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COSMETICANDO, casa e persona

Tonico alla vitamina C

Se anche voi avete l’abitudine di usare il tonico, ma non volete spendere troppi soldini, volete un prodotto efficace, che non abbia conservanti, e avete la pazienza di farvi spesso da soli questo cosmetico, ecco un suggerimento su come lo faccio io in poche mosse.
La formuletta proviene dal solito forum, L’angolo di Lola e lì si parte dalla famigerata pasticca di C€bion o equivalente generico, come facevo qui.
Ora invece preferisco utilizzare l’acido L-ascorbico vero e proprio (lo riporto anche nella discussione di Lola, qui).
Vi ricordo che parliamo di acidi, quindi occorre fare molta attenzione e documentarsi prima di imbarcarsi in avventure poco piacevoli (peeling chimico, irritazioni, ecc.).
Io uso questo tonico in inverno, una sola volta al giorno, dopo la detersione serale del viso, su pelle non irritata.
Non mi ha mai dato problemi e mi sembra che l’incarnato migliori nei periodi in cui lo uso.
Se dovessi però avere qualche problemino, potrei utilizzarlo a giorni alterni!
Se al contrario si ha la pelle di “elefante” e si vuole aumentare la concentrazione di ascorbico, farlo con molta cautela e per gradi, ma sempre documentandosi!
L’importante per realizzare questo tonico alla vitamina C è avere una bilancia che pesi i centesimi di grammo (0,01) o almeno i decimi di grammo (0,10).
Ingredienti (per uno spruzzino da circa 22 grammi):
Acqua Lauretana (residuo fisso 14 mg/l)  22 grammi
Acido L-Ascorbico 0,10 grammi

Procedimento
Nella serata in cui decido di iniziare ad utilizzare questo tonico, lavo lo spruzzino e lo sterilizzo con qualche spruzzatina di acqua ossigenata, faccio agire qualche minuto e poi risciacquo.
Verso i miei 22 grammi di acqua Lauretana (o ancora meglio, acqua depurata di farmacia; non uso acqua demineralizzata del super, può essere contaminata microbiologicamente e gli stessi produttori scrivono sulle etichette di non utilizzare per la cosmesi!).
Con una micropalettina di plastica peso i miei 0,10 grammi di acido l-ascorbico e li verso nello spruzzino (la vitamina C disciolta in acqua deve stare più lontana possibile da metalli).

Agito la bottiglia, faccio sciogliere bene, spruzzo sul viso deterso, e infine metto il tonico in frigo.
Lascio agire e dopo circa 15 minuti applico una crema idratante.

Potrò utilizzare il tonico per 48 ore al massimo, prima che possa ossidarsi ed eventualmente ingiallirsi, quindi quando lo preparo, mi limito a metterlo per 3 sere consecutive, o se voglio un’azione più lieve, lo metto, alternandolo, la prima e la terza sera.
Dalla quarta sera potrò proseguire il trattamento preparandolo ex novo.
Il mio preparato ha pH 3-3,5.
IMPORTANTE:
VA CONSERVATO IN FRIGORIFERO
LA VITAMINA C SI OSSIDA PRESTO, E SULLA NOSTRA PELLE FA MALISSIMO METTERE PRODOTTI OSSIDATI, QUINDI NON UTILIZZARE IL PRODOTTO PIU’ A LUNGO DI QUANTO SUGGERITO: AVREMMO L’EFFETTO CONTRARIO DI QUELLO CHE VORREMMO!!
*****
P.S. 08.VI.2018
Con lo stesso procedimento ho preparato un tonico all‘estratto secco di rosa canina, titolato al 70% in vitamina C (acquistato da Farmacia Vernile).
Anche questa forma di vitamina C è instabile e la preparazione del prodotto va ripetuta ogni 3 giorni.
Vista la diversa concentrazione di Vit. C le dosi sono leggermente diverse, come spiegato sotto (per adesso la mia pelle è contentissima e in futuro potrei provare ad aumentare gradualmente l’estratto secco di qualche decimo di grammo):
Acqua Lauretana (o acqua depurata della farmacia), 20 g
E.s. Rosa Canina tit. Vit.C 70%, 0,13 g
pH 4,5
Ho fatto il calcolo che con i 25 grammi di estratto secco che ho comprato avrò tonico alla vitamina C per oltre un anno e mezzo!

*******

Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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SECONDI, SFIZI E STREET-FOOD

Saltimbocca di una romana

Il passo-passo dettagliato di questa ricetta della tradizione romana, rivista in versione “infarinata” e secondo il gusto della famiglia, è dedicata ai figli, che quando sono lontani riusciranno a gustarla ugualmente preparandosela da soli!
Ingredienti per 8 persone (5 saltimbocca a testa – devono essere abbastanza piccolini per saltare in bocca!):
800 gr fettine di vitella o vitellone tenere (tagliate abbatanza fini, altrimenti batterle)
150 gr prosciutto crudo (anche di montagna va bene, tanto anche se é un po’ salato, poi il sale si mette solo dalla parte opposta)
40 foglie di salvia fresca
farina q.b.
150-180 gr vino bianco secco
olio extra vergine di oliva
sale (poco)
peperoncino (facoltativo)
stuzzicadenti 40

Procedimento:

Ho tagliato ogni fettina in 3 o 4 pezzi. In totale sono venuti una quarantina di saltimbocca. Poiché dovevo prepararne molti, ho predisposto tutto in un vassoio che ho poi messo in freezer.

