will be cooked when they are golden, but beware, they burn quickly!
Above, more plump of those of my friend,
below, finer; delicious in both cases!
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A nice variation very similar to those made by Claudia!
If you do not make the donuts, but you want to give thicker shapes like this below, you will need to make thinner cords, otherwise they will not cook well or they will be less crumbly.
Fonte 24.IV.2010