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DOLCI

Torta di mele capovolta

Particolari della torta capovolta con more fresche macerate, nella versione spolverata con zucchero “bucaneve”, indispensabile per questo tipo di torta umida. Continuo a preferire però questo tipo di torta con marmellata, come spiegato sotto, e non con more fresche macerate.
 
Avevo giá provato con olio altri due tipi di torta alle mele (una soffice, ma molto tradizionale e quella di Dzjvas, umida e ottima).
Non so dire se la riuscita di questa torta di mele è dovuta al fatto che ho usato burro.
Risultato: merita davvero.
È una torta ottima.
In piú è particolare perché si capovolge dopo la cottura (il metodo ricorda la famosa Tarte Tatin).
 
Ingredienti:
– 3 mele renette
– 100 gr burro
– 150 gr zucchero
– 1 uovo intero + 1 tuorlo
– mezzo bicchiere di latte
– una buccia di limone grattugiato
– 1 bustina di lievito per dolci (io 8 gr cremor tartaro + 3,60 bicarbonato)
– 250 gr farina (200 tipo 0 bio Conad + 50 amido mais bio Tibiona)
– marmellata a scelta (io di more, oppure more fresche macerate in rum e zucchero)
– mezzo bicchierino di rum e zucchero per far macerare le mele
– zucchero “bucaneve” per guarnire
 

Procedimento:
Questo tipo di torte mi piacciono basse per sentire meglio le mele.
Ho usato una teglia da 31 cm. Successivamente ho usato una tortiera apribile da 28.
Per avere una torta più alta usare tortiere più piccole.
  • Ho frullato la buccia di limone con quasi tutta la farina – meno un cucchiaio che poi ho miscelato al lievito – e ho lasciato da parte
  • Ho tagliato le mele a fettine e ho lasciato anche queste da parte a macerare con zucchero e rum (in questa fase lasciare a macerare separatamente anche le more, se si decide per quelle fresche)
  • Ho iniziato montando il burro e lo zucchero con una frusta
  • Ho aggiunto le uova una alla volta
  • Il latte
  • La farina – sempre lavorando con la frusta – setacciandola un po’ alla volta sopra all’impasto. A questo punto ho lasciato momentaneamente da parte il composto.
  • Finita questa fase ho  imburrato e spolverato di zucchero direttamente la cartaforno nella teglia (in questo modo sarà più semplice il capovolgimento finale)
  • Nella tortiera ho disposto le mele a raggiera, riempiendo gli spazi fra una mela e l´altra con marmellata di more (o more fresche macerate nel rum)
  • Ho ripreso il composto e ho aggiunto a questo l’ultima parte di farina miscelata al lievito
  • Ho versato quindi il composto sulle mele giá disposte nella teglia, livellandolo
  • Ho infornato preriscaldando a 170°C per 30-35 minuti in un binario basso, funzione statica
  • Ho infine capovolto la torta (aiutandomi con un vassoio tondo, un coperchio o altro).

NOTA
Ho provato questa torta anche con olio, senza latte (ma con il liquido di macerazione delle mele più un cucchiaio di succo di limone). L’ho provata addirittura con pasta madre. Ottima sempre!

15.II.2009

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DOLCI

Torta di Mele Bolzano

Dedicata agli amanti delle torte umide e melosissime, assolutamente da provare questa di Scott Carsberg (ci è voluto qualche tentativo a partire dal mio primo test del 15 novembre 2008, per prepararla al meglio).

Ingredienti (i miei) per uno stampo tondo da 22 cm (superficie 380 mm²), quindi ho considerato il 95% circa rispetto alle dosi originarie:
100 zucchero canna bio (questa volta ho voluto diminuire, ma per la prima volta sarebbe meglio seguire la ricetta originale con 125 g)
1 tuorlo + 1 uovo
1 minicucchiaino raso di vaniglia naturale in polvere (in alternativa cardamomo o soltanto cannella)
60 olio dal sapore neutro (diminuito di 15 g rispetto al burro)
55 farina debole (più altra per lo stampo)
9 g lievito chimico homemade
105 latte intero (ho aumentato di 15 g rispetto all’originale per ripristinare i liquidi mancanti dal burro che ho omesso)
540 g mele da sbucciare (per questa ricetta le asprigne Granny Smith sono le più indicate).
1 pizzico di sale

Procedimento (il mio)
Montare le uova con lo zucchero e la vaniglia (o cannella).
Aggiungere l’olio e amalgamare bene.
Aggiungere il latte, setacciare sopra la farina  e mescolare bene.
Sbucciare le mele e tagliarle a fettine sottili aiutandosi con una mandolina (lasciare le mele a riposare in acqua gelata con qualche ghiaccetto, garantito che non si anneriranno).