Sopra ad ogni pezzo di carne ho messo un pezzo – circa della stessa misura – di prosciutto crudo

Lavare bene la salvia e su ciascun pezzo di carne/prosciutto metterne una foglia

Fermare con uno stuzzicadenti ogni pezzo

A questo punto avrei dovuto procedere infarinando ciascun pezzo, e invece ho coperto con bustine di cellophane e ho messo a congelare (la cena ci sarebbe stata dopo un paio di giorni)
… to be continued …
Dopo due giorni ho tirato fuori dal freezer il vassoio con i saltimbocca, li ho portati a temperatura ambiente ed ho continuato cosí:

ho infarinato i saltimbocca

ho fatto scaldare abbondante olio nella padella antiaderente piú grande che ho in casa e li ho adagiati con la parte della salvia rivolta in basso

ho fatto cuocere coperto per pochi minuti

ho poi lasciato scoperto, rigirando i saltimbocca, e lasciando rosolare dolcemente qualche altro minuto

ho girato di nuovo e sfumato col vino bianco lasciando evaporare a fuoco vivo

ho poi salato, ma solo dalla parte senza prosciutto

ho rigirato, spento e servito caldissimi. Servire su piatti caldi, altrimenti l´ultimo bocconcino che salterá in bocca sará troppo freddo.
L´idea in piú per la stagione fredda!
Per scaldare gli 8 piatti di servizio ho fatto cosí: ho messo pochissima acqua in ciascun piatto, sovrapponendoli. Li ho messi nel microonde alla massima potenza per 20-30 secondi, poi velocemente li ho scolati e asciugati con un foglio di carta-casa.
15.XII.2008
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PANE, pizze, pizzelle e dintorni

Rosette soffiate con pasta madre

Premetto che non le ho provate molte volte perché è un pane difficilissimo da realizzare se non si seguono regole precise e sinceramente vengono una volta su 10, almeno a me che uso la pasta madre! Non per dissuadervi, ma anche qualche panettiere ci mette in guardia nell’affrontare questo pane ….
Ma una volta ci sono riuscita e ricordo che quella volta, tutte e 8 le rosette vennero “soffiate”!
Ed ecco le mie rosette soffiate a lievitazione naturale in tutto il loro splendore, con i dovuti “fili” nell’apertura (ogni scarrafone …..).

Io non ho aggiunto molto (anche se non è stata una passeggiata).
Ho semplicemente convertito per la mia pasta madre. Il resto è già stato tutto fatto dal M.° Piergiorgio Giorilli dal quale ho preso spunto per questa ricetta.
Ecco quanto ho realizzato, con qualche piccola idea in più che spero possa esservi utile:
Questi panini conosciuti anche col nome di michette nel Nord-Italia, sono rinomati per la loro caratteristica che li vuole con l’interno semi-vuoto e la crosta croccante. Unico difetto: vanno mangiati nel giro di qualche ora, pena una accentuata gommosità dovuta all’uso delle farine forti impiegate.
Ho finalmente trovato una ricetta semplice ed efficace, anche se un po’ lunga da seguire.
Inoltre è una ricetta genuina al massimo, vista l’assoluta mancanza di grassi aggiunti e la digeribilità data dalla lunghissima fermentazione della biga.
Occorre però fare attenzione ad alcune regole basilari:
  1. – utilizzare una farina forte per la biga iniziale
  2. – “cilindrare” l’impasto a mano con matterello o meglio con la classica “nonna papera”
  3. – incidere la rosetta al punto giusto con l’apposito stampo, o in mancanza di questo, con l’aiuto di un tagliamela (io ho usato questo, ma nel verso meno tagliente.. poi vi spiego come…)
  4. – cuocere ad altissima temperatura con piastra refrattaria e dare inizialmente molto vapore.

Gli ingredienti dati sono per 8 rosette. Ne ho infornate 4 per volta, cuocendole per 20 minuti circa (se ne volessimo fare di più, al massimo consiglio di infornarne 6 per volta).

Partiamo nel primissimo pomeriggio per mangiare le rosette per il pranzo del giorno dopo.
Ingredienti biga
35 g pasta madre ben rinfrescata (io 3 volte)
380 g farina almeno W280-330 (io ho usato manitoba 0 bio de “Il Frantoio”)
190 g acqua oligominerale (io Lilia)
2 g sale nella biga (con il caldo di questo periodo ci aiuterà a sostenere la biga)
Riposo 16-20 ore (io 20 ore e mezzo, ma avrei potuto continuare altre 2 o 3 ore).
Ho sciolto la pasta madre nell’acqua e lavorato (all’epoca, nella mia macchina del pane), aggiungendo quasi tutta la farina.

