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ANTI-ARTROSI MINESTRE, zuppe e vellutate SALSE, sughi, condimenti, erbe

Ribollita toscana

Uno dei simboli della Toscana a tavola!!
La marea di ingredienti che compone questo piatto ha come “verdura principe” il cavolo nero (detto anche cavolaccio), il migliore dei quali è quello delle prime gelate dell’inverno, ma visto che il freddo non ha ancora deciso di lasciare la Penisola, ho deciso di aggiungere oggi la mia versione, ispirandomi ad una delle ricette trovate in rete.
Cavolo nero

Quindi ecco il passo-passo di come ho preparato questa ottima zuppa invernale per una decina di persone (meglio farne in più, visto che le contadine che la preparavano per la famiglia, la mangiavano e rimangiavano, e la ribollivano…).

Ingredienti

850 g cavolo nero (obbligatorio!!)
650 g cavolo verza liscio
350 g bieta
200 g patate***
250 g fagioli cannellini secchi (in ammollo dal giorno prima)
400 g polpa di pomodoro (1 barattolo)***
100 g pancetta o guanciale***
1 piattone misto di carota/sedano/cipolla
1 spicchio aglio
1 cucchiaio dado granulare bio
1 mazzetto di prezzemolo fresco
1 mazzetto di timo fresco o pepolino, come lo chiamano tradizionalmente in Toscana (direi quasi obbligatorio!)
Poco peperoncino
Sale****
Pepe verde
Olio e.v.o. per la cottura, e a filo, sul piatto finito
… e l’immancabile PANE RAFFERMO (possibilmente “sciocco”) a completamento del piatto finito*****


Procedimento
Il giorno prima ho messo in ammollo in acqua tiepida i cannellini con poco bicarbonato.
Il giorno dopo li ho lessati con qualche foglia di alloro salando alla fine, per non far indurire la buccia.
Quando i fagioli hanno raggiunto il grado di cottura, ne ho tolti un terzo, li ho passati nel passaverdure, e li ho riuniti agli altri, nella stessa pentola (se sono belli morbidi, a volte ometto questo passaggio).

Ho iniziato quindi col soffritto di guanciale, aglio, cipolla, sedano, carota e peperoncino.
Ho aggiunto le patate, il pomodoro e fatto legare un po’.
Ho aggiunto le erbe aromatiche (prezzemolo, e il timo, che è meglio legare per poter rimuovere i rametti legnosi a fine cottura)

Ho versato tutte le verdure tagliate e lavate in precedenza (ho prima battuto il cavolo nero sul tavolo e poi ho tolto le nervature più coriacee)

Ho allungato con l’acqua ancora calda dei fagioli e aggiunto un cucchiaio di dado (se serve altra acqua, aggiungerla sempre calda)

Ho fatto cuocere un paio d’ore, ho aggiunto la purea di fagioli e fatto “legare” ancora un’ora aggiustando di sale.

La cosa migliore sarebbe comporre la ribollita (io la farei prima freddare un po’) alternando strati di pane raffermo e zuppa, far insaporire tutta la notte, e ribollire il giorno dopo per qualche minuto, quando tutto il pane avrà “rubato” il sapore delle verdure. Occorrerà stare attenti a non mescolare troppo per non far disfare completamente il pane, facendo comunque attenzione a non farlo attaccare al fondo della pentola!
Confesso che qualche volta, a fine cottura, ho messo solo un paio di fette di pane raffermo in ciascun piatto e l’abbiamo mangiata così.
Solitamente non ce la facciamo a non mangiarne un piattino il primo giorno, ma il giorno successivo la ribollita migliora, soprattutto se la si fa – appunto – bollire nuovamente, come spiegato sopra.
Prima di gustare il piatto aggiungo un filo d’olio extra vergine d’oliva e una spolverata di pepe verde.

Nota che

***se si ometteranno questi ingredienti
****se si ridurrà al minimo o si sostituirà il sale con dado granulare poco salato
*****se si utilizzerà pane raffermo sciocco integrale, e non “bianco”

si potrà gustare questa ricetta anche nell’ambito dell’alimentazione suggerita da questo libro (sarà sempre ottima, anche se non sarà più una vera ribollita).

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COSMETICANDO, casa e persona

4 Drops Serum – Antietà Bifasico

Sono arrivata al mio siero bifasico, pensato per la mia pelle matura, dopo aver letto la sezione relativa alla formulazione dei sieri ne “L’angolo di Lola”, dove lei stessa lo decanta cosi’ in un post della stessa discussione:
“… il bifasico è uno spignatto molto particolare, a dire il vero anche se non l’ho più rifatto mi era piaciuto molto.
Se metti poco olio ottieni un prodotto un po’ troppo acquoso, secondo me una quota più importante lo completa bene. Tieni conto che comunque se ne mette poco, quindi un 25% di grassi in un bifasico corrisponde ad una crema con il 10% di grassi….”
Proprio in quanto bifasico, questo prodotto non ha necessità di alte dosi di emulsionanti (e noi non vogliamo emulsionarci inutilmente i grassi della pelle, giusto?!!), e può contenere, al contrario di quanto si riesce a fare nelle creme, una “marea di attivi”.
Quindi per ora è il mio siero viso di elezione.
Una minima quantità di emulsionanti serve unicamente per il tempo necessario affinché il prodotto, una volta agitato, e con le due fasi ben miscelate, possa essere prelevato e applicato correttamente.