Subito prima di aggiungere le mele ben scolate nell’impasto, inserire il lievito e mescolare bene.
Versare l’impasto in una tortiera a cerniera rivestita da cartaforno imburrata e infarinata, e cuocere in forno preriscaldato a 170°-180° ventilato per 45-50 minuti circa.
Volendo, a torta fredda, aggiungere un po’ di zucchero a velo (meglio ancora se zucchero “bucaneve”/idrorepellente).

 

Lidea
Ho pensato fosse carino riandare alle origini di questo dolce per il quale Carsberg ha preso spunto qui in Italia.
Sotto quindi la versione dell’autore, tradotta da me dalla ricetta originale che trovate qui, reperita in un articolo del New York Times del 2004.
Ho anche convertito gli ingredienti riadattandoli da misure americane ad italiane.
BOLZANO APPLE CAKE rivisitata di Scott Carsberg
Tempo di preparazione 1 ora e un quarto.
Ingredienti
113 g burro (più burro per ungere lo stampo)
65 g farina debole (più altra per lo stampo)
2 uova
200 g zucchero
semi di 1 baccello di vaniglia
567 g mele Granny Smith (3 o 4 medie.. immagino intenda con la buccia) 
10 g lievito istantaneo per dolci
122 g latte a temperatura ambiente
Zucchero a velo

Procedimento
1. Riscaldare il forno a 190°C.
Rivestire di cartaforno uno stampo 20×20 cm (superficie 400 mm²), spalmando sopra uno spesso strato di burro.
Spolverare poi di farina e togliere l’eccesso.

2. Fondere il burro in una piccola casseruola e mettere da parte.
Sbattere insieme le uova e metà dello zucchero in una ciotola.
Continuare a battere aggiungendo lentamente lo zucchero rimasto fino ad addensare;
il composto cadendo dal cucchiaio dovrà fare un nastro (o “scrivere”).

3. Dividere il baccello di vaniglia nel senso della lunghezza.
Raschiare i semi nel composto di uova/zucchero e immergere il baccello nel burro fuso.

4. Sbucciare e tagliare le mele sottilissime.

5. Rimuovere la vaniglia e versare il burro fuso nel composto di zucchero/uova.
Unire la farina/lievito e versare mescolando alternando con il latte.
Immergere le mele nel composto, verificando che siano ben rivestite dalla pastella.
Versare tutto nello stampo livellando la superficie con le dita.

6. Cuocere per 25 minuti, poi ruotare la tortiera;
cuocere all’incirca per 25 minuti ancora, fino a quando la torta si stacca dallo stampo e apparirà dorata;
quando, inserendo un coltello a lama sottile al centro della torta, questo uscirà pulito, la cottura sarà ultimata.
Raffreddare 30 minuti, quindi tagliare longitudinalmente e cospargere le fette con zucchero a velo.

Resa: 6-8 porzioni”

Una foto della torta, presentata ultimamente al contest al quale ho partecipato in questo periodo.

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COSMETICANDO, casa e persona

Lovæly3 – Eau de Cologne

ACQUA DI COLONIA GOURMAND ALLA LAVANDA-VANIGLIA CON BASE 75% DI ALCOOL.