Verso la fine ho aggiunto la restante farina miscelata con i 2 grammi di sale.
Ho fatto fare qualche giro lento alla mia macchina, tanto da avere una palla amalgamata, senza arrivare ad affinare l’impasto.
Visto che fa molto caldo – per far riposare la mia biga, mi sono aiutata con borsa termica e i siberini.
Sono arrivata a 20 ore e mezza di maturazione e la mia biga era cresciuta pochino.
Dopo circa 20 ore ho proceduto a fare l’impasto principale, così:
Ingredienti impasto
Tutto l’impasto della biga
80 g farina rinforzata (ho fatto 55 gr di 0 biotrend + 25 manitoba 0 bio “Il Frantoio”)
55 g acqua
5 g sale
4 g malto d’orzo in pasta
Gli ingredienti aggiunti sono pochi, tanto per vivacizzare l’impasto e permetterci di arrivare senza problemi alla fine della lavorazione.
Sciogliamo la biga a pezzetti con tutta l’acqua. Impastiamo con le mani, andando di pugno.
Non appena l’impasto si è un po’ ammorbidito, l’ho versato nella macchina del pane e ho aggiunto quasi tutta la farina (ne ho lasciata un po’ indietro, da aggiungere miscelata al sale previsto).
A questo punto ho lavorato 10 minuti circa utilizzando i giri lenti della mdp.

Verso la fine ho introdotto il sale e la farina rimanenti.
Ho ripassato a mano sulla tavola per pochi minuti.
Faccio riposare 10/15 minuti o poco più.
Ecco come si presenta l’impasto dopo c.ca 20 minuti di riposo.
Con un impasto finale di 730 grammi ho formato 8 panetti da circa 91 grammi.
Questa è la dimensione corretta minima per utilizzare il tagliamela per il disegno delle rosette, ma ci si può spingere fino ad un peso di 120 grammi per rosetta.
Inoltre avere panini dello stesso peso ci aiuterà ad avere una cottura più uniforme.
Cilindriamo diverse volte tutti i panetti dopo averli compattati un pochino e infarinati (ho utilizzato la macchina per la pasta alla tacca più grossa).

Formare delle lunghe strisce che avvolgeremo, dando infine forma di palline (qui.
Facciamo riposare 40 minuti circa a temperatura ambiente e, per evitare che l’impasto si secchi, copriamo con telo umido strizzato e cellophane. Naturalmente per la seconda infornata la lievitazione è andata avanti 20 minuti in più…
A questo punto procediamo a stampare le rosette col tagliamela.

Prima però, ho aggiunto una ulteriore “cilindratura” casereccia, come ci insegnò a suo tempo Maruzzella, pressando col fondo di un tegame ciascun pezzo.
Questo mi darà modo di riportare alla misura giusta ogni rosetta, che altrimenti resterebbe troppo piccola e tonda.
Se avete la mano potrete utilizzare lo stampo apposito (ce ne sono di bellissimi in metallo – ne ho comprato successivamente uno come quello in foto)

In questa foto invece, ecco i miei di questa volta. Simpatico anche quello in plastica bianca, ma per ora mi trovo meglio col tagliamela …
Questa volta ho fatto attenzione a non affondare troppo (la volta scorsa avevo esagerato) e ho stampato capovolgendo il tagliamela (dove non è tagliente per capirci), appoggiando ciascuna palletta sulla superficie di un coperchio (contenitore) a misura… Si dovrà spingere fino a pochi millimetri dalla base.

Per aiutarvi a capire come ho fatto, ecco alcune foto.

Facciamo lievitare altri 40 minuti. (I tempi sono indicativi, non siamo fornai).
Cottura totale 20 minuti

Intanto facciamo riscaldare per tempo il forno a 250° con la piastra refrattaria posizionata nel binario più basso (credo he sia indispensabile, accumula molto calore e contribuisce ad asciugare il pane – io ho fatto scaldare per 1 ora la piastra a 300°C e poi infornando, ho abbassato a 250).
Inforniamo con una pala da forno o un vassoio capovolto infarinato.

Subito prima della seconda infornata, ho praticato di nuovo i tagli alle rosette .. erano quasi tutti scomparsi.
Cosa molto importante è il vapore.

Dovremo provocarlo con acqua o ghiaccio nel fondo del forno e mediante spruzzino direttamente sul pane.
Spruzziamo ogni minuto per i primi 5 minuti sia il pane che le pareti del forno aprendo e richiudendo ogni volta lo sportello del forno.