Sotto, nella nuova versione del 15 febbraio 2018 scorso, sempre anti-age, sempre molto idratante e con un occhio alla delicatezza del prodotto.
Lo “scheletro” è rimasto lo stesso del primo che pubblicai, ma ho voluto ridurre ulteriormente gli emulsionanti aiutandomi con la lisolecitina come co-emulsionante.
Fra l’altro la lecitina (in questo caso lisolecitina) e’ un attivo che alla mia pelle matura piace molto.
A questo punto mi ritrovo con un “nuovo prodotto” che dovrà essere nuovamente testato.

Fase A
Acqua Lauretana a 100 (circa 44)
Biosolv – emulsionante idrofilo (max 0,50% – qui 0,25)
Estratto fiori di malva bio (5-50% – qui 5) (*) 
Sk-influx (mix di 3 tipi di ceramidi – 3-5% – qui 5)
Sodio ialuronato 5kda soluz. 1% (1-3% – qui 5)
Sodio lattato soluz. 60% (1-3% – qui 5)
Estratto Vite Rossa bio (*) (5-50% – qui 3)
Pentavitin (**) (5-6% almeno – qui 3)
Pantenolo sol 75% (provitamina B5 – 2-4% – qui 2)
Glicerina (1-10% – qui 2)
Lisolecitina non ogm (0,5-1% – fino al 10% altro – qui 1)
Allantoina (max 0,35 emulsioni – 0,50 prodotti acquosi – qui 0,35)
Elastine booster (0,30-0,50% – qui 0,30)
(quando possibile aggiungo Sodium PCA 1-2%)
Multivit shuttle (max 5% – qui 3)
Fase B
Ewocream – emulsionante lipofilo 0,25 (max 0,50%)
Olio Sacha Inchi 5 (1-5%) (*)
Coco silicone 2 – lipide similsiliconico non derivante da petrolio
Ethylhexyl stearate 2
O. Avocado bio 2 (*)
O. Ribes Nero 2
O. Rosa Mosqueta bio 2 (*)
Tocoferolo – Vit. E 1,5 (0,1-3%)
C. Jojoba 1 (*) 
O. Argan 1 (*)
Pantenolo soluz. al 75% 1(max 2%)
Squalane vegetale 1 (almeno 5%)
Zanthalene 1 (0,5-2%) (**)
Bisabololo 0,5 (max 0,50%)
Herbalox O 1 gtt (max 0,1%)
Mix di olii essenziali di lotus, rosa damascena, gelsomino 3 gtt (0.5-1%) (*)
Cosgard (conservante) 0,60% (**)
pH 5,5-6
(*) da agricoltura biologica
(**) approvato Ecocert
Prodotti acquistati prevalentemente online presso Aroma-Zone e Farmacia Vernile.
Procedimento semplicissimo, tutto a freddo:
Ho preparato prima la fase A (acquosa), frullando tutti gli ingredienti tranne il Multivit Shuttle.
Poi ho preparato la fase B (grassa) e ho frullato.
Ho unito le due fasi, frullato; infine ho aggiunto il Mutivit Shuttle e ho solo mescolato.
Ho aggiunto il conservante in base al peso ottenuto e mescolato ancora.
Non c’é stato bisogno di correzione di pH visto che era già intorno al 5,5 – 6.

Sotto, con la separazione evidente prima di agitarlo, dopo essere stato agitato, e sulla mano(na).

Recensione d’uso
Ed eccomi dopo 10 giorni con la recensione del siero (tanto deve passare per il test d’uso del prodotto).
Anche questa versione di siero è apparentemente molto liquida, ma deve essere cosí.
Lascia la mia pelle setosa, idratata e nutrita (grazie all’alta percentuale di attivi delle due fasi acquosa e oleosa).
In inverno, dopo la sua applicazione, si potrebbe aggiungere un po’ di crema (io in genere non uso niente dopo).
Soprattutto in estate, quando si suda, l’applicazione di questo siero, per la mia pelle, è più che sufficiente.
E’ molto concentrato e quindi ne verso qualche goccia sulle mani umide per distribuirlo al meglio su viso e décolleté puliti con la mia acqua struccante simil-micellare, sia mattino che sera (solitamente di sera, dopo lo struccante, spruzzo sul viso  il mio tonico alla vitamina C e lo faccio asciugare per qualche minuto prima dell’applicazione del prodotto (siero o crema che sia).
Nota importante
A seconda dei prodotti che ho in casa, mi trovo di volta in volta a sostituirne qualcuno con altro analogo, altrettanto valido e compatibile col resto della preparazione.
Naturalmente ogni volta testo su di me il prodotto per una decina di giorni per notare eventuali intolleranze o allergie prima di darlo a sorelle e amiche.
Fermo restando che intolleranze e/o allergie possono insorgere in qualsiasi momento della nostra vita, per ciascun nuovo prodotto ad uso personale, consiglio di fare un piccolo test versandone un po’  nell’incavo del braccio (una goccia di siero in questo caso).
Ripetere dopo 24 ore.
Se dopo altre 24 ore non appaiono rossori in zona, dovrebbero essere escluse quasi totalmente allergie o intolleranze.

*******

Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).