Anche questa volta mi sono ispirata ad una formula del libro Riza, consigliatomi dalla Flora s.r.l. (produttori di ottimi olii essenziali).
Sono partita da materie prime “nobili” quali fiori di lavanda essiccati biologici, bacche naturali di lavanda Bourbon, aggiungendo il 3% dei relativi olii essenziali più il 5% complessivo di fissanti.
Anche questa “Acqua” non è completa dal punto di vista olfattivo, ma con le note di Base della vaniglia e la profumata lavanda (che oltre alle spiccate note di Cuore contiene anche delle note di Testa) si riesce ad avere un’impronta gourmand che mi è piaciuta molto.
Per 100 grammi di EdC finale (ho fatto più prodotto ma preferisco sempre riportare a 100!):
olii essenziali
3 (di cui 1,32 vaniglia + 1,68 lavanda)
brilliant gloss 1 (fissativo)
triethyl citrate
 2 (fissativo)
glicerina 2 (fissativo)
base alcolica iniziale 116 [fatta col 75% di alcool a 95° (87 gr) + 25% di acqua demineralizzata della farmacia (29 gr)]. Il tutto poi diventerà circa 92 grammi dopo il filtraggio.
fiori secchi di lavanda bio 12 gr (da eliminare dopo la macerazione/maturazione)
bacche intere di vaniglia 3 gr (1 bacca e mezza, da eliminare dopo la macerazione/maturazione)
Procedimento
Ho versato nella base alcool/acqua i fiori di lavanda e le bacche di vaniglia tagliuzzate dopo aver raschiato i semini aprendole (messi anche i semi a macerare)

Ho mescolato, chiuso  ermeticamente e lasciato macerare al buio (contenitore scuro o rivestito con alluminio) per due settimane complessive (la seconda in frigorifero).
Ho agitato il vasetto una volta al giorno.
Dopo le due settimane, in un secondo contenitore più grande, ho inserito prima i fissativi, poi gli olii essenziali nell’ordine indicato e ci ho versato il contenuto delle droghe in macerazione del primo barattolo dopo averlo filtrato il tutto per bene in un telo apposito (pesare per differenza i contenitori, per poter fare eventuali aggiustamenti percentuali).
E’ risultato un bellissimo liquido trasparente e ambrato.
Dei profumini delicati provati finora, questo è quello dalle note che si sono armonizzate al meglio: si sente prima moltissimo la lavanda, ma la persistenza della vaniglia è naturalmente la nota che emerge successivamente, e resta di più sulla pelle.

Da Riza:
L’olio essenziale di lavanda è antinfiammatorio e antiemicrania.
L’assoluta di vaniglia ha un potere afrodisiaco e calmante allo stesso tempo.
Riequilibra i sensi ed è un antidepressivo naturale.

*******

Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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COSMETICANDO, casa e persona

Lovæly2 – Eau Fraîche

ACQUA PROFUMATA AGRUMATA CON BASE AL 75% DI ALCOOL.
Visto che questo prodotto finale oltre ai pochi olii essenziali (1,56%) contiene anche acqua, l’ho voluto assimilare alle Eau Fraîches delicatissime (anche denominate EdS – Eau de Solides)  che si trovano in commercio.
Anche questa volta si tratta di agrumi e ho voluto rivisitare una delle formule del libricino della Riza consigliatomi dalla Flora s.r.l. (produttori di ottimi olii essenziali).
La realizzazione della mia attuale Lovæly ha una quota di base alcolica fatta col 75% di alcool 95° più il 25% di acqua demineralizzata, oltre agli oe previsti e i soliti fissanti.
 