L’acqua che arriverà sulla crosta contribuirà a renderla croccante.
Dopo questi primi 5 minuti di vaporizzazioni continue, lasciamo lo sportello chiuso per altri 5 minuti. Gli ultimi 10 minuti invece cuoceremo con sportello chiuso a fessura per far asciugare bene le rosette.
Dopo 20 minuti scarsi..i panini sono pronti per essere sfornati.

Il risultato… .. finalmente rosette belle gonfie….. otto su otto..piene di … niente se non di qualche straordinario, soffice, filo di mollica..


una visione di insieme, una bitorzoluta e una precisetta
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DOLCI

Topini di carnevale

Come ci spiega l’autrice della ricetta, questi deliziosi dolcetti fritti sono chiamati così per la loro curiosa forma a pallina e con la “codina” che viene lasciata dalla caduta dell’impasto nell’olio bollente.

Mi dispiaceva che finissero tutti subito e ne ho fatta una dose e mezza, non quella indicata sotto, ma meglio non esagerare, altrimenti non si finisce piú di friggere. Come al solito mi diverto a dare una misura alle cucchiaiate che propongono in queste ricette e quindi eccovi la ricetta anche in grammi.

Ingredienti:
200 gr di farina debole (*)
80 gr zucchero (4 cucchiai colmi)
80 gr marsala secco (8 cucchiai) (**)
20 gr olio di semi di mais o girasole deodorato (2 cucchiai)
2 uova
8 gr lievito per dolci (1/2 bustina del mio lievito autoprodotto) (***)
Abbondante olio per friggere (io arachide)
Zucchero a velo per la decorazione (o semolato)

Procedimento:

Ho sbattuto le uova con lo zucchero e poi ho aggiunto tutti gli altri ingredienti continuando a sbattere. Si ottiene un impasto che fa il “nastro” cadendo dal cucchiaio.
Ho fatto riposare un’oretta coperto (l’autrice della ricetta ci dice che l’effetto del lievito chimico non viene perso col riposo, e che in questo caso il riposo serve sia a far gonfiare i topini durante la cottura che a far assorbire bene l’aroma del marsala nell’impasto!?!).
Ho scaldato abbondante olio di arachide in un pentolino alto. Con l’aiuto di 2 cucchiaini ho fatto cadere l’impasto nell’olio bollente (il cucchiaino non deve essere troppo colmo altrimenti invece di topini saltano fuori dei topoloni per via del lievito).
L´olio deve essere MOLTO caldo altrimenti i topini non salgono subito in superficie.
Ho misurato col termometro, e come per la tempura sono arrivata intorno ai 170°C, friggendo pochi pezzi alla volta.
Appena tuffati nell’olio ho soltanto aspettato che i topini fossero dorati. Ho rigirato e immediatamente dopo li ho scolati e deposti su cartacasa.
Se incontrano il vostro gradimento, andrebbero fritti per breve tempo: è una loro caratteristica; dentro rimane proprio la cremina al marsala che l’autrice asserisce essere spettacolare (comunque a me piace che si asciughino meglio 😉 ).
Ho spolverizzato con zucchero a velo. Tiepidi sono ancora più buoni.
Sono molto veloci da fare, e se per caso o per sbaglio ne dovessero avanzare, sono da conservare coperti ma NON in frigorifero.

                              Una volta pronto l’impasto deve fare il “nastro”

Nella foto sopra … topino e gattino! 😉

 
E ORA – DOPO AVER ESEGUITO LA RICETTA COME DA ORIGINALE – QUALCHE MIA CONSIDERAZIONE/VARIAZIONE!
(*) Per questo tipo di preparazioni, meglio usare una farina con un massimo di 9% di proteine e quindi, confortata da quanto ho letto anche qui, ormai sono solita indebolire la mia farina 0 bio del Conad che ha l’11% di proteine  (la preferisco alla più raffinata 00) con il 20% circa di amido di mais biologico (in questo caso 160 tipo 0 + 40 amido).
(**) Riprovati ieri sera, 28 gennaio 2018 con vino bianco e 1 tappino di tequila per rendere più forte il vino da tavola (non avevo altri liquori in casa).
Buonissimi ugualmente … ergo … fateli col liquore che più vi aggrada!
(***) Per quanto riguarda il lievito, preferisco fare in questa maniera:
lascio prima riposare un’ora l’impasto; poi, prima di friggere, ci spolvero sopra il lievito chimico miscelato con un po’ della farina presa in precedenza dal totale degli ingredienti.
Mescolo dal basso verso l’alto, a lungo per far incorporare bene, e inizio a friggere!
Gonfissimi e – giudizio in famiglia – BBONI!
12.II.2010

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SECONDI, SFIZI E STREET-FOOD

Abbacchio al forno

Da buona romana non potevo non farmi tentare da una ricetta di abbacchio al forno.
Fermo restando che per me l´abbacchio a scottadito non si batte (e lí sono d´obbligo le costarelle, come le chiamiamo a Roma), trovo questa ricetta, una succulenta alternativa all´abbacchio alla cacciatora cotto nel tegame.

Per l´occasione ho provato a farla con un pezzo di spalla anziché le costine della ricetta originale.
Senz´altro da ripetere.

Ingredienti (per 4-6 persone)
1 kg circa di costine d’agnello (o polpa o spalla)
6 patate medio-grandi
olio extravergine d’oliva
sale grosso
pomodorini
mix soffritto di sedano, carote, cipolla
vino bianco
rosmarino
pangrattato
Ho acceso il forno a 200° con funzione statica.
Ho sbucciato le patate, le ho tagliate a spicchi non tanto grandi e le ho  messe in una ciotola d’acqua e sale per far perdere l’amido. Poi le ho sciacquate e lessate per 5 minuti in acqua bollente. Le ho scolate, fatte raffreddare, condite e messe in teglia (vedi qui come faccio solitamente le mie patate al forno).
Nel frattempo ho tagliato a pezzettini i pomodorini e li ho messi nella teglia insieme con olio, sale grosso, rosmarino e mix soffritto di verdure.
Ho disposto in teglia la carne (precedentemente lasciata macerare per almeno un paio d’ore in olio e vino bianco).
Spargo sopra al tutto una manciata di pangrattato. Serve per fare la crosticina.
Ho infornato per circa 35-40 minuti ed ogni tanto ho aperto e scosso la teglia per evitare che la carne si attaccasse al fondo.
Se è il caso, lascio ancora 10 minuti.
18.V.2008
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COSMETICANDO, casa e persona

Sgrassatore forte in due fasi … quasi ecologico

Avevo provato qualche sgrassatore che circola in rete, ma non sono rimasta soddisfatta in quanto troppo blandi, oppure con mix improponibili di componenti, tipo unione di sostanze acide (aceto) e alcaline (bicarbonato o sapone) che si neutralizzano a vicenda, portando ad una bassissima azione pulente e vanificando la nostra autoproduzione. Leggi qui!

Qui sopra due “ricariche” per delle amiche” 😉

 

Ho deciso pertanto di scendere ad un compromesso e di unire a questo pulitore vetri ecologico, un cucchiaio della PASTA BASE che trovate sotto, input preso in parte dalla ricetta “Sgrassatore Forte” del libro di Liliana Paoletti “Sapone e detersivi naturali”.

Per ragioni di copyright non posso descrivere nei minimi dettagli gli ingredienti della ricetta de La Regina del Sapone, ma d’altronde ho reso inedito questo prodotto, viste le mie necessarie modifiche dovute alla fusione delle due ricette. Inoltre la mia preparazione non prevede ebollizioni ripetute per far sciogliere il sapone, ma basterà polverizzare bene il tutto, mescolare coi liquidi previsti, ed aspettare circa 24 ore per avere la nostra PASTA BASE pronta!
Aggiungeremo quindi un cucchiaio di PASTA BASE quando vorremo uno sgrassatore veramente forte, da utilizzare di tanto in tanto per le cappe della nostra cucina e per le pulizie a fondo (questa non è esattamente una formula ecologica, ma nella maniera in cui l’ho pensata si riusciranno a limitare danni all’ambiente in quanto ne utilizzeremo un solo cucchiaio per spruzzino). Per le pulizie di tutti i giorni potremmo limitarci invece al pulitore che trovate linkato sopra ne “L’Angolo di Lola” (che a quanto pare viene utilizzato da molti in maniera abbastanza efficace come sgrassatore, oltre che come pulitore vetri).
I FASE – PASTA BASE (propedeutica alla preparazione dello SGRASSATORE della seconda fase)
(per 170 grammi di pasta che servirà per 12-14 spruzzini da 500 gr l’uno. Potrete rifornire tutto il parentado, oppure, volendo, dimezzare le dosi)
30 gr sapone autoprodotto
20 gr carbonato di sodio (Soda Solvay)
50 gr ammoniaca (ho usato quella profumata del supermercato)
70 gr lisciva di cenere autoprodotta (facoltativa)
1,5 gr olii essenziali (50 gocce a piacere – ho utilizzato tea tree oil)
Ho polverizzato nel Bimby  il sapone ridotto a scagliette e la Soda Solvay.
Attenzione a non respirare le polveri fini che si diffonderanno. In questi casi io utilizzo sempre una mascherina.
Quando la polvere si sarà depositata versarla in un barattolo di vetro e, mescolando, aggiungere lentamente l’ammoniaca, la lisciva e gli olii essenziali. Momentaneamente il prodotto si presenterà separato.

Il composto sarà pronto dopo circa 24 ore. Ogni tanto scuotere. Lo troveremo compattato, ma nel frattempo i granelli delle polveri si saranno ammorbiditi al punto di non ostruire lo spruzzino quando lo andremo ad aggiungere allo sgrassatore della seconda fase!
Ne metteremo ogni volta un cucchiaio – circa 12-15 grammi – in ogni spruzzino dello SGRASSATORE della seconda fase!
Il prodotto non contiene acqua e ha un pH molto alto (basico), per cui ritengo che la conservazione non sia un problema per almeno 6 mesi. Sarà nostra cura comunque monitorare cambiamenti di colore o odore del prodotto.
 