Questa seconda “Acqua” esperidata ha soltanto le note olfattive Cuore-Testa, quindi sicuramente avrà una bassa persistenza sulla pelle.
Mi è piaciuta tuttavia l’idea di un odore rafforzato da materie prime odorose come bucce di arancia e semi di cardamomo che, macerando in alcool a 95°, hanno rilasciato anche loro olii e molecole odorose.
Per 100 grammi di Eau Fraiche finale:
olii essenziali
1,56*** (anziché il minimo “sindacale” di 2-5 grammi che troviamo nelle EdC)
brilliant gloss 1 (fissativo)
triethyl citrate
 2 (fissativo)
glicerina 2 (fissativo)
base alcolica 93,44 [fatta col 75% di alcool aromatizzato a 95° (70,08 gr) + 25% di acqua demineralizzata della farmacia (23,36 gr)]
alcool suppletivo per la macerazione, oltre a quello della base alcolica 10
bucce di una piccola arancia bio 
15 (da eliminare dopo le 3 settimane di maturazione)
10 semi di cardamomo schiacciati 1,5 (da eliminare dopo le 3 settimane di maturazione)
***Note di Cuore (23%)
oe lavanda bio 0,36
Note di Testa (77%)
oe bergamotto bio sfcm 0,60
oe limone bio sfcm
0,60
Procedimento
Ho tagliato finemente la buccia di un’arancia senza la parte bianca e l’ho messa in un barattolo di vetro a misura, insieme ai semi di cardamomo leggermente schiacciati.
Ho coperto con circa 80 grammi di alcool (70,08 della base alcolica + 10 gr suppletivi), mescolato, chiuso  ermeticamente e lasciato macerare al buio (contenitore scuro o rivestito con alluminio) per una settimana. Ho agitato il vasetto una volta al giorno.
Dopo una settimana, in un secondo contenitore più grande, ho inserito prima i fissativi, poi gli olii essenziali nell’ordine indicato e unito l’alcool ormai aromatizzato del primo barattolo con tutti i residui delle droghe in macerazione.
Ho aggiunto i 23,36 grammi di acqua, mescolato, chiuso ermeticamente e fatto “maturare” al buio per ulteriori due settimane (la seconda settimana ho trasferito il contenitore in frigo).
Alla fine delle 3 settimane ho filtrato due volte in successione e travasato in un flaconcino.
Specialmente in estate, col sole sempre presente, spruzzare in zone del corpo non esposte.
Anche se gli oe usati sono esenti da furocumarine, meglio non rischiare, viste le bucce di arancia e anche il contenuto in alcool del prodotto.
Forse l’odore agrumato è troppo delicato, ma mi piace molto e lo alternerò volentieri alla mia Lovæly1. Probabilmente in futuro aumenterò le percentuali di olii essenziali per farne un Eau de Parfum vera e propria.

Da Riza:
L’olio essenziale di lavanda è antinfiammatorio e antiemicrania.
Il bergamotto è riequilibrante e antidepressivo; il limone è rinfrescante, vivificante e tonificante per la pelle; entrambi questi olii stimolano la concentrazione.

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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SALSE, sughi, condimenti, erbe

Pesto alla ligure

Sempre ottima questa salsa, ormai entrata in tutte le cucine italiane e nel mondo.

Nel periodo in cui abitavo a Montecompatri (uno dei Castelli Romani), col marito si andava spesso a mangiare da “Carlo al Rustico”, una trattoria al centro del paesino.
Il proprietario era ligure, non ricordo di dove con precisione e il piatto d’obbligo, andando da lui e la moglie, era naturalmente la pasta al pesto.
Il suo pesto (antica versione ancora diffusa in Liguria) era arricchita da patate e fagiolini bolliti.
Lascio a Wikipedia (o qualche genovese) la descrizione di come dovrebbe essere il “vero” pesto.
Non ho velleità di voler riprodurre per filo e per segno l’originale, ma spesso, quando ho a portata di mano tutti gli ingredienti, lo preparo cercando di avvicinarmi alla ricetta mangiata a Montecompatri, così e – lo dico piano – ci lecchiamo i baffi.

Ingredienti per 3-4 persone
30-40 foglie di basilico bio del mio balcone
2 spicchi di aglio bio senza la nervatura centrale
50 gr pinoli bio italiani (un po’ costosi, ma fanno la differenza)
1 patata media bio tagliata a pezzi longitudinali
1 manciata di fagiolini bio tagliati a tronchetti
olio e.v.o. di frantoio
40-50 gr parmigiano reggiano stagionato
10-20 gr pecorino romano
sale q.b. (non molto, un pizzico a tre dita, ci sono i formaggi!)
Procedimento (tutti gli utensili e i prodotti freddi di frigo – e la velocità di esecuzione – aiutano a mantenere il verde chiaro del basilico)
Prendete un mortaio 😉 … non lo fa più nessuno eh?!!
Be’, nemmeno io (perdono vecchia, autentica ricetta della tradizione!):

  • ho inserito per prima cosa parmigiano e pecorino nel bimby per polverizzarli (ma separatamente, così si può scegliere la dose a proprio gusto da mettere sul piatto finito, e volendo si può congelare meglio il solo pesto), e li ho messi da parte
  • ho inserito ora nel bimby i pinoli e i due spicchi di aglio a pezzetti e mandato gradualmente a turbo per pochi secondi

Uso spesso questi pinoli, che ho trovato buoni e con un ottimo rapporto qualità/prezzo

  • ho aggiunto nel boccale, prendendolo dal frigo, tutto il basilico precedentemente lavato velocemente e asciugato; ho aggiunto il sale, parecchio olio e mandato gradualmente a turbo.
    Ho ripetuto questa operazione per un paio di volte per pochissimi secondi per non surriscaldare gli ingredienti, e riportando sempre in basso la salsa con una spatola.
    Ho messo da parte (volendone congelare qualche porzioncina è meglio non aver messo i formaggi, come descritto anche sopra).

  • Ho messo sul gas l’acqua per la pasta e una volta giunta ad ebollizione ho salato l’acqua e subito “calato” patate e fagiolini.
    Ho fatto bollire per 8 minuti circa e poi, nella stessa acqua, ho versato la pasta.
    Ho portato a cottura e scolato tutto insieme.
    Per questa salsa a noi piacciono linguine / bavette / trenette (sono praticamente dei sinonimi). In alternativa vanno bene le trofie, o per l’esattezza, le trofiette.

  • Ho condito col pesto, allungando con un po’ d’acqua calda di cottura, ho aggiunto i formaggi.
    Per guarnire, qualche pinolo e una bella fogliolina di basilico!

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SALSE, sughi, condimenti, erbe

Salsa Arrabbiata … arrabbiatissima!

Ed ecco l’altro must, oltre alla salsa pomodori e basilico, che faccio di solito.
Semplice! Ma spero che anche questa sia utile ai figli lontani, per replicare i piatti di casa di mamma!

Ingredienti per 3-4 persone:
abbondante olio e.v.o. di frantoio
un paio di spicchi d’aglio bio senza nervatura centrale
peperoncino bio (almeno uno intero)
15-20 pomodorini bio
prezzemolo come se piovesse (ne tengo sempre in sacchetti, congelato, pronto all’uso)
sale q.b.
Procedimento sapore crudo (come faccio di solito con pelati o pomodorini freschi)

  • prendo due piatti, in uno metto tutti i pomodorini
  • nell’altro, vuoto, comincio a mettere soltanto i filetti polposi e li tagliuzzo per bene
  • i residui più liquidi con semetti e filamenti del primo piatto la frullo velocemente col bimby, o meglio con l’omogeneizzatore del ken, e poi la filtro con un passino
  • procedo mettendo in padella qualche bel giro d’olio, peperoncino, aglio, e faccio rosolare
  • quando l’aglio avrà preso colore, aggiungo il passato dei semetti/filamenti del primo piatto, poco sale, copro e faccio restringere a fuoco medio basso per una ventina di minuti
  • nel frattempo avrò messo in ebollizione l’acqua della pasta (saranno penne! Per noi, rigorosamente LISCE!)
  • nel momento in cui butto la pasta, se riesco tolgo dalla padella i pezzi di aglio, aggiungo nella salsa ormai addensata i pomodorini tagliuzzati, in modo che cuociano soltanto una decina di minuti, e faccio cuocere allegramente, scoperto a fuoco vivace, mescolando
  • la breve cottura ci preserverà da eventuali piccoli batteri che stessero qua e là, e si sentirà veramente il sapore fresco del pomodoro crudo
  • dopo aver scolato la pasta – ricordo, rigorosamente penne lisce (che se si vuole si farà saltare pochissimi minuti nella padella con la salsa ed eventualmente un po’ d’acqua di cottura della pasta) – si impiatta e si spolvera con una pioggia di prezzemolo fresco (ricordarsi di tenersi sempre un po’ di acqua di cottura della pasta).
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SALSE, sughi, condimenti, erbe

Salsa Pomodori e basilico

Per quando voglio qualcosa di semplice questo sughetto, relativamente veloce nella preparazione, accontenta tutti in famiglia, e si differenzia dall’altro must superveloce che faccio di solito: l’arrabbiata con pomodorini, prezzemolo, ma rigorosamente senza formaggio!
Dedico pertanto anche questa salsina super-facile ai miei figli lontani, per farsi un piatto come lo fa la mamma a Roma (qui una versione leggermente più “strong” di questo sughetto)!
Ingredienti per 3-4 persone
olio e.v.o. di frantoio
mezza cipolla media bio tagliata a pezzettini
peperoncino bio (facoltativo, io lo metto dappertutto)
1 barattolo di pomodori pelati bio
4-5 fogliolone di basilico bio del mio balcone, più 1 foglia fresca per guarnire ciascun piatto
tanto parmigiano grattugiato (non bio, ma bello stagionato, eh?!? 😉 )
sale q.b. (io pochissimo)