II FASE – SGRASSATORE
(per uno spruzzino da 500 gr)
100 gr alcool denaturato rosa (oppure alcool bianco da liquore) ***
1,5 gr detergente piatti commerciale o ecologico (1 cucchiaino da caffè)
400 gr circa di acqua demineralizzata o comunque fino a riempimento dello spruzzino (anche acqua di rubinetto va bene, se “dolce”)
10-12 gr di PASTA BASE (1 cucchiaio da minestra)
Quando necessario non dovremo far altro che aggiungere ai pochissimi ingredienti dello SGRASSATORE della seconda fase, un cucchiaio della PASTA BASE della prima fase, e avremo il nostro super-mega-sgrassatore-forte-ed-efficace!
Agitare prima di utilizzare.
*** se si conta di utilizzare in tempi relativamente brevi è possibile ridurre a 50 gr l’alcool ed aumentare l’acqua.
Ah! A volte l’ho usato anche per i pavimenti.

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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CONTORNI e verdure di ogni genere

Verdure ripiene in teglia


Ho solo aggiunto il basilico al posto del prezzemolo, e ho cercato di attenermi il piú possibile alla ricetta originale, ma ho voluto mettere del riso a crudo nelle verdure piuttosto che cuocerlo.
Ecco alcuni passaggi:

Ottimo piatto (meglio se consumato nella stagione delle verdure)!
Allora, ho servito questo come piatto principale per cena.
La volta successiva dietro richiesta dei familiari, ho rosolato della carne macinata e l’ho aggiunta ad un po’ del ripieno di verdure/riso che mi era avanzato e che avevo surgelato. Ne è risultato un saporiito piatto unico.

Ecco la ricetta originale con tutti i miei aggiornamenti e qualche variante, per rendere questo, un piatto completo.
Ingredienti (per 8 persone)
Verdure:
2 melanzane medie lunghe
2 pomodori maturi
2 zucchine rotonde
2 peperoni medi
Ripieno:
2 cipolle bianche
tutti i residui interni delle verdure pulite, e in più …
2 zucchine lunghe
1 melanzana piccola
2 spicchi d’aglio
1 ciuffo di basilico
1 cucchiaio di riso per ogni verdura da riempire
1 cucchiaio di passata di pomodoro per ogni verdura da riempire (oppure pomodorini freschi passati)
sale
zucchero
olio e.v.o.
Procedimento
Tagliare la calotta superiore delle verdure e svuotarle dai semi e la polpa che si recupererà.

Per svuotare le melanzane ho inciso un po’ la parte superiore ed inferiore. Rotolandola poi,sotto la pressione della mano (come si fa per i limoni per far uscire più succo), sarà più semplice lo svuotamento della parte interna (anche questa si metterà da parte per il ripieno).
Per i peperoni sarà semplice: tagliare la calotta e pulirli dai filamenti interni bianchi e dai semi!
Per le zucchine sarà sufficiente togliere la parte interna col cavatorsoli.
Salare le verdure all’nterno e cospargerle anche con un pizzico di zucchero.
Lasciare riposare.
Nel frattempo tritare finemente la cipolle e farle rosolare in padella. Aggiungere la parte interna residua delle verdure svuotate più gli ingredienti per il ripieno indicati in ricetta, tranne il riso!
Aggiustare di sale e fare andare sempre mescolando a fuoco vivace per 10 minuti.
Solo ora aggiungiamo il riso e lasciamo assorbire il condimento per almeno un’oretta (o due)!

NOTA BENE: il composto deve rimanere un po’ acquoso, se si fosse ristretto troppo aggiungere un po’ di acqua e poi “inumidire” un po’ le verdure una volta riempite con un cucchiaio di acqua per ogni verdura!!!!!
Riempire le verdure con il composto (per circa 3/4, con la cottura il ripieno aumenta notevolmente!!)
Chiudere le verdure con la loro calotta.
Metterle in una teglia con un po’ d’olio d’oliva e passarle in forno a 180°/200° per circa un’ora – un’ora e un quarto!
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COSMETICANDO, casa e persona

No-talco piedi e corpo

NO TALCO PIEDI
e in fondo …
NO TALCO CORPO

Ho provato a realizzare una polvere assorbente senza talco, che mantenesse ben asciutti i piedi di tutta la famiglia e provasse ad allontanare anche piccoli problemi batterici.
In passato comprai in farmacia questo ottimo ma costoso prodotto:

Purtroppo non sono riuscita a trovare in Italia lo zinco undecilenato contenuto nella polvere in commercio, né mi va di comprarlo oltreoceano, quindi mi sono adattata a realizzare il mio prodotto senza questo componente (anche se è proprio questo il componente valido per piccoli problemi micotici).
Mi sono attenuta alla “scaletta” dei prodotti inseriti secondo l’I.N.C.I. (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) riportato in etichetta, e osservando le percentuali d’uso per ciascuna materia prima**, sono arrivata al mio NO-TALCO-PIEDI.