Vista la semplicità della preparazione, questa volta però approfitto per dilungarmi un po’ su come procedo per i miei sughetti, con pomodorini freshi o pelati che siano.
In questo caso ho usato pelati bio Conad (ottimi). Se faccio coi pomodorini di stagione mi regolo nella stessa maniera.
Quello che voglio eliminare sono semetti e filamenti, per avere soltanto una polpa soda e succosa (il tutto viene molto meglio rispetto alla polpa a pezzettoni).
Faccio così:

  • prendo due piatti, in uno metto tutti i pelati del barattolo
  • nell’altro, vuoto, comincio a mettere soltanto i filetti polposi scolati e li tagliuzzo per bene
  • la salsa con semetti e filamenti del primo piatto la frullo velocemente col bimby, o meglio con l’omogeneizzatore del ken, e poi la filtro con un passino
  • procedo mettendo in padella olio, peperoncino, cipolla, e faccio rosolare dolcemente
  • aggiungo il passato dei semetti/filamenti del primo piatto, aggiungo un paio di foglie di basilico sciacquato velocemente (il basilico non si dovrebbe mai lavare, ma come si fa? Anche solo per la polvere io una sciacquatina gliela do!), poco sale, copro e faccio restringere a fuoco medio basso per una ventina di minuti
  • nel frattempo avrò messo in ebollizione l’acqua della pasta
  • nel momento in cui butto la pasta aggiungo nella padella, con la salsa ormai addensata, i filetti dei pelati tagliuzzati, in modo che cuociano ancora soltanto una decina di minuti, aggiungo un altro paio di foglie di basilico e faccio cuocere allegramente, scoperto a fuoco vivace, mescolando
  • la breve cottura ci preserverà da eventuali piccoli batteri che stessero qua e là, conservati nei barattoli insieme ai pomodori, e si sentirà veramente il sapore del pomodoro crudo
  • dopo aver scolato la pasta (che se si vuole si farà saltare pochissimi minuti nella padella con la salsa ed eventualmente un po’ d’acqua di cottura della pasta), si impiatta, si spolvera con dell’ottimo parmigiano reggiano grattugiato al momento e si guarnisce con una bella foglia di basilico fresco (ricordarsi di tenersi sempre un po’ di acqua di cottura della pasta per rendere la salsina più cremosa).
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COSMETICANDO, casa e persona

Lovæly1 – Eau de Cologne

ACQUA DI COLONIA AGRUMATA CON BASE ALCOLICA AL 60%.

Ho la fissa per gli olii essenziali (piuttosto che per le fragranze, di derivazione dal petrolio) e da tempo – oltre che utilizzarli al meglio per il benessere – sto dilettandomi a provare con loro qualche Parfum, Eau de Parfum, Eau de Toilette, Eau de Cologne o Eau Fraîches.

Notare che “il naso” conta in questo campo, e non so se si può “acquisire” o almeno affinare col tempo, comunque …

Dopo un esperimento di tempo fa e qualche lettura attenta, in vista dell’estate, mi sono avventurata in un tentativo della mia prima creatura “seria”: una leggerissima e fresca acqua di colonia, capostipite dei profumi alcolici.

 
E’ venuto fuori un grazioso nome di fantasia secondo me, dato in omaggio a Lola e il suo angolo, alla generosa inevavæ (che pur lavorando prevalentemente con gli aroma chemicals ha dato molti suggerimenti nel forum) e alla sottoscritta Ly.
Fra i fissanti/fissativi occorrenti per “ancorare” gli olii essenziali alla pelle, cominciamo a trovare sul mercato prodotti come l’Ethylene brassylate (nome commerciale Musk T®) o il PPG-20 Methyl Glucose Ether (fissativo per eccellenza, dal nome commerciale Glucam p-20, ma di difficile reperibilità).
Io mi sono limitata all’uso delle indicazioni avute in precedenza, quindi ho usato i prodotti in elenco.
5% olii essenziali (va bene il 3-5%) suddivisi secondo le “note” olfattive base/cuore/testa
1% sucrose acetate isobutyrate et caprylic/capric triglycerides – fissativo (alcuni nomi commerciali: brilliant gloss, gc-lipshine, miroir de sucre)
2% triethyl citrate
(fissativo)
92% composto di alcool/acqua demineralizzata/glicerina (va bene il 92 al 94%) fatto col 60% di alcool buongusto a 95° (va bene il 60-75%), più il 40% di acqua (va bene il 25-40%); ho voluto integrare il 40% di tale acqua col 2% di glicerina come ulteriore fissativo (quindi ho fatto 38+2%), nella speranza che, insieme agli altri componenti, il profumo si àncori di più sulla pelle, oltre a contrastare un minimo la secchezza.
Come base per le varie prove presenti e future, ho riempito – e lasciato momentaneamente da parte – una bottiglietta scura di vetro con 100 grammi di base alcolica fatta così:
alcool buongusto a 95° 60
acqua demineralizzata depurata della farmacia 38 (anziché 40 g di acqua prevista, ho voluto integrare da subito con glicerina nella speranza che, insieme ai due fissativi, il profumo si àncori di più sulla pelle)
glicerina 2
Per 9,40 gr di prodotto (per questo primo test ho usato una bottiglina scura di vetro da 10 ml e questa la composizione in base alle note, secondo quanto suggerito qui):
brilliant gloss 0,09 (1%)
triethyl citrate 0,18 (2%)
Note di Base (25-30%)
oe legno di cedro bio (cedro atlas) 0,11
estratto alcolico pepe nero bio autoprodotto 0,05
Note di Cuore (10-15%)
oe petitgrain bio 0,04
oe neroli (diluito al 5%) 0,03
Note di Testa (50-60%)
oe bergamotto bio sfcm 0,12
oe limone bio sfcm 0,11
oe arancio dolce 0,06
oe lime (limone verde) 0,02
oe pompelmo bio sfcm 0,02
base alcolica 8,6 (a questo inserimento si è intorbidito tutto. Non mi va di aggiungere solubilizzanti; spero nel futuro filtraggio).
Eliminato un primo tentativo puzzoso per una goccia di troppo di oe di citronella, ho snellito la composizione, e a me questa piace già così.
La prima impressione del marito al quale ho chiesto un parere: frizzante. Evvai! Quello che volevo.
Per raggiungere una buona maturazione e relativa maggiore persistenza, da oggi starà tutto al buio a temperatura ambiente per 7-10 gg, poi 7-10 gg in frigo e poi filtrerò.
Ci si rilegge per gli aggiornamenti.
Oltre l’Angolo di Lola e le mie letture di approfondimento, qualche fonte interessante  quiqui, qui e qui e naturalmente il forum di Arcadia (che in questo periodo non riesco ad aprire).

P.S. – Recensione dopo due settimane

Filtrato a tempo debito:
– pur se l’odore non mi entusiasma (per assurdo mi piaceva di più appena fatto) ho voluto pubblicare l’articolo perché contiene dei punti fermi da seguire, secondo me molto importanti; ho voluto questa prova quasi esclusivamente agrumata, ma tutti ‘sti agrumi sanno comunque di anti-zanzare (lo metterò sicuramente nelle serate estive )
– è venuto torbido per l’alta percentuale di acqua volutamente inserita, quindi non so, continuerò a far piccole prove con acqua depurata/alcool, ma per le prove definitive credo di voler tornare ad alcool senza acqua, o almeno diminuire il più possibile quest’ultima.
– la persistenza sulla pelle è appena discreta. Dopo un’ora e mezza la pelle profuma ancora, ma questa voleva essere una EdC. Credo che aumentando la percentuale di oe (quindi farlo diventare Parfum o EdP o EdT), possa andare meglio.