Ingredienti (a 100):
Amido di mais biologico 60 grammi (Zea Mays)
Argilla bianca 20 gr (Kaolin)
Magnesio stearato 10 gr (Magnesium Stearate)
Ossido di zinco 10 gr (Zinc Oxide)
Olio essenziale di Timo biologico 8 gocce (Thymus Vulgaris)
8 chiodi di garofano nei contenitori/dosatori
**
Percentuali d’uso materie prime da utilizzare in polveri libere – Fonte Aroma Zone:
Amido di mais –  da 1 a 80%
Argilla bianca – da 1 a 95%/
Magnesio stearato – da 1a 30%
Ossido di zinco – da 1 a 60%

Preparazione con il Bimby:
Innanzitutto … ATTENZIONE A NON RESPIRARE LA NUVOLETTA DI POLVERI CHE SI FORMA!!!
Per ovviare al problema ho indossato una mascherina!
Per lo stesso motivo ho imparato ad appoggiare un foglio di cartacasa sul boccale del bimby.
Poi delicatamente spingo su questo foglio il misurino che si va ad incastrare nel foro del boccale, chiudendolo (è assicurato che le polveri sono contenutissime).
Ho miscelato nel bimby i 100 grammi di polveri (immagino sia uguale nel grinder o macinacaffè, ma se lo avete piccolo, fate metà dose).
Ho messo tutte le polveri nel boccale, mandando gradualmente il turbo per 10 secondi.
Ho dato un’assestatina senza aprire e ho aspettato un po’ che si depositassero le polveri.
Poi ho aggiunto qua e là le gocce di olio essenziale di timo.
Ho riavviato il bimby per altri 30 secondi gradualmente a turbo e ho aspettato di nuovo che si depositassero le polveri prima di aprire.
Il risultato è una polvere profumata impalpabilissima!
Alla fine ho aggiunto nel contenitore/dosatore i chiodi di garofano (a volte li ho messi nelle farine lavanti: avena, cacao, ecc.).
In questo modo spero in una conservabilità maggiore soprattutto dell’amido utilizzato.
Per la conservabilità comunque – visto che si tratta solo di polveri e non di acqua/liquidi – si potrà fare riferimento alla scadenza dei singoli prodotti che si utilizzano.
A detta delle mie sorelle, che me la chiedono spesso, questa polvere assorbente ha risolto gli antipatici problemi di sudorazione dei piedi (evitando di conseguenza l’insorgenza batterica o di funghi) ed è riuscita a far “respirare” di nuovo sia scarpiere che scarpe da ginnastica dei loro ragazzi che giocano a pallone!
NO TALCO CORPO

Oltre che per i piedi ho preparato anche il no talco per il corpo, con opportune piccole modifiche come illustrato sotto.

Ingredienti a 100:
Amido di mais biologico 60 grammi (Zea Mays)
Argilla bianca 20 gr (Kaolin)
Magnesio stearato 10 gr (Magnesium Stearate)
Ossido di zinco 9,5 gr (Zinc Oxide)
Bisabololo (Bisabolol) 0,5
Olio essenziale di Lavanda (Lavandula Angustifolia) o Rosa 2 gocce
8 chiodi di garofano nei contenitori/dosatori

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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SALSE, sughi, condimenti, erbe

Salsa alla amatriciana … o quasi

VERSIONE IN INGLESE IN FONDO (ENGLISH VERSION AT THE BOTTOM)


Prima di ogni cosa mi sembra doveroso fornire il disciplinare della vera salsa alla amatriciana.
Sono romana, e non sempre riesco a reperire gli ingredienti amatriciani, ma senza nulla togliere a questo fantastico piatto della tradizione, posso dire che anche la versione che preparo di tanto in tanto è ottima. Provatele tutte e due!

Gli ingredienti per la mia versione (4 persone):

500 g di spaghetti
125 g di pancetta tesa (ci vorrebbe guanciale)
1 barattolo di polpa di pomodoro o pelati
½ bicchiere di vino bianco secco
¼ cipolla (mia aggiunta)
1-2 spicchi aglio (mia aggiunta)
olio e.v.o.
peperoncino
sale
un pizzico di zucchero (facoltativo, per togliere acidità; mia aggiunta)
pecorino romano (ci vorrebbe pecorino tipico della zona di Amatrice)
Procedimento:
In una padella (meglio di ferro) ho versato un po’ di olio e ho messo a soffriggere del guanciale tagliato a listerelle non troppo sottili, la cipolla a pezzi piú o meno grossi in modo da poterla togliere dopo, lo spicchio d’aglio in camicia, in modo che non si spezzetti in cottura, il peperoncino.