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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PIATTO RICCO mi ci ficco (e piatti unici)

Last minute – la Parmigiana è servita

Quella sera di qualche anno fa, appena tornata a casa, affamata, mi sono ricordata che il marito andava a cena fuori.
Ho pensato che per il figlio e per me sarebbero state sufficienti le melanzane in freezer ma, come farle?
Ho pensato un attimo – mumble-mumble – avevo tutto quello che serviva per fare la parmigiana tranne il tempo a disposizione, così nel giro di 5 minuti era tutto in teglia, pronto per essere infornato, così:

Ingredienti
mezzo pacchetto di melanzane grigliate surgelate (circa 3-400 grammi)
150 gr circa di fior di latte, precedentemente congelato da me a fette
1 barattolo di polpa di pomodoro
mezza cipolla piccola
una manciata di basilico preso dal vaso sul mio balconcino
parmigiano reggiano secondo il gusto – forse 40-50 grammi
olio e.v.o.
niente sale!
Procedimento (per un solo paio di strati nella teglia da 20×30 cm.)
Ho iniziato col versare un po’ della polpa di pomodoro nel fondo della teglia;
fette di melanzane surgelate;
altra polpa;
qualche pezzo di mozzarella surgelata;
qualche scaglia di parmigiano affettato con la mandolina (o con il pelapatate o la grattugia, fa lo stesso, basta che ci sbrighiamo);
fili di cipolla, affettata anche lei con la mandolina;
una spolverata di basilico tagliuzzato;
giro d’olio;
il tutto ripetuto per un paio di volte … e, niente sale (un po’ sta nella polpa di pomodori, un po’ nel fiordilatte, un po’ nel parmigiano … se ne può fare a meno, no!?)
Cottura
Ho infornato il tutto a forno freddo – nel binario più basso – portando la manopola a 160°C per 1 ora!!!


A seconda del forno, per gli ultimi 2 – 3 minuti, accendere il grill!
Non sono le vere, inimitabili, uniche, melanzane alla parmigiana, ma se si va di fretta è un surrogato fenomenale e genuino!
E così, in 1 ora e 5 minuti … la parmigiana è servita!
08.VII.2011
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CONTORNI e verdure di ogni genere

Broccoli verdi gratinati

Quando li preparai, nel marzo del 2009, la stagione era quella giusta.
Ormai si possono fare con broccoli (o cavolfiori surgelati).
Questa volta non mi sono fatta tentare da verdure di serra e ho portato in tavola della verdura di stagione gustosa e leggera. Per questi broccoli verdi gratinati ho utilizzato una besciamella senza burro né latte. Di seguito ingredienti e procedimento.

Ingredienti (per 6-8 persone):
– broccoli verdi (ne avevo due)
– poco sale per lessare i broccoli
– pangrattato per spolverare la teglia e i broccoli
– olio per ungere la teglia
– 1 litro circa di besciamella
Per la besciamella:
– 1 bicchiere da 120 gr circa di olio extra vergine di oliva
– 3 cucchiai di farina
– 1 cucchiaio ben colmo di dado vegetale in polvere da sciogliere in acqua (avevo quello bio. Se ne avete, potete mettere tre o quattro cucchiaiate di questo dado fatto in casa)
– 1 litro di acqua calda
– 60 gr parmigiano grattugiato
– 1 grattugiatina di noce moscata


Procedimento
Lavare bene i broccoli e lessarli. Io li ho lessati sollevati sul cestello a vapore, nella pentola a pressione, per 4-5 minuti dall´inizio del sibilo (a seconda della grandezza dei pezzi). Aggiungere pochissimo sale.

Intanto per la besciamella, versare l´olio in un pentolino

aggiungere i 3 cucchiai di farina

mescolare di continuo

aggiungere gradualmente 1 litro di acqua calda nella quale avrete fatto sciogliere 1 cucchiaio colmo di dado in polvere bio o 3-4 cucchiaiate di dado fatto in casa

Piú o meno questa è la cremositá della besciamella.

Aggiungere ora il parmigiano reggiano e la noce moscata. Mescolare bene.

Versare la besciamella sui broccoli che avrete messo in una terrina. Mescolare delicatamente.

Nel frattempo ungere e spolverare di pangrattato la leccarda del forno o una teglia grande.

Versare le verdure nella teglia. Spolverare bene di pangrattato e infornare a forno giá caldo. Io ho cotto a 220°C per 20 minuti con la funzione ventilato. Chi non avesse il ventilato, puó allungare di poco i tempi di cottura (non c´è bisogno di una lunga cottura: gli ingredienti sono tutti giá cotti). Ho terminato con 5 minuti di grill, solo sopra.

Ecco la teglia

20.III.2009