Appena il tutto sará ben rosolato, sfumo con il vino e lascio evaporare

Nel momento in cui tutto sta di nuovo rosolando, tolgo tutti i pezzetti di guanciale, scolandoli dall´olio, e li metto da parte, in caldo

Verso il pomodoro nella padella e, a volte, aggiungo un pizzico di zucchero per togliere aciditá alla salsa

Aggiungo un pizzichino di sale (senza esagerare: la spolverata finale di pecorino aggiungerá molto sapore alla pastasciutta)

Faccio ritirare la salsa per circa ¼ d´ora
 
Ricordiamoci di togliere gli spicchi d´aglio e i grossi pezzi di cipolla

Nel frattempo ho cotto gli spaghetti al dente
 
Li ho scolati, conditi con la salsa, ho spolverato con pecorino grattugiato…

.

 

…e sopra ciascun piatto ho aggiunto i pezzetti di guanciale, che saranno rimasti belli croccanti

Buon appetito e un saluto fraterno ai vicini di Amatrice!

 
ENGLISH VERSION
First of all, it seems right to provide the specification of the true amatriciana sauce.
I am Roman, and I can not always find the amatrician ingredients, but without taking anything away from this fantastic dish of tradition, I can say that even the version that I prepare from time to time is excellent. Try them both!
The ingredients for my version (4 people):
500 g of spaghetti
125 g of stretched pancetta (it would take guanciale)
1 can of tomato pulp or peeled
½ glass of dry white wine
¼ onion (my addition)
1-2 garlic cloves (my addition)
extra virgin olive oil
chili pepper
salt
a pinch of sugar (optional, to remove acidity, my addition)
pecorino romano (it would take pecorino typical of the area of ​​Amatrice)
 
Method:
In a pan (better iron) I poured a little oil and I began to sauté the bacon cut into strips not too thin, the onion into pieces more or less thick so you can remove it later, the clove of garlic in shirt, so that it does not split into baking, the chili.
As soon as everything is well browned, I fry with the wine and let it evaporate.
When everything is browning again, I remove all the pieces of pork cheek, draining them from the oil, and put them aside, in hot.
I pour the tomato in the pan and, sometimes, add a pinch of sugar to remove acidity from the sauce.
I add a pinch of salt (without exaggeration: the final dusting of pecorino cheese will add a lot of flavor to the pasta).
I reduce the sauce for about ¼ hour.
Let’s remember to remove the garlic cloves and large pieces of onion.
In the meantime I cook spaghetti “al dente” (a little bit less than the instruction on the package!)
I drained them, season with the sauce, dusted with grated pecorino …
… and above each plate I add the pieces of bacon, which will remain crispy.
Good appetite and a fraternal greeting to the neighbors of Amatrice!

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COSMETICANDO, casa e persona

Acqua struccante ( simil acqua micellare )

Questa non è esattamente un’acqua micellare, ma è un’imitazione di un prodotto commerciale così denominato e condivide con questo buona parte degli ingredienti.

E’ una ricetta de “L’Angolo di Lola”.
L’ho realizzata in maniera più ecosostenibile possibile (non mi interessa se questo può penalizzare in minima parte l’efficacia del prodotto, che invece funziona benissimo, visto che amiche e parenti me la richiedono in continuazione).

Ecco i pochi ingredienti della formula:
acqua 95,30 (acqua depurata della farmacia o acqua Lauretana, a bassissimo residuo) **
PEG 6-caprylic capric glycerides 1.40
glicerina 2,70
cosgard 0,60

** A volte integro con il 10% circa di idrolato. Questo struccante va negli occhi: è meglio che non contenga olii essenziali o fragranze, né coloranti.

… e questo è l’inci del mio prodotto

Grazie anche al suggerimento di Lola per le eventuali sostituzioni possibili, ho reso questo prodotto più “verde” utilizzando soltanto glicerina, piuttosto che gli ingredienti che trovate linkati nella ricetta originale.

Sostituzioni
Il tensioattivo (PEG) non è sostituibile.

Preparazione
Mescolo assieme tutti gli ingredienti, tranne l’acqua (ed eventualmente l’idrolato), che aggiungo alla fine; mescolo ancora e imbottiglio.
A riposo il mio struccante è limpidissimo. Nell’agitarlo si opacizzerà (è normale).

Istruzioni
Da utilizzare sera e/o mattina per la pulizia del viso.
Agitare prima dell’uso.
Applicare con un dischetto di cotone o un panno morbido (io uso un panno multiuso in bambù, acquistato da Naturasì, che sciacquo e riutilizzo per moltissime volte dopo averlo diviso in quattro parti).
Eventualmente ripetere.
Sciacquare e procedere all’applicazione della propria crema o siero.

I prodotti utili per realizzare questa ricetta possono essere acquistati presso i venditori online di materie prime cosmetiche.
Fra i molti, ne indico due italiani: Farmacia Vernile e Glamour Cosmetics
Uno francese: Aroma Zone

